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COME VALUTARE UN’AZIONE ANALGESICAEFFICACE O INEFFICACE NELLA TERAPIA ANTALGICALa misurazione del dolore come strumento di discriminazionetra efficacia e inefficacia dei trattamenti42Nel capitolo precedente si sono analizzate diverse misure d’intensità del dolore esi è cercato di arrivare a definire <strong>il</strong> significato collegato ad ognuna di tali misure,le scelte effettuab<strong>il</strong>i al loro interno, le strategie connesse al loro impiego e le informazioniricavab<strong>il</strong>i, tutti aspetti che, nel loro insieme, contribuiscono sia a comprenderela quantità e, in parte, la qualità del dolore provato dal malato, sia ad aiutarenell’impostazione di uno schema terapeutico. Tutto ciò rappresenta la primaparte dell’intervento clinico che parte da un assessment accurato del dolore per arrivarea un processo decisionale sul trattamento da porre in essere.Gli atti successivi sono orientati alla verifica dei risultati ottenuti con la terapia impostata:<strong>questo</strong> passa attraverso un nuovo assessment, che viene ripetuto sistematicamentenel corso del tempo. A seguire scatta un processo valutativo che riguarda<strong>il</strong> significato di “successo” (o insuccesso) ottenuto con la terapia in atto, da cuidipende la conferma o <strong>il</strong> cambiamento della stessa.Il successo, al lato pratico, consiste nel raggiungimento di risultati da ritenersi ut<strong>il</strong>ie r<strong>il</strong>evanti; tali caratteristiche, nel caso del controllo del dolore, sono strettamentelegate alla soddisfazione del malato nei confronti del trattamento ricevuto; tale soddisfazione,in genere, va in parallelo con l’ottenimento di un miglioramento/riduzione,opportunamente misurati, del dolore provato.C’è, quindi, un forte legame tra <strong>il</strong> raggiungimento di un determinato outcome clinicoe la soddisfazione del paziente. Poniamoci, a titolo esemplificativo, alcune domande:● Con la terapia potremmo ottenere la riduzione di un punto del dolore: in sensostretto è un miglioramento ma tale riduzione è considerata soddisfacente dalpunto di vista del malato? Forse no.● Potremmo invece ottenere la riduzione di due punti: a <strong>questo</strong> punto diventa r<strong>il</strong>evante?Dipende da alcuni fattori: se i due punti sono riferiti al peggior doloreavranno un peso minore che se riguardano <strong>il</strong> dolore medio. Quindi, bisogna ritornarea considerare <strong>il</strong> risultato in funzione della misura del dolore scelta. Ancora:due punti potrebbero essere un ottimo risultato se <strong>il</strong> dolore di partenza èpari a 4. In <strong>questo</strong> caso <strong>il</strong> dolore percepito risulta dimezzato. Ma se <strong>il</strong> dolore dipartenza è uguale a 9 potrebbe derivare che <strong>il</strong> calo di due punti sia ritenuto insoddisfacente.● Queste ultime considerazioni ci inducono allora a pensare che <strong>il</strong> calo del dolorepotrebbe essere valutato in termini percentuali e non assoluti, rispetto al va-

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