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Parte I - Confederazione dell'Oratorio di San Filippo Neri

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140 ANNALES ORATORIIIl secondo testo che viene qui proposto, e che completa il quadro dei componimentirelativi alla peregrinatio del fuggiasco, è contenuto nel co<strong>di</strong>ce Roma,Biblioteca Vallicelliana, O.26, f. 117, sotto il titolo <strong>di</strong> Felice ritorno allas.ma Madonna de’ lumi, e poco appresso buona licenza per l’ultima partita;il testo è vergato dalla mano <strong>di</strong> Ancina, che in un secondo momento viinterviene con alcune mo<strong>di</strong>fiche. La composizione <strong>di</strong> questo testo si collocanegli ultimi giorni della fuga, come mostrano i vv. 25-28:Tosto al mio primo nidotornar conviemmi, e ‘l gridogià <strong>di</strong> Roma si spandein queste e in quelle bande.La poesia, molto più breve della precedente, esprime l’incertezza del fuggiascoche, nell’imminenza del ritorno, teme <strong>di</strong> ritrovare a Roma la situazionedalla quale era scappato; questo timore, però, si risolve in una scelta <strong>di</strong> fiduciosaobbe<strong>di</strong>enza e <strong>di</strong> affidamento alla Vergine, che nella strofa conclusivaè invocata come guida e principio <strong>di</strong> consiglio.Un punto <strong>di</strong> contatto tra le due o<strong>di</strong> è ravvisabile ai vv. 37-38,Ma pur venga che vole<strong>di</strong> quanto ha sotto il solein cui la <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> obbe<strong>di</strong>ente <strong>di</strong>sponibilità a sostenere qualunque <strong>di</strong>sagiosembra accostabile a quella <strong>di</strong> Tu pur m’arda, vv. 187-96, in cui il poetainvoca su <strong>di</strong> sé tutti i flagelli naturali come strumento <strong>di</strong> espiazione.Anche in questa poesia si riconosce la duplice matrice lau<strong>di</strong>stica (soprattuttonell’ultima strofa) e lirica (per esempio nei sintagmi quasi formulari comeaspro martire, v. 40, scorta e duce, v. 46, o in quelli petrarcheschi ai vv.19, brevi e scarse, o 20, grave dolore, o ancora nella riflessione sulla fugacitàdel tempo, ai vv. 19-24), e, come nel precedente, non è ravvisabile alcuntratto linguistico accostabile a Il pellegrino errante. Si osservano invece alcunipunti <strong>di</strong> contatto con il Tempio armonico, in particolare ai vv. 17-18:e le tenebre miefian sol <strong>di</strong> mezo <strong>di</strong>eche, sebbene riformulati con un significato opposto, riecheggiano puntualmentenella lauda Vorrei, Vergine bella, vv. 7-10:

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