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Parte I - Confederazione dell'Oratorio di San Filippo Neri

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C. Abbate, P. Edward Griffith49Cooperare con tutte le forze alla fondazione <strong>di</strong> nuove Congregazioni fu lasua più fervida aspirazione. “Il mio più felice scopo, servendo la Famiglia <strong>di</strong>S. <strong>Filippo</strong>, e il mio più gioioso dovere <strong>di</strong> riferire è la cooperazione per le nuoveFondazioni”. Così scriveva nella relazione sopra menzionata.Convinto che la geniale istituzione <strong>di</strong> S. <strong>Filippo</strong> è oggi, forse più che mai,rispondente ai tempi, non risparmiò fatiche, tempo, iniziative per piantare letende dell’Apostolo <strong>di</strong> Roma dovunque gli fu possibile. E i suoi sforzi nonfurono vani: ben un<strong>di</strong>ci Congregazioni in <strong>di</strong>verse parti del mondo (1 in Italia;2 nella Spagna; 5 in Germania; 1 negli Stati Uniti <strong>di</strong> America; 1 nel Salvador;1 nella Colombia) furono canonicamente erette nel decennio 1948-1958 e, se una do<strong>di</strong>cesima, in Polonia, non ottenne la Bolla Pontificia, ciò fudovuto “più alle speciali circostanze che al merito e all’importanza <strong>di</strong> quellanuova Comunità”.Ben a ragione dunque – e non per vana iattanza, ma per l’intima gioia,che gli traboccava dal cuore – poteva mettere a fronte “tempo e numeri”:do<strong>di</strong>ci nuove Congregazioni nel breve giro <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci anni <strong>di</strong> fronte a cinquesole Congregazioni nel lungo volgere d’un secolo (1849-1948). Il consolanteraffronto e la constatazione che le nuove Congregazioni non erano sorte “inun’unica nazione o in un unico continente, ma, come abbiamo detto, in <strong>di</strong>verseparti del mondo, erano per lui la prova più tangibile della “vitalità eattualità dell’idea e degli ideali, che l’Oratorio rappresenta ed incarna nelmondo”.Ma non bastava evidentemente adoperarsi in tutti i mo<strong>di</strong> perché nuoveCongregazioni sorgessero sotto il segno <strong>di</strong> S. <strong>Filippo</strong>. Bisognava arrestar subitoil processo <strong>di</strong> sgretolamento <strong>di</strong> talune Congregazioni già esistenti, imprimerviun rinnovato ritmo <strong>di</strong> vita, trasfondervi nuovo sangue, aprirne ilcuore alla speranza; bisognava soprattutto creare fra le Congregazioni esistentiquel ponte ideale, che, sognato per la prima volta da Mons. GiambattistaArista, aveva ormai trovato nei nuovi Statuti la sua concreta e felicissimaformulazione giuri<strong>di</strong>ca.Di questo urgente ed imperioso bisogno fu profondamente penetrato, findall’inizio della sua carica, il P. E. Griffith, che non lesinò tempo, premureed energie nel suo costante sforzo <strong>di</strong> essere il meno possibile impari all’aspettopiù <strong>di</strong>fficile e delicato del suo multiforme compito.La <strong>di</strong>screzione – quella stessa <strong>di</strong>screzione, che fu una delle più chiare trasparenzedel suo carattere e che improntò costantemente la sua attività, il suoparlare, i suoi scritti – ci vieta qui <strong>di</strong> scendere a particolari. Vogliamo soloporre l’accento sul complesso groviglio <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà, cui quest’opera <strong>di</strong> fra-

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