<strong>tacco</strong>mpetitività internaZionale?i politici smettano di litigareANTONIO SERGIO FILOGRANA, PRESIDENTE FILANTO SPAAntonio Sergio Filograna“<strong>Il</strong> prossimo governo dovrebbe prestarepiù attenzione al territorio. Dovrebbe dimostraremaggiore vicinanza alle aziende, cercandosoluzioni che le possano rendere piùcompetitive. Le aziende che, come la nostra,si impegnano nella ristrutturazione del Tac,non hanno potuto contare sulla collaborazionedella politica. I politici non ci hanno sorretti,non ci hanno permesso di presentarci neimercati internazionali con la certezza di farcela.Sarebbe il caso che le beghe politichenon andassero ad interferire con l’economia.Le aziende non vogliono essere aiutate con ifinanziamenti ma vogliono poter scegliere legiuste premesse di sviluppo per il territorio.Se in Italia non si riesce a raggiungere unatale soluzione gli investitori preferiranno mercatistranieri. La politica e l’economia devonoparlare la stessa lingua. <strong>Il</strong> Salento ha bisognodi rappresentanti in Parlamento in grado didifendere le imprese del territorio.Solo una volta eliminati i contrasti politici,le aziende salentine si potranno unire efare squadra. Solo a quel punto potrannocapire qual è la strategia giusta per ottimizzarela competitività su scala mondiale.Un punto di partenza potrebbe essereuna riduzione della burocrazia: il resto delmondo oggi viaggia troppo velocementerispetto al nostro Paese, rallentato dall’eccessivaburocrazia. La politica dovrebbe cercaredi velocizzare i tempi. Condizione necessariaper essere nelle condizioni di affrontarei mercati esteri è l’abbattimento di quellebarriere che la politica non si è finora curatadi eliminare”.ricercapenalità sui tempidella burocraZia.una ricercacon regole più snelleROBERTO CINGOLANI, DIRETTORE LABORATORIONANOTECNOLOGIA, UNIVERSITÀ DEL SALENTO“Credo ci siano diversi interventimolto urgenti. In generale credo che tuttoil comparto ricerca dovrebbe avere unaregolamentazione in deroga ai principalicodici: appalti, assunzione personale.Perché, pur rendendomi conto che nelpubblico si devono avere alcune regole ditrasparenza, di garanzia, contro il cattivoutilizzo dei fondi pubblici, ecc., nella ricercac’è un parametro che è più pesanterispetto a qualsiasi altro settore pubblico,che è quello del tempo. Noi, tutto sommato,competiamo con il mondo esterno. CiRoberto Cingolanisi chiede di essere competitivi, di procurarci il denaro, ma dopo chece lo siamo procurato, dobbiamo metterlo nel bilancio di un soggettopubblico e seguire certe regole che sono contro la competitività suscala temporale. Se vinciamo un finanziamento europeo noi e dei colleghiinglesi, loro acquistano un microscopio elettronico in due mesi,a noi ne servono otto di mesi. E siamo stati ugualmente bravi ad intercettareil finanziamento.Inoltre io vorrei vedere tanto un governo che inizi a mettere unapenalità sui tempi della burocrazia. Quando un burocrate blocca unacarta, non c’è pegno. <strong>Il</strong> tempo che io ho perso per tutta la questioneedilizia chi lo ripaga? Poi mi si chiede di essere competitivo.Un’altra cosa che chiederei al Governo è di mettere pesantementemano all’università: togliere i raggruppamenti disciplinari, ad esempio.Io sogno un’università in cui c’è capacità di gestirsi, lasciando lalibertà di cercare le menti migliori per l’investimento che si decide diperseguire. Oggi questo non si può fare: mica puoi fare un negoziatocon un americano! Bandisci il posto in Gazzetta Ufficiale e poi le cosevanno come sono sempre andate. E’ il concetto di raggruppamentodisciplinare che è vecchio: si va verso l’interdisciplinarietà. Già questosarebbe un bel colpo per noi ricercatori”.FRANCESCO RIACetto La Qualunque.<strong>Il</strong> celebre politicointerpretatoda Antonio Albaneseha le idee chiaresul programmaelettorale: “Cchiùppilu ppi tutti”culturaformaZione, agire“petra su petra”.con finanZiamentianche regionaliEDOARDO WINSPEARE,REGISTA CINEMATOGRAFICO“Nel mio Salento ho scovatobellezze rare, credendo fortementein questa terra. <strong>Il</strong> linguaggio dialettaleappassionato dei miei film nonha mai offeso l’italiano, anzi, sepossibile, lo ha arricchito di unarealtà che si muove tra presente epassato al ritmo di una musicainconfondibile. Ma il mio ottimismoviene meno nel momento in cui misi invita a fare delle richieste per ilfuturo del cinema ai politici cheverranno eletti prossimamente. Sefacessero semplicemente il lorodovere sarebbe già una grossa novità!<strong>Il</strong> Salento non riuscirà mai ademergere se continua ad essereschiacciato dal resto d’Italia. Nonabbiamo bisogno di un nuovoChurchill ma di gente seria indirizzataa promuovere un programmaEdoardo Winspeareincentrato sulla cultura e sull’educazione.Basta con la spettacolarizzazione!La gente non chiede miracolima la semplicità di un lavoroonesto. “Petra su petra”, questa è lamia proposta: agire con consapevolezzapuntando meticolosamentesulla formazione. Le risorse salentinenon hanno nulla da invidiare aquelle del resto del Paese ma ènecessario incentivare una culturaad ampio respiro affinché le idee,quelle artistiche in particolare, nondebbano trovare finanziamentiesclusivamente nella Capitale. È unpercorso arduo, una meta lontana.Colui che, tra i banchi del Parlamento,riuscisse almeno a scorgerla,avrebbe fatto già enormi passi inavanti”.VALENTINA CHITTANOil <strong>tacco</strong> d’Italia 16 Aprile 2008
“L’associazioneOnlus che presiedoconta ormai più diMaria Antonietta Bove 350 iscritti. Lamaggior parte deinostri associati sono genitori di bambini oragazzi autistici o comunque portatori di handicappsico-fisici.<strong>Il</strong> nostro Statuto prevede, oltre a una seriedi iniziative importanti per il sociale, soprattuttola creazione di un centro diRiabilitazione per l’Autismo.In Puglia si registrano dati preoccupantiche segnalano una crescente diffusione dellasocialecentri specialiZZati per i disabiliMARIA ANTONIETTA BOVE, PRESIDENTE ASSOCIAZIONE AMICI DI NICO, MATINOmalattia; non esiste su territorio regionale uncentro che possa dare ai nostri ragazzi il dirittoalla salute. Mio figlio è costretto, assiemead altri dodici salentini, lontano dal suo contestoterritoriale perché il centro di riabilitazionepiù vicino si trova a 800 km.Questa volta, invece di avere le rispostedagli enti pubblici preposti, come Asl oRegione, l’iniziativa sta partendo dalle famigliestesse, stanche di aspettare risposte.Si avverte l’esigenza di definire un pianostrategico per la presa in carico globale dellepersone affette da autismo e determinareparametri strumentali, organizzativi, formativi,di ricerca scientifica sulle cause dell’autismo.Si avverte l’esigenza di promuovere iniziativevolte alla creazione di tali centri.I nostri politici dovrebbero essere più sensibiliverso questo problema ed emanare leggispecifiche a tutela dei ragazzi e del loro dirittoall’autonomia, alla scuola, alla salute.Per l’autismo non sono previsti provvedimentispecifici di sostegno nelle scuole o allefamiglie.Non sono previsti aiuti finanziari agevolati.Non esiste neanche una rilevazione epidemiologicache possa valutare accuratamentel’estensione del problema”.finanza una finanZa leggera e moderna.che guardi alla best practice europea“Dal nuovo esecutivo mi aspetto una seriedi azioni combinate in grado di governare gliaspetti macro-economici. Innanzi tutto unariduzione del carico fiscale che pesa tantissimonon soltanto sulle imprese ma anche sullefamiglie e sui singoli cittadini. Bisogna poi procederead un ulteriore taglio della spesa pubblica(che è la condizione per la riduzione delpeso fiscale) perché essa è la principale colpevoledell’elevatissimo debito pubblico cheabbiamo in Italia. E’ necessario, inoltre, incentivarel’innovazione tecnologica nelle imprese enel Paese, dal momento che essa serve amigliorare la produttività. Da ultimo, proporreidelle riforme strutturali nel mercato del lavoroper agevolare la mobilità dei lavoratori, unaloro migliore produttività e, ovviamente, unmiglior salario. Tutto questo non si può realizzarese non si procede prima ad una ristrutturazioneprofonda dell’intero mercato del lavoro.Un’iniziativa legislativa concreta rivolta almondo creditizio dovrebbe riguardare la semplificazionedel quadro normativo: troppe regoleaffastellano il panorama bancario e creditizio.L’intento del Legislatore di ammodernare ilPaese e di portarlo sugli standard della bestpractice europea, ha avuto spesso l’effetto diingolfare la parte amministrativa e organizzativadelle banche stesse, ostacolandone lo sviluppo.Un maggiore equilibrio tra innovazione eriduzione degli adempimenti amministrativiporterebbe ad un migliore funzionamento delsistema bancario nel suo complesso.Un possibile modello è l’accordo di Basilea2 che sta contribuendo a rendere più chiara larelazione tra banche e aziende: le banche sonoin grado di valutare meglio le capacità finanziariedelle imprese; queste, in virtù della trasparenzadei propri bilanci, sanno quanto credito possonopretendere dalle banche. Si instaura cosìuna relazione tra pari e non tra soggetti a diversilivelli. E’ peraltro evidente che il benesseredelle banche dipende dal benessere dei clienti eviceversa”.VITO SPADA, DIRETTORE FINANZIARIOBANCA POPOLARE PUGLIESEFranco Fasanoil <strong>tacco</strong> d’Italia 17 Aprile 2008Vito Spadascuolarivalutare la figuradel “maestro”FRANCO FASANO, DIRIGENTE ISTITUTO SUPERIOREBOTTAZZI CASARANO“E’ in atto da alcuni anni una riforma cheriguarda la scuola di primo grado. Da lì il nuovogoverno dovrebbe partire per affrontare il problemadelle riforme anche relativamente allescuole secondarie. L’Europa, infatti, segnalandociche la dispersione negli istituti superioridell’Italia meridionale si aggira attorno al 25 percento, ci ha chiesto di farla scendere al di sottodel 10 per cento e, contemporaneamente, di farcrescere il numero di diplomati e laureati.Per raggiungere questi obiettivi, il sistemascolastico dovrebbe funzionare in modo completamentediverso.I ragazzi, soprattutto quelli del primo biennio,oggi non sono contenti di frequentare lascuola, perché la vedono troppo distante dalleproprie esigenze.E’ necessaria, quindi, una riforma che facciain modo che la scuola, supportata dall’appoggiodelle famiglie, pur mantenendo la propriaattenzione sull’alunno, guardi anche almondo del lavoro. Sta, infatti, al sistema produttivofornire indicazioni su quali siano le figureprofessionali necessarie al territorio. Grazieai suggerimenti delle aziende, le scuole potrebberoorganizzare i propri corsi di studio formandofigure professionali ad hoc.Nella riforma che mi auguro abbia luogonel più breve tempo possibile, gioca un ruolo digrande importanza la figura del docente. E’necessario, infatti, porre più attenzione allecondizioni reali di lavoro del personale docentenella scuola. Non mi riferisco esclusivamenteallo stipendio, che resta troppo basso, provocando,in molti casi, una de-motivazione. Pensoad una rivalutazione complessiva della figurastessa dell’insegnante, che dev’essere continuamenteaggiornato e deve poter frequentarei corsi di formazione che la scuola organizza alsuo interno in nome dell’autonomia. Bisognache le persone che più lavorano nella scuolavengano valorizzate, non solo dal punto di vistameritocratico, il quale determina un aumentodello stipendio, ma anche dal punto di vistadelle possibilità a disposizione. I docentipotrebbero, ad esempio, esercitare la propriaprofessione in un istituto e poi prestare la propriaconsulenza, in quanto esperti, in un altro.Ne deriverebbe un sistema molto più dinamico.Di quel dinamismo ha bisogno oggi la scuola”.