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Scarica - Il tacco d'Italia

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“L’associazioneOnlus che presiedoconta ormai più diMaria Antonietta Bove 350 iscritti. Lamaggior parte deinostri associati sono genitori di bambini oragazzi autistici o comunque portatori di handicappsico-fisici.<strong>Il</strong> nostro Statuto prevede, oltre a una seriedi iniziative importanti per il sociale, soprattuttola creazione di un centro diRiabilitazione per l’Autismo.In Puglia si registrano dati preoccupantiche segnalano una crescente diffusione dellasocialecentri specialiZZati per i disabiliMARIA ANTONIETTA BOVE, PRESIDENTE ASSOCIAZIONE AMICI DI NICO, MATINOmalattia; non esiste su territorio regionale uncentro che possa dare ai nostri ragazzi il dirittoalla salute. Mio figlio è costretto, assiemead altri dodici salentini, lontano dal suo contestoterritoriale perché il centro di riabilitazionepiù vicino si trova a 800 km.Questa volta, invece di avere le rispostedagli enti pubblici preposti, come Asl oRegione, l’iniziativa sta partendo dalle famigliestesse, stanche di aspettare risposte.Si avverte l’esigenza di definire un pianostrategico per la presa in carico globale dellepersone affette da autismo e determinareparametri strumentali, organizzativi, formativi,di ricerca scientifica sulle cause dell’autismo.Si avverte l’esigenza di promuovere iniziativevolte alla creazione di tali centri.I nostri politici dovrebbero essere più sensibiliverso questo problema ed emanare leggispecifiche a tutela dei ragazzi e del loro dirittoall’autonomia, alla scuola, alla salute.Per l’autismo non sono previsti provvedimentispecifici di sostegno nelle scuole o allefamiglie.Non sono previsti aiuti finanziari agevolati.Non esiste neanche una rilevazione epidemiologicache possa valutare accuratamentel’estensione del problema”.finanza una finanZa leggera e moderna.che guardi alla best practice europea“Dal nuovo esecutivo mi aspetto una seriedi azioni combinate in grado di governare gliaspetti macro-economici. Innanzi tutto unariduzione del carico fiscale che pesa tantissimonon soltanto sulle imprese ma anche sullefamiglie e sui singoli cittadini. Bisogna poi procederead un ulteriore taglio della spesa pubblica(che è la condizione per la riduzione delpeso fiscale) perché essa è la principale colpevoledell’elevatissimo debito pubblico cheabbiamo in Italia. E’ necessario, inoltre, incentivarel’innovazione tecnologica nelle imprese enel Paese, dal momento che essa serve amigliorare la produttività. Da ultimo, proporreidelle riforme strutturali nel mercato del lavoroper agevolare la mobilità dei lavoratori, unaloro migliore produttività e, ovviamente, unmiglior salario. Tutto questo non si può realizzarese non si procede prima ad una ristrutturazioneprofonda dell’intero mercato del lavoro.Un’iniziativa legislativa concreta rivolta almondo creditizio dovrebbe riguardare la semplificazionedel quadro normativo: troppe regoleaffastellano il panorama bancario e creditizio.L’intento del Legislatore di ammodernare ilPaese e di portarlo sugli standard della bestpractice europea, ha avuto spesso l’effetto diingolfare la parte amministrativa e organizzativadelle banche stesse, ostacolandone lo sviluppo.Un maggiore equilibrio tra innovazione eriduzione degli adempimenti amministrativiporterebbe ad un migliore funzionamento delsistema bancario nel suo complesso.Un possibile modello è l’accordo di Basilea2 che sta contribuendo a rendere più chiara larelazione tra banche e aziende: le banche sonoin grado di valutare meglio le capacità finanziariedelle imprese; queste, in virtù della trasparenzadei propri bilanci, sanno quanto credito possonopretendere dalle banche. Si instaura cosìuna relazione tra pari e non tra soggetti a diversilivelli. E’ peraltro evidente che il benesseredelle banche dipende dal benessere dei clienti eviceversa”.VITO SPADA, DIRETTORE FINANZIARIOBANCA POPOLARE PUGLIESEFranco Fasanoil <strong>tacco</strong> d’Italia 17 Aprile 2008Vito Spadascuolarivalutare la figuradel “maestro”FRANCO FASANO, DIRIGENTE ISTITUTO SUPERIOREBOTTAZZI CASARANO“E’ in atto da alcuni anni una riforma cheriguarda la scuola di primo grado. Da lì il nuovogoverno dovrebbe partire per affrontare il problemadelle riforme anche relativamente allescuole secondarie. L’Europa, infatti, segnalandociche la dispersione negli istituti superioridell’Italia meridionale si aggira attorno al 25 percento, ci ha chiesto di farla scendere al di sottodel 10 per cento e, contemporaneamente, di farcrescere il numero di diplomati e laureati.Per raggiungere questi obiettivi, il sistemascolastico dovrebbe funzionare in modo completamentediverso.I ragazzi, soprattutto quelli del primo biennio,oggi non sono contenti di frequentare lascuola, perché la vedono troppo distante dalleproprie esigenze.E’ necessaria, quindi, una riforma che facciain modo che la scuola, supportata dall’appoggiodelle famiglie, pur mantenendo la propriaattenzione sull’alunno, guardi anche almondo del lavoro. Sta, infatti, al sistema produttivofornire indicazioni su quali siano le figureprofessionali necessarie al territorio. Grazieai suggerimenti delle aziende, le scuole potrebberoorganizzare i propri corsi di studio formandofigure professionali ad hoc.Nella riforma che mi auguro abbia luogonel più breve tempo possibile, gioca un ruolo digrande importanza la figura del docente. E’necessario, infatti, porre più attenzione allecondizioni reali di lavoro del personale docentenella scuola. Non mi riferisco esclusivamenteallo stipendio, che resta troppo basso, provocando,in molti casi, una de-motivazione. Pensoad una rivalutazione complessiva della figurastessa dell’insegnante, che dev’essere continuamenteaggiornato e deve poter frequentarei corsi di formazione che la scuola organizza alsuo interno in nome dell’autonomia. Bisognache le persone che più lavorano nella scuolavengano valorizzate, non solo dal punto di vistameritocratico, il quale determina un aumentodello stipendio, ma anche dal punto di vistadelle possibilità a disposizione. I docentipotrebbero, ad esempio, esercitare la propriaprofessione in un istituto e poi prestare la propriaconsulenza, in quanto esperti, in un altro.Ne deriverebbe un sistema molto più dinamico.Di quel dinamismo ha bisogno oggi la scuola”.

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