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2008 - Anno II N.10 - Fornoms.net

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Aprile <strong>2008</strong>foto NizzaS.E. Monsignor VescovoEugenio BininiChe cosa consiglierebbe o risponderebbe ad un fedele ead un cittadino che confidasse di non avere più fiducianelle istituzioni sia religiose, sia politiche?“La vita dei bambini è il campo dove sono seminati i giorni del futurodell’umanità, la primavera di un popolo, l’anticipazione della storia diuna nazione”.Da qualche tempo il Santo Padre Benedetto XVI, accompagnato da unostuolo di saggi, ci parla di “emergenza educativa”.E-ducere vuol dire “tirar fuori”. Quindi non è prima di tutto mettere dentro.Questa era la concezione prevalente fino a qualche anno fa…..e forseanche ora. Riempire la testa di nozioni, il cervello d’informazioni, il cuoredi passioni……..E’ un’operazione “direttiva”. C’è qualcuno che ha equalcuno che non ha. Chi ha, su di te che non hai, esercita di fatto, unpotere…Penso invece che per “tirar fuori”, fare emergere, sviluppare, farmaturare….bisogna anzitutto sapere cosa e come. Educare dunque èun’attività intenzionale, che richiede consapevolezza di un fine.La persona è aiutata a conquistare e poi ad esprimere la sua libertàconquistata, a fare delle scelte di valori…..La persona educata diventacosì capace di esprimere un proprio progetto di vita in modo libero eresponsabile. Il tossicodipendente, per esempio, o l’alcolista, è una personaLa Parola al Cittadino 35E tu E che tu che dicilibera perché fa più scelte, abdica a progetti di vita suoi………..è totalmentedipendente…..e va a sbattere magari uccidendo anche degli innocenti.Mi si perdoni questo lungo “cappello”. Mi serve per rispondere all’angosciantesfiducia del lettore o della lettrice che mi ha interpellato con la sua“confidenza”.Mi viene in mente la frase: “Ferma il mondo che voglio scendere”! Ma voilo credete possibile? Una sfiducia che porta all’abdicazione non porta danessuna parte. Credete che si possa vivere in una società senzaistituzioni…..che si possa annullare con un colpo di spugna, senza perdersi,il lungo percorso che ha portato a conquiste di valori politici oreligiosi…..umani in genere?Cosa c’è sotto l’angosciante interrogativo se non la rinuncia ad assumersidelle responsabilità, conquistando noi, ciascun e tutti, gli spazi di libertàche ci competono? Forse ci abbiamo già rinunciato se ci rifiutiamo diguardare al bene di tutti cercando solo il nostro bene personale. Nessunos’illuda: il bene mio se distrugge quello dell’altro è un falso bene che oprima o poi mi cascherà addosso…….e pesantemente.Forse ci abbiamo già rinunciato se nella vita politica non esercitiamo i nostridiritti compresi quelli di dire di no al “pizzo” della mafia o ai ricatti deipoliticanti. Forse ci abbiamo già rinunciato se nella vita religiosa non cipreoccupiamo di conoscere a fondo ciò che professiamo di credere e cilimitiamo a ripetere passivamente gesti che non comprendiamo.Coraggio, aiutiamoci a risvegliare le tante potenzialità che, anche nellanostra cultura italiana e nella nostra storia, ci hanno dato grandi personalitàe …..mi lasci dire …..grandi santi.Avv. Stefano BerettiTornando a casa ho trovato nella strada adiacente al muroesterno del mio giardino una colonnina della Telecom e untubo di circa 15 cm. di diametro che passando sotto il miomuretto, tramite un grosso scavo, fuoriusciva all'interno dellamia proprietà. Non avendo richiesto nessun tipo di servizioalla Telecom ho chiamato il 187. Dopo infiniti passaggi unoperatore mi ha consigliato di inviare un fax ad un numerodi Firenze. Le chiedo: è possibile che un cittadino debbasubire un'invasione non autorizzata nella sua proprietà eperdere tempo e denaro per chiedere spiegazioni a suddettaviolenza? La ringrazio per la risposta.A.G.L' Avvocato rispondeTelecom, impianti elettrici e diritto di servitùGentile lettore,la problematica da Lei indicata investe la questione, dibattuta siadalla dottrina che dalla Giurisprudenza, in ordine al diritto di servitùe di passaggio dei cavi telefonici sulla proprietà privata altrui siasotto che sopra il suolo e, come accade spesso, anche su facciatedi palazzi e case.Occorre innanzitutto premettere che la Telecom Italia S.p.A. godedi un diritto di servitù nei confronti dell’immobile-fondo servente,che le permette di far passare legittimamente i propri cavi attraversoil fabbricato. La fattispecie può essere ricondotta nell’ambito dellanormativa di cui agli artt.1056 e 1057 c.c. relativa alla servitùdell’elettrodotto coattivo e del passaggio coattivo di linee teleferiche.Tali norme prevedono un obbligo generale di ogni proprietario didare passaggio sul proprio fondo alle condutture elettriche,richiamando per gli aspetti specifici le leggi in materia ed inparticolare gli artt.119 e ss. del R.D. 11 dicembre 1933 n.1775, T.U.delle leggi sulle acque e sugli impianti elettrici; la L. 13 dicembre1964 n.1341, norme per la disciplina delle costruzioni e l’eserciziodi linee elettriche aeree esterne; la L. 28 giugno 1986 n.339, nuovenorme per la disciplina della costruzione e dell’esercizio di lineeelettriche esterne.In particolare l’art.122 del R.D. 11 dicembre 1933 n.1775, prevedeper il proprietario del fondo servente “la facoltà di eseguire qualunqueinnovazione, costruzione o impianto, ancorché essi obblighinol’esercente dell’elettrodotto a rimuovere o collocare diversamentele condutture e gli appoggi”, con il solo obbligo di offrire all’esercente,per quanto sia possibile, altro luogo adatto all’esercizio della servitù.La legge prescrive, inoltre, il divieto per il proprietario di compierequalsiasi atto idoneo a “diminuire l’uso della servitù” o a “renderlopiù incomodo”.Sempre l’art.122 del R.D. 11 dicembre 1933 n.1775 escludeespressamente l’obbligo per il proprietario del fondo servente dicorrispondere un indennizzo o un rimborso a favore dell’esercentedella servitù.Una interessante, anche se isolata, pronuncia in materia di limitazionilegali alle proprietà pubbliche o private derivanti dagli impianti ditelecomunicazioni e dalle opere accessorie occorrenti per lafunzionalità di detti impianti è stata però resa nel 2006 dal Tribunaledi Lecce che ha stabilito l'illiceità dell'istallazione di alcuni armadiettidella Telecom davanti ai prospetti delle abitazioni.La decisione sembra destinata a suscitare l’interesse di tanti proprietariche vedono deturpati i prospetti delle proprie abitazioni da questiarmadietti, collocati dalla società telefonica, a volte, senza alcuncriterio. Il problema è che vi sono norme puntuali che tutelano laposizione dei proprietari ma queste, molto spesso, sono disattesedai gestori.E’ vero infatti che “gli impianti di telecomunicazioni e le opereaccessorie occorrenti per la funzionalità degli impianti hannocarattere di pubblica utilità”. Tuttavia, il diritto del concessionariodi passare al di sopra delle proprietà pubbliche o private, o dinanziagli edifici ove siano finestre a prospetto, oppure di poggiare sugliedifici antenne o sostegni nonché di consentire sugli stessi ilpassaggio di condutture e fili, non è nel suo libero arbitrio. Occorre,infatti l’approvazione, ad opera della pubblica amministrazionecompetente, di un progetto presentato dal concessionario.Via Crispi, 1354100 MassaTel. 0585.811804Fax 0585.812963E-mail: info@omnicolor.biz

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