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2008 - Anno II N.10 - Fornoms.net

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42 La Parola al CittadinoAprile <strong>2008</strong>Italcementi: dipendenti a rischio licenziamentoIl sindaco Angelo Zubbani cerca la mediazione con i vertici aziendaliDramma occupazione: 46 operaidella Italcementi rischiano illicenziamento e il sindaco AngeloZubbani è diventato l’unico spiragliodi salvezza. Sembrava che non cifosse più niente da fare per i 46dipendenti della famosa dittabergamasca. Sembrava tuttodestinato al peggio, anche dopo inumerosi sit-in e gli scioperi deglioperai e dei sindacati, ma anche esoprattutto dopo l’incontro a Romatra delegati sindacali e verticidell’azienda. Sì, perché — quelgiorno — era emerso che lostabilimento sarebbe rimasto apertosolo fino ad esaurimento di materiaprima, gli operai sarebbero poi andatiin mobilità — che poi avrebbesignificato il loro spostamento ingiro per l’Italia e il riciclo in altristabilimenti del gruppo — oppurein cassa integrazione; una parte,minima, invece sarebbe finita inprepensionamento. Poi, finalmenteil ciclone pare essersi placato e siavverte un primo, seppur timido,spiraglio di salvezza. La Italcementisembrerebbe disponibile a rivedereil piano di razionalizzazione e diottimizzazione dei costi e quello chesembrava un capitolo chiuso, èdiventato adesso una soluzione alvaglio dei vertici di Bergamo. Questoè avvenuto proprio al terminedell’incontro che si è tenuto ieri apalazzo civico fra il sindaco AngeloZubbani (presenti il vice AndreaZa<strong>net</strong>ti e l’assessore provinciale allepolitiche del lavoro Raffaele Parrini),Francesco Fulignani (Uil), FrancescoBertolucci e Roberto Venturini (Cgil),Roberto Seghetti (Cisl) e la rsuaziendale. Nel corso dell’incontro ilsindaco ha chiesto al rappresentantedella proprietà di verificare lepossibilità per scongiurare la chiusurain terra apuana, vista già la crisi cheCarrarail territorio si trova ad affrontare. Ildirettore Mora si è impegnato arigirare la richiesta ai verticiaziendali, proponendo una riduzioneche toccherebbe solo 5prepensionamenti. I rappresentantidelle istituzioni locali assieme aisindacati, hanno chiesto che venganomantenute le attività di produzionea Nazzano e che non vengano assuntedecisioni definitive senza che vengaindividuato un percorso, dacondividere, teso a salvaguardare iposti di lavoro, ferma restando lapossibilità di aprire una proceduradi mobilità per i dipendenti incondizioni di accettarla. Mora si èimpegnato a riportare l’ipotesinell’ambito degli organismi societaridel gruppo, dichiarando la suadisponibilità a proseguire unconfronto che possa portare ad unaposizione comune e condivisa.«Abbiamo registrato, senza creareillusioni – dichiarò durante l’incontroil sindaco Angelo Zubbani — unadisponibilità a proseguire ilconfronto: non è poco se teniamoconto di una scelta che sembrava giàassunta. La nostra disponibilità aproseguire il confronto in qualsiasimomento è piena, per cui restiamoin attesa di notizie da Italcementi».Tutto è cominciato — lo ricordiamo— il 29 febbraio scorso, quando ivertici dell’azienda avevano palesatola loro intenzione di chiudere ibattenti di alcune sedi tra cui quelladi Carrara. Da lì in poi iniziaronoscioperi e mobilitazioni generali. Ilprimo tour de force per dire «no» allicenziamento degli operai diItalcementi avvenne il 1 marzo,quando in piazza <strong>II</strong> Giugno, davantia palazzo civico c’erano tutti e 46gli operai che rischiano di rimaneresenza lavoro. Erano lì a cercare ditrovare una soluzione a reclamare ipropri diritti insieme ai sindacati. Ilavoratori della Spa sono quasi tuttigiovanissimi, poco più che ventenni,con tutta una vita davanti, con unafamiglia da mantenere e una casa dacostruire. E adesso? Quale sarà illoro futuro?Eleonora PrayerAll' Asl i precari pagano il parcheggio e non possono accedere alla mensa:Claudio Salvadori (Uil) lancia la protesta“Ancora troppi i dipendenti precari all'Asl che per andarea lavorare sono costretti a pagare”. A lanciare la protesta èClaudio Salvadori, segreatario Uil Fpl Sanità che aggiunge:“Fra le varie problematiche che investono il mondo dellavoro ed in particolare la sanità, un obiettivo irrinunciabiledovrebbe sicuramente essere quello che garantisce giustidiritti e pari dignità tra il personale del pubblico e quellodelle cooperative. La differenza retributiva fra il personaledelle cooperative e quello aziendale è notevole, malgradoche l’azienda Asl dichiari che i costi dovuti al personaledelle cooperative siano maggiori di quelli che comporta lagestione diretta. A questo punto diventa incomprensibile ilmotivo per cuivenga mantenuto un regime di precarietà cheall’apparenza non conviene a nessuno, e che - continuaSalvadori - grava tanto per cambiare sui contribuenti. Entrandonello specifico segnaliamo alcuni episodi che possonoevidenziare questo stato di disagio. Infatti è ormai prassiconsolidata (una nostra segnalazione in merito risale al luglioscorso) che per accedere all’internodell’area ospedaliera i dipendenti delle cooperative devonomunirsi del relativo biglietto, pagando poi il pedaggioall’uscita. Insomma – esclama Claudio Salvadori - per chinon l’avesse capito pagano per andare a lavorare. Alcuni diloro oltretutto devono trasportare nei relativi reparti anchemateriale vario. Altro servizio che non viene erogato a questopersonale è l’accesso alla mensa aziendale con le stessefoto Deliamodalità dei dipendenti, aumentando il disagio di chi proprioper tipologia di lavoro è costretto a fare degli orari chelasciano ben poco spazio alle pause pranzo. Riteniamo chela tanto decantata ricerca di un positivo clima interno, lasinergia fra lavoratori con conseguente aumento del potered’acquisto degli stipendi, passi anche attraverso un’intesafra le parti interessate, trovando accordi che possano daresegnali positivi e concreti in tal senso, e non – concludeClaudio Salvadori - come spesso avviene sprecare tempo erisorse in inutili dibattiti autoreferenziali che risultano esseredei veri e propri libri dei sogni, mentre per i lavoratori larealtà è ben diversa”.E.P.Dramma del lavoro: operaio licenziato e poi riassunto dalla Porto spaCARRARA - Posti di lavoro: problemiche arrivano, problemi che se ne vanno.A Carrara, oltre alla catastrofeoccupazionale che porterebbe la chiusuradefinitiva di Italcementi, da settimane nonsi parla altro che del licenziamento dalporto di Marco Andrea Bogazzi. Unproblema sentito da tutti a partire daicittadini, fino alle massime istituzioni.Fortunatamente poi è stato revocato illicenziamento di Marco Andrea Bogazzi,il portuale e delegato sindacale di Marinadi Carrara licenziato dalla Porto Spa aseguito di alcune affermazioni sullasicurezza all' interno del porto, nel corsodi un convegno organizzato lo scorso 23gennaio dalla Cgil. L'accordo è statosottoscritto dall' azienda e dai sindacatidopo una lunga trattativa durata tutta unanotte. Sulla vicenda aveva espressopreoccupazione, in una nota inviata pocoprima della notizia della revoca dellicenziamento, il leader del Pd, WalterVeltroni: “Seguo con attenzione la vicendadel delegato della Filt-Cgil Marco AndreaBogazzi, licenziato dalla società del Portodi Carrara, per aver espresso valutazionia riguardo alla sicurezza nel suo posto dilavoro — aveva scritto Veltroni —. Miauguro che tale vicenda possa prestotrovare soluzione, confidando che Bogazzipossa tornare al più presto al lavoro esvolgere la sua funzione di tutela dellasicurezza”. La vicenda drammatica diBogazzi — lo ricordiamo — avvenne loscorso mese, quando fu licenziato perché“volontariamente e consapevolmenteostile” all’azienda. Cacciato dal suo postodi lavoro per aver “attaccatopubblicamente” la Porto Spacompromettendo così a tal punto la suaposizione da essere giudicata in ultimaistanza “incompatibile”. Una storia assurda,quella di Marco Andrea Bogazzi, l’operaioche, ironia della sorte, porta lo stessocognome del principale azionista - EnricoBogazzi - dell’azienda per cui lavorava da6 anni.E.P.

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