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sio (una miscela di semi di sesamo<br />
tostati con sale marino integrale),<br />
il miso (sempre a base di soia, ma<br />
addizionata con riso ed orzo) e<br />
il tahin (un prodotto molto simile<br />
al burro, ma fatto con semi di<br />
sesamo). Sempre più spesso, poi,<br />
si preparano salse, come la maionese<br />
vegan o il pesto vegan, in cui<br />
si sostituiscono alcuni ingredienti<br />
trasformando la ricetta originale<br />
in una nuova, rigorosamente<br />
cruelty free.<br />
Naturalmente sono consentiti i<br />
legumi e le verdure, con particolare<br />
attenzione a quelle di stagione,<br />
che vanno sempre preferite;<br />
è permesso inoltre consumare alghe<br />
e frutta secca, particolarmente<br />
ricca di acidi grassi essenziali e<br />
vitamina E.<br />
Per evitare il disperdersi di elementi<br />
nutritivi del cibo, la cucina<br />
vegana predilige metodi di preparazione<br />
delle pietanze che non<br />
comportano un’elevata dispersione<br />
di principi<br />
nutritivi; in<br />
questo senso i procedimenti di<br />
cottura preferiti sono la lessatura<br />
e la cottura a vapore.<br />
Rimane il problema, fortemente<br />
dibattuto, della carenza nella dieta<br />
vegan di alcuni microelementi, in<br />
particolar modo la vitamina B12,<br />
la colina, il calcio e gli acidi grassi<br />
Omega 3. Qui anche il mondo<br />
scientifico è profondamente diviso:<br />
il vero nodo dolente riguarda<br />
la vitamina B12, che non è presente<br />
in alcun modo negli alimenti<br />
vegetali e la sua carenza può<br />
indurre l’insorgenza dell’anemia<br />
megaloblastica o di patologie a<br />
carico del sistema nervoso.<br />
In effetti questo rischio c’è, per cui<br />
chi segue un regime alimentare<br />
vegano deve integrare in maniera<br />
artificiale questa vitamina. Colina,<br />
ferro e calcio, invece, possono essere<br />
assunti anche attraverso prodotti<br />
di origine vegetale.<br />
Vi abbiamo dato a questo punto<br />
una breve panoramica di cosa<br />
implichi la scelta di una<br />
dieta vegana. Si tratta<br />
appunto di una scelta, che<br />
come tale va rispettata; soprattutto<br />
bisogna conoscerla per<br />
poterla eventualmente criticare<br />
o appoggiare.<br />
Dagli ultimi incontri mondiali<br />
tenutisi a Parigi sappiamo<br />
che il pianeta sta<br />
andando verso una direzione<br />
rovinosa e che, se non cambia<br />
velocemente la sua rotta,<br />
non avrà un punto di ritorno. La<br />
sociologia del territorio, branca<br />
specifica della sociologia generale<br />
che si occupa dello studio dei<br />
fenomeni planetari, afferma che<br />
dall’Ottocento in poi la terra ha<br />
iniziato un lento ma progressivo<br />
(e purtroppo sembra irreversibile)<br />
processo di distruzione, legato<br />
all’inquinamento ambientale,<br />
alle deforestazioni, ai sempre più<br />
numerosi allevamenti intensivi.<br />
Tutto ciò dovrebbe far riflettere<br />
tutti, ma l’antropocentrismo dilagante<br />
sembra piuttosto far arroccare<br />
sempre più l’uomo sulla sua<br />
convinzione di supremazia assoluta,<br />
piuttosto che sulla sua appartenenza<br />
al pianeta Terra, con<br />
gli stessi diritti e doveri di ogni<br />
altro essere vivente.<br />
La filosofia vegana si oppone a<br />
tutto questo. Ancora oggi non<br />
è facile seguire questo stile di vita,<br />
in particolar modo quando si<br />
è fuori dalla propria cucina, dato<br />
che sono pochi i ristoranti vegani<br />
veri e proprio sul territorio; ma<br />
qualcuno tenta di farlo e, soprattutto,<br />
ci riesce.<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 49