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Orizzonte Magazine n°1 -2016

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sio (una miscela di semi di sesamo<br />

tostati con sale marino integrale),<br />

il miso (sempre a base di soia, ma<br />

addizionata con riso ed orzo) e<br />

il tahin (un prodotto molto simile<br />

al burro, ma fatto con semi di<br />

sesamo). Sempre più spesso, poi,<br />

si preparano salse, come la maionese<br />

vegan o il pesto vegan, in cui<br />

si sostituiscono alcuni ingredienti<br />

trasformando la ricetta originale<br />

in una nuova, rigorosamente<br />

cruelty free.<br />

Naturalmente sono consentiti i<br />

legumi e le verdure, con particolare<br />

attenzione a quelle di stagione,<br />

che vanno sempre preferite;<br />

è permesso inoltre consumare alghe<br />

e frutta secca, particolarmente<br />

ricca di acidi grassi essenziali e<br />

vitamina E.<br />

Per evitare il disperdersi di elementi<br />

nutritivi del cibo, la cucina<br />

vegana predilige metodi di preparazione<br />

delle pietanze che non<br />

comportano un’elevata dispersione<br />

di principi<br />

nutritivi; in<br />

questo senso i procedimenti di<br />

cottura preferiti sono la lessatura<br />

e la cottura a vapore.<br />

Rimane il problema, fortemente<br />

dibattuto, della carenza nella dieta<br />

vegan di alcuni microelementi, in<br />

particolar modo la vitamina B12,<br />

la colina, il calcio e gli acidi grassi<br />

Omega 3. Qui anche il mondo<br />

scientifico è profondamente diviso:<br />

il vero nodo dolente riguarda<br />

la vitamina B12, che non è presente<br />

in alcun modo negli alimenti<br />

vegetali e la sua carenza può<br />

indurre l’insorgenza dell’anemia<br />

megaloblastica o di patologie a<br />

carico del sistema nervoso.<br />

In effetti questo rischio c’è, per cui<br />

chi segue un regime alimentare<br />

vegano deve integrare in maniera<br />

artificiale questa vitamina. Colina,<br />

ferro e calcio, invece, possono essere<br />

assunti anche attraverso prodotti<br />

di origine vegetale.<br />

Vi abbiamo dato a questo punto<br />

una breve panoramica di cosa<br />

implichi la scelta di una<br />

dieta vegana. Si tratta<br />

appunto di una scelta, che<br />

come tale va rispettata; soprattutto<br />

bisogna conoscerla per<br />

poterla eventualmente criticare<br />

o appoggiare.<br />

Dagli ultimi incontri mondiali<br />

tenutisi a Parigi sappiamo<br />

che il pianeta sta<br />

andando verso una direzione<br />

rovinosa e che, se non cambia<br />

velocemente la sua rotta,<br />

non avrà un punto di ritorno. La<br />

sociologia del territorio, branca<br />

specifica della sociologia generale<br />

che si occupa dello studio dei<br />

fenomeni planetari, afferma che<br />

dall’Ottocento in poi la terra ha<br />

iniziato un lento ma progressivo<br />

(e purtroppo sembra irreversibile)<br />

processo di distruzione, legato<br />

all’inquinamento ambientale,<br />

alle deforestazioni, ai sempre più<br />

numerosi allevamenti intensivi.<br />

Tutto ciò dovrebbe far riflettere<br />

tutti, ma l’antropocentrismo dilagante<br />

sembra piuttosto far arroccare<br />

sempre più l’uomo sulla sua<br />

convinzione di supremazia assoluta,<br />

piuttosto che sulla sua appartenenza<br />

al pianeta Terra, con<br />

gli stessi diritti e doveri di ogni<br />

altro essere vivente.<br />

La filosofia vegana si oppone a<br />

tutto questo. Ancora oggi non<br />

è facile seguire questo stile di vita,<br />

in particolar modo quando si<br />

è fuori dalla propria cucina, dato<br />

che sono pochi i ristoranti vegani<br />

veri e proprio sul territorio; ma<br />

qualcuno tenta di farlo e, soprattutto,<br />

ci riesce.<br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 49

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