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<strong>SQUARE</strong> USI – MAGAZINE I Quadrimestrale I Università della Svizzera italiana I numero 20, 2016 I www.square.usi.ch<br />

3<br />

a equivoci, dicendo: “L’Università della<br />

Svizzera italiana deve essere valutata con<br />

estremo rigore: non vogliamo in nessun<br />

modo che esista il minimo dubbio che il<br />

riconoscimento ci venga dato in base alla<br />

qualità dell’insegnamento e della ricerca e<br />

all’apporto dell’USI al sistema universitario<br />

svizzero, e non come atto di paternalismo<br />

verso una minoranza”. Questa attenzione<br />

alla qualità, senza ricerca di favori o<br />

di scorciatoie, è uno dei valori fondamentali<br />

che il nostro “padre fondatore” ci ha<br />

tramandato e che continuano a ispirare il<br />

nostro presente e la pianificazione del nostro<br />

domani.<br />

Agli esordi, un’altra obiezione mossa di<br />

frequente all’università in Ticino era il<br />

rischio del provincialismo, di “un’università<br />

per il quartiere di Molino Nuovo”.<br />

L’idea fu quella di trasformare<br />

il Ticino, grazie alla “spinta”<br />

universitaria, in un<br />

“luogo di opportunità”<br />

Giuseppe Buffi ha sempre detto chiaramente<br />

che con l’istituzione dell’USI l’obiettivo<br />

non era interrompere il benefico<br />

flusso di ticinesi verso le università svizzere<br />

ed estere, ma giocare la carta del flusso in<br />

entrata di studentesse e studenti da tutto<br />

il mondo. E, più in generale, trasformare<br />

il Ticino, grazie alla “spinta” universitaria,<br />

in un “luogo di opportunità”, a favore degli<br />

stessi ticinesi. Una delle preoccupazioni<br />

del Consigliere di Stato era infatti la fuga<br />

definitiva dei cervelli: giovani donne e giovani<br />

uomini brillanti che partono per gli<br />

studi e non tornano più a causa della mancanza<br />

di prospettive. Nella sua visione l’università<br />

doveva nascere anche per questo,<br />

per diventare una delle pietre angolari sulle<br />

quali costruire l’avvenire del Cantone, creando<br />

le migliori premesse per permettergli<br />

di affermarsi nel contesto confederale e per<br />

consentire alle future generazioni di lottare<br />

ad armi pari con concorrenti sempre più<br />

agguerriti in un’economia globalizzata,<br />

innescando al contempo processi di innovazione<br />

e di rigenerazione portatori di<br />

prosperità economica e di sicurezza sociale<br />

per il nostro territorio e la sua popolazione.<br />

Il 3 ottobre del 1995 il Parlamento ticinese vara la Legge sull’Università.<br />

A sinistra Giuseppe Buffi (foto Archivio del Corriere del Ticino).

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