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<strong>SQUARE</strong> USI – MAGAZINE I Quadrimestrale I Università della Svizzera italiana I numero 20, 2016 I www.square.usi.ch<br />
5<br />
L’USI è come un telaio<br />
Carole Mazzucchelli, laureata dell’USI e tra i primi iscritti del 1996<br />
Carole Mazzucchelli fu tra i primi studenti<br />
iscritti all’USI nel 1996, all’Accademia di<br />
architettura. In occasione del primo Dies<br />
academicus, l’8 marzo dell’anno successivo,<br />
le fu chiesto di prendere la parola e di farsi<br />
portavoce degli studenti. Ecco il testo del suo<br />
intervento.<br />
Cinque mesi sono già passati dall’inizio dei<br />
corsi. Ma l’entusiasmo iniziale non è diminuito.<br />
Anzi. L’atmosfera è sempre effervescente.<br />
L’università è un laboratorio in<br />
continua attività che ci trascina, è una fabbrica<br />
di cultura che ci bombarda ogni giorno<br />
di insegnamenti, di riflessioni, di idee.<br />
Per questo ogni giorno è un’occasione, uno<br />
stimolo per riflettere, per liberare la nostra<br />
fantasia e, in fondo, per conoscere meglio<br />
noi stessi. Einstein diceva: “Per la cultura<br />
ci sono i libri: all’università si impara a<br />
pensare”. Per noi questo è particolarmente<br />
vero. La nostra mente qui non va mai in vacanza,<br />
perché è troppo curiosa di scoprire<br />
e di capire tutto ciò che la circonda e che<br />
le viene proposto. Spesso basta una parola,<br />
un’immagine per far partire un ragionamento:<br />
perché tutto si integra, tutto concorre<br />
a formare un tessuto fitto. L’università<br />
è il telaio che intreccia i fili per creare<br />
questo tessuto. I fili verticali rappresentano<br />
la trasmissione del sapere, la comunicazione<br />
tra professori e studenti. Rappresentano<br />
le lezioni, le conferenze, i viaggi, le mostre<br />
e tutte le occasioni per imparare che ci<br />
sono date. A questo livello non c’è solo<br />
un passaggio di nozioni, bensì di modi di<br />
pensare, di esperienze proprie dei nostri<br />
maestri, del loro bagaglio di vita, di lavoro,<br />
di ricerca. C’è anche il loro entusiasmo<br />
per questa università che hanno voluto e<br />
la passione con la quale comunicano. Sono<br />
per noi delle guide carismatiche. Questo<br />
insegnamento non viene però subìto passivamente:<br />
tra studenti e università, e tra<br />
studenti stessi, c’è uno scambio fitto, una<br />
comunicazione vivace. Questi sono i fili<br />
orizzontali del nostro telaio. Ad esempio<br />
all’interno dell’Accademia di architettura<br />
dove studio c’è una vita animatissima: si<br />
studia, si discute, si fanno progetti, si lavora<br />
di giorno, di notte e anche di domenica,<br />
si stringono amicizie. Ci si confronta con<br />
culture diverse. Abbiamo compagni che<br />
vengono da lontano: da tutta Europa, dalla<br />
Russia, dall’America, e c’è sempre qualcosa<br />
da imparare.<br />
Einstein diceva: «Per la cultura ci<br />
sono i libri: all’università si<br />
impara a pensare». Per noi questo<br />
è particolarmente vero; spesso<br />
basta una parola, un’immagine<br />
per far partire un ragionamento,<br />
perché tutto si integra, tutto<br />
concorre a formare un tessuto<br />
fitto. La nostra università è così<br />
Noi studenti sentiamo di avere un ruolo<br />
attivo nella crescita di questa università, è<br />
un laboratorio sperimentale aperto alle nostre<br />
proposte. La dimensione sperimentale<br />
aumenta il nostro senso di responsabilità,<br />
perché vogliamo che questa nave sulla quale<br />
siamo saliti arrivi a destinazione. Ci rendiamo<br />
conto che con noi sta iniziando una<br />
grande avventura. L’apertura dell’università<br />
in Ticino è un evento storico, siamo orgogliosi<br />
di essere presenti e di partecipare a<br />
questo grande progetto che si sta mettendo<br />
in moto. In questa situazione ci sentiamo<br />
dei pionieri, ma di una specie protetta; ci<br />
proteggono la qualità dell’insegnamento<br />
che riceviamo e la qualità dell’organizzazione<br />
dell’università. Tutte le risorse messe<br />
in gioco sono infatti valorizzate dall’efficienza<br />
del sistema.<br />
Nell’era dell’università di massa,<br />
dove il professore si vede solo da<br />
lontano, abbiamo il privilegio di<br />
avere un contatto diretto con dei<br />
grandi maestri<br />
Nell’era dell’università di massa, dove<br />
il professore si vede solo da lontano, abbiamo<br />
il privilegio di essere in pochi e di<br />
avere un contatto diretto con dei grandi<br />
maestri. Siamo seguiti costantemente nel<br />
nostro lavoro e abbiamo grandi mezzi a<br />
disposizione. Tanti adulti mi hanno detto:<br />
“vorrei avere avuto la fortuna di frequentare<br />
un’università come la tua. Un’università<br />
che traccia un percorso di qualità per<br />
la vita e che ti insegna a fare bene ciò che<br />
ami, a fare bene il tuo lavoro”. Questo mi<br />
dà fiducia per il futuro. Quali sono le nostre<br />
aspettative? Cito la frase introduttiva<br />
del programma dell’Accademia: è di Stendhal.<br />
Egli dice: “È una vera felicità avere<br />
per mestiere la propria passione”. Io credo<br />
che questa università sia il mezzo giusto<br />
per raggiungere questo obiettivo.