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IDEE<br />
A pieno titolo tra le Università svizzere<br />
Ruth Dreifuss, già Consigliera federale<br />
Estratti dai discorsi della Consigliera federale<br />
Ruth Dreifuss ai Dies academicus del<br />
1997 e del 2000.<br />
Scorrendo un bel libro sul Ticino, ho letto<br />
una riflessione di Giovanni Orelli che<br />
mi sembra illustri bene il percorso che ha<br />
portato alla creazione di questa Università:<br />
“Se è vero che il fondo del pensiero<br />
è sempre un incrocio di strade, il Ticino<br />
ha una posizione privilegiata. Ma è altrettanto<br />
vero che la ‘natura’ non basta. Non<br />
basta l’occasione: occorre che a quella occasione<br />
si dia una forma”. Il Cantone Ticino<br />
ha saputo far fruttare la sua particolare<br />
situazione di incrocio di strade – strade<br />
politiche, culturali, economiche –, individuando<br />
la via per dotarsi di un’università.<br />
Fautore di questo importante traguardo è<br />
stato il Consigliere di Stato ticinese Giuseppe<br />
Buffi, che ci ha mostrato con passione<br />
e sentimento che chi ha una meta,<br />
trova un cammino. E il suo cammino ci<br />
ha portati alla creazione dell’Università<br />
della Svizzera italiana. Buffi ha sempre<br />
rivendicato il fatto che l’USI fosse “un<br />
atto d’amore della Svizzera italiana alla<br />
Svizzera intera”: la sua creazione era infatti<br />
intesa quale contributo al progresso<br />
della conoscenza, a pari dignità culturale<br />
e scientifica rispetto alle altre università<br />
svizzere. E Berna accolse questo contributo,<br />
nella consapevolezza che il Ticino<br />
ha molto da offrire alla Svizzera in questo<br />
campo. È proprio con questo spirito<br />
che la Confederazione e la comunità accademica<br />
svizzera hanno riconosciuto il<br />
Ticino quale Cantone universitario. Il riconoscimento<br />
a Cantone universitario ha<br />
portato con sé anche molte responsabilità.<br />
Responsabilità interne, ad esempio nel<br />
consolidamento dell’università in quanto<br />
La Consigliera federale<br />
Ruth Dreifuss, allora<br />
Direttrice del Dipartimento<br />
federale dell’interno, al<br />
Dies academicus del 1997<br />
(foto Archivio del Corriere<br />
del Ticino).<br />
istituzione e nella creazione di strumenti<br />
di gestione conformi alle regole richieste<br />
dagli organi universitari svizzeri. Responsabilità<br />
nazionali, come la cooperazione<br />
con la Confederazione e con gli altri Cantoni<br />
universitari.<br />
Aprire un’università in Ticino<br />
non è un atto di chiusura,<br />
un ripiegarsi del Cantone su sé<br />
stesso. L’USI è la manifestazione<br />
di una forte volontà di apertura<br />
e collaborazione<br />
La creazione dell’USI riflette la volontà di<br />
contribuire al consolidamento dei valori<br />
italofoni in Svizzera. È un fatto: l’identità<br />
culturale della Svizzera italiana è una delle<br />
componenti identitarie del nostro Paese,<br />
occorre sostenerla. Aprire un’università<br />
in Ticino non è in alcun modo un atto di<br />
chiusura, un ripiegarsi del Cantone su sé<br />
stesso. Al contrario: l’USI è la manifestazione<br />
di una forte volontà di apertura e<br />
collaborazione. Ricordo a questo proposito<br />
la metafora del sangallese August von<br />
Gonzenbach per il quale, già nel 1848, il<br />
sistema di formazione elvetico non poteva<br />
essere simile a uno splendido brillante,<br />
capace di illuminare di luce riflessa solo il<br />
centro della Svizzera. Al contrario: la rete<br />
di istituti universitari e di ricerca doveva<br />
essere piuttosto una rete di luci interconnesse<br />
e ripartite giudiziosamente sull’insieme<br />
del territorio svizzero. Ed ecco che,<br />
con la creazione dell’USI, una nuova luce<br />
si è accesa.