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Economia<br />
Ungheria, una riforma per<br />
la <strong>com</strong>petitività<br />
La proposta fiscale presentata dal governo ungherese<br />
Entro la fine di novembre <strong>il</strong> governo ungherese<br />
dovrebbe approvare una nuova riforma fiscale, <strong>il</strong><br />
cui scopo sarebbe quello di portare incentivi e fac<strong>il</strong>itazioni<br />
alle imprese.<br />
Per <strong>il</strong> momento è stata presentata una proposta<br />
contenente diverse modifiche rispetto all’attuale<br />
regolamentazione.<br />
Modifiche previste<br />
• riduzione dell’aliquota massima dell’IVA, a partire<br />
dal 2006 , dal 25% al 20%<br />
• abbassamento dell’imposta massima sui redditi<br />
delle persone fisiche dal 38% al 36%.<br />
• L’aliquota relativa alla tassa sulle società resterà<br />
invariata al 16%. Tuttavia, per redditi fino a 5<br />
m<strong>il</strong>ioni di fiorini (20.000 euro), le imprese che<br />
erogano ai propri dipendenti un salario almeno<br />
doppio rispetto a quello minimo e che non richiedano<br />
altri benefici fiscali, potranno optare<br />
per un’aliquota del 10%<br />
• Riduzione dei contributi mens<strong>il</strong>i per <strong>il</strong> sistema<br />
sanitario pagati dalle imprese a favore dei<br />
propri dipendenti, a partire dal novembre di<br />
quest’anno<br />
“Questa riforma è ancora al vaglio delle <strong>com</strong>petenti<br />
istituzioni ungheresi, qui in Ungheria c’è un<br />
grosso dibattito su questi temi”,<br />
spiega <strong>il</strong> dott. Sergio Strozzi, Capo<br />
dell’Ufficio Economico – Commerciale<br />
dell’Ambasciata d’Italia<br />
di Budapest, “è un procedimento<br />
che presenta molti aspetti positivi,<br />
che va inquadrato in un progetto<br />
di maggiore <strong>com</strong>petitività<br />
nei confronti dei Paesi limitrofi.”<br />
L’impatto per le aziende italiane,<br />
secondo <strong>il</strong> dott. Strozzi, sarà<br />
limitato. “La presenza italiana in<br />
Ungheria è costituita perlopiù da<br />
PMI e i benefici che l’attuale riforma introdurrebbe<br />
sembrano essere limitati (quelli più significativi si<br />
riferiscono soprattutto alla riduzione dei contributi<br />
Bisogna dare<br />
particolare<br />
attenzione alle<br />
piccole e<br />
medie imprese<br />
<strong>il</strong> <strong>Ponte</strong><br />
previdenziali e sanitari per i dipendenti). Per quanto<br />
riguarda <strong>il</strong> settore dei servizi, maggiori sono gli<br />
investimenti italiani, anche in questo caso l’impatto<br />
della riforma sembra essere minimo (l’aliquota fiscale<br />
applicab<strong>il</strong>e alle imprese del settore bancario,<br />
peraltro, è già stata aumentata con un provvedimento<br />
ad hoc del Governo, all’inizio dell’anno in<br />
corso). Per attrarre nuovi capitali è un passo avanti,<br />
ma <strong>il</strong> sistema fiscale rimane rigido e <strong>com</strong>plesso e<br />
bisognerà che si provveda al più presto a snellirlo.”<br />
La proposta di abbassare l’IVA al 20% è quella che<br />
più piace agli analisti e agli esperti. “Si tratta di una<br />
<strong>com</strong>ponente che ha sempre inciso molto, specie<br />
per alcuni settori”, <strong>com</strong>menta <strong>il</strong> dott. Alessandro<br />
Farina, amministratore unico di ITL Group, studio<br />
professionale di consulenza agli investimenti attivo<br />
in Ungheria dal 1994. “Specie le ditte che operano<br />
in catene al dettaglio ne saranno molto avvantaggiate,<br />
vedendo incrementati i loro margini.”<br />
È da molto che in Ungheria si attendeva questa<br />
riforma. “Non credo che arriverà a spostare gli investimenti<br />
che ora sono nei Paesi limitrofi”, prosegue<br />
Farina, “ma qualora una società tricolore dovesse<br />
decidere ora dove dirigersi, troverebbe questo Paese<br />
decisamente concorrenziale.”<br />
Secondo alcuni tuttavia, questa proposta avrà un<br />
impatto limitato sulla consistenza<br />
degli investimenti italiani in Ungheria.<br />
“Non ritengo possa cambiare<br />
molto la situazione degli<br />
investimenti italiani”, sostiene <strong>il</strong><br />
dott. Alessio Ponz de Leon Pisani,<br />
direttore dell’Istituto per <strong>il</strong> Commercio<br />
Estero (ICE) di Budapest.<br />
“Siamo al terzo posto tra i partner<br />
<strong>com</strong>merciali dell’Ungheria, con<br />
Austria e Russia, ma per ciò che<br />
concerne gli investimenti siamo<br />
ancora indietro.”<br />
Tra le varie proposte di riforma che <strong>il</strong> governo ha<br />
ricevuto, figura anche quella della Camera di Com-<br />
W W W . C C I U . C O M Ottobre – Dicembre 2005 23