FuoriAsse #18
Officina della cultura
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personale scoperta del libro – ti parlo del<br />
2005 – si deve alla circostanza che, per<br />
me, La masseria era sempre stato il<br />
romanzo del calabrese Fortunato Seminara,<br />
scritto nel 1952, proprio poco<br />
prima che Giuseppe Bufalari scendesse<br />
in Basilicata (e che morisse Rocco Scotellaro).<br />
Ma una volta trovata, nella<br />
biblioteca di mio padre, una versione<br />
scolastica di questo “nuovo” romanzo,<br />
mi sono procurato la prima edizione<br />
Lerici del 1960. Non pensavo che avrei<br />
poi conosciuto anche l’autore, classe<br />
1927, grazie al fortuito incontro con uno<br />
dei suoi figli, Vieri, purtroppo scomparso<br />
due settimane prima della presentazione<br />
del libro. Intervistai, dunque, Giuseppe<br />
Bufalari, per il «Quotidiano della<br />
Basilicata», il 31 maggio del 2009 e finalmente,<br />
grazie all’interesse dell’Editore<br />
Hacca e di Giuseppe Lupo, così come<br />
al pronto sostegno del comune di Calvello<br />
(il paese lucano dove sono ambientate<br />
le vicende del romanzo), il libro ha<br />
finalmente potuto vivere una nuova stagione.<br />
SC: Hai detto che Bufalari dà alle<br />
stampe il suo romanzo nel 1960, ma che<br />
la sua discesa in Basilicata è successiva<br />
al 1952. Sono gli anni della Riforma e<br />
dell’intervento della Cassa per il Mezzogiorno...<br />
AC: Sì, Bufalari scende in Lucania nel<br />
1953. Sono gli anni della Riforma. Nel<br />
romanzo, il protagonista è inviato dall’Ente<br />
Riforma in Partibus infidelium<br />
(cito dalla recensione di Montale) a preparare<br />
la popolazione ai cambiamenti<br />
che vanno attuandosi sotto la spinta<br />
modernizzatrice della Riforma agraria. Il<br />
professore (così i contadini chiamano<br />
l’assistente sociale), parte convinto della<br />
necessità del cambiamento, ma pure<br />
realizza che il tempo per operare qualsia -<br />
si adattamento della mentalità contadina<br />
non può che essere lungo quando al<br />
limite della masseria ci sono già operai,<br />
capannoni, ruspe. Tra l’altro, nessuno<br />
legge le relazioni inviate dal protagonista<br />
per informare e ammonire dei costi<br />
umani che comporterebbe l’inizio immediato<br />
delle trasformazioni. Tuttavia, se<br />
la costruzione di una diga cancellerà<br />
infine la masseria Torraca, i due mondi<br />
sembreranno quasi impermeabili e distanti<br />
fino alla fine, fino al violento impatto<br />
che, tra le altre cose, costa il trasferimento<br />
in altra sede allo scomodo<br />
protagonista.<br />
SC: Con quale sguardo Bufalari, fiorentino<br />
di nascita, racconta allora la realtà<br />
contadina del luogo e le ragioni della<br />
modernizzazione? In altre parole, attraverso<br />
quali esperienze personali e quale<br />
formazione letteraria affronta la stesura<br />
del romanzo?<br />
AC: Ha ben scritto Andrea Di Consoli,<br />
nella prefazione al libro, che La masseria<br />
è un romanzo-reportage, la precisa<br />
fotografia di un passaggio epocale. Resa,<br />
aggiungerei, con un linguaggio terso,<br />
essenziale, dunque moderno. Nell’intervista<br />
del 2009, Bufalari mi raccontò di<br />
come la sua formazione intellettuale,<br />
FUOR ASSE<br />
28<br />
Il rovescio e il diritto