FuoriAsse #18
Officina della cultura
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ancora, ma più corto. Tocca alle generazioni<br />
più vecchie contribuire a far crescere<br />
quel futuro che non potranno<br />
veder compiuto; tocca alle generazioni<br />
più giovani farsene creatori e protagonisti.<br />
Così, per suscitare un dinamismo<br />
vitale, bisogna abbandonare le consorterie<br />
di ogni genere, bisogna lavorare<br />
insieme per far sì che l’utopia di un<br />
mondo migliore resti viva e la società<br />
tutta ne tragga beneficio. Per questo è<br />
bello che le generazioni si confrontino,<br />
si parlino, si sostengano reciprocamente;<br />
ed è fondamentale che i giovani che<br />
lavorano siano valorizzati, che il loro<br />
lavoro sia riconosciuto. Nell’Antologia di<br />
poeti contemporanei (Mursia 2016), lo<br />
spazio finale dedicato alle riviste, ai<br />
blogs, ai giovani che si impegnano nella<br />
poesia e nella cultura, è sembrato necessario<br />
proprio quanto dicevamo, per<br />
dare doveroso conto dei fermenti nuovi.<br />
CA - L’Antologia include molti autori italiani<br />
rappresentanti di una realtà che<br />
esula da grandi centri come Milano o<br />
Roma. Perché questa scelta? Infine, perché<br />
la scelta di seguire un ordine anagrafico?<br />
DM - Perché lo spirito della poesia soffia<br />
dove vuole, e la poesia italiana non<br />
può essere chiusa nei limiti del percorso<br />
di un treno frecciarossa qualsiasi sulla<br />
tratta Roma-Milano o viceversa. Mi sembrava<br />
giusto far emergere autori notevoli<br />
che lavorano nelle loro città, magari<br />
lontane dai centri dell’editoria maggiore,<br />
senza preclusioni. Autori che non sempre<br />
sono arrivati all’editoria maggiore...<br />
Per questo ho incluso nell’Antologia anche<br />
poeti del Sud, o toscani, veneti, emiliani.<br />
Del resto, una antologia nasce, o<br />
dovrebbe nascere, perché un critico intende<br />
correre il rischio della scelta, perché<br />
ha piacere di discutere di letteratura:<br />
e questo è proprio quello che volevo<br />
fare fin da quando ne avevo cominciato i<br />
lavori, nel 2009 (l’Antologia è stata poi<br />
consegnata a Mursia nel 2014, ed è usci -<br />
ta nel 2016). Personalmente, ritengo che<br />
lo sguardo di un critico sia tanto più uti -<br />
le quanto più è soggettivo e centrato sui<br />
principi della responsabilità e della verità:<br />
solo se vi sono tante solide verità<br />
soggettive – frutto dello slancio a costrui -<br />
re oltre se stessi e insieme con gli altri<br />
–, si può partecipare attivamente alla let -<br />
teratura. Inoltre, solo così può nascere<br />
la possibilità di comparazione e quella<br />
tensione virtuosa, persuasiva, verso la<br />
conoscenza della verità: che è movimento<br />
condiviso, viaggio perpetuo verso la<br />
meta intraveduta all’orizzonte, anche se<br />
non la potremo mai raggiungere davvero<br />
o catturare una volta per sempre. Per<br />
tutti questi motivi ho cercato di curare<br />
al massimo i profili introduttivi degli autori:<br />
perché fossero sempre chiare le ragioni<br />
delle mie scelte critiche.<br />
Ho infine seguito un criterio anagrafico<br />
nell’ordinamento degli autori, perché<br />
mi piaceva l’idea di abbracciare con lo<br />
sguardo il panorama poetico italiano di<br />
oggi attraverso le esperienze variegate di<br />
generazioni e tradizioni diverse; e di poter<br />
vedere anche come si delineassero i<br />
vari percorsi dell’innovazione.<br />
©Alicia Savage<br />
FUOR ASSE<br />
39 Redazione Diffusa