Anton Giulio Majano. Il regista dei due mondi
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avventura televisiva: Edda Soligo, Fosco Giachetti, Lauro Gazzolo,<br />
Andrea Checchi, Wanda Capodaglio, Massimo Pianfiorini...<br />
Attori legati a un momento ben preciso del cinema italiano, che nel<br />
periodo tra le <strong>due</strong> guerre riprese spesso stilemi e motivi dell’arte<br />
ottocentesca, riproponendo le stesse atmosfere <strong>dei</strong> pittori dell’epoca.<br />
Questa corrente “fu troppo sommariamente liquidata dalla critica del<br />
tempo, che le rimproverava le eccessive compiacenze stilistiche e<br />
l’edonismo; in realtà gli artisti appartenenti ad essa davano al nostro<br />
cinema quel senso della forma senza il quale non avremmo avuto le opere<br />
del neorealismo. L’ispirazione ottocentesca serviva a introdurre motivi<br />
nuovi, l’amore, la natura, la donna, la gioia di vivere, la sofferenza”. 5<br />
Temi che si ritrovano negli sceneggiati di <strong>Majano</strong>, dove prende corpo<br />
un’epica all’italiana, affine a quella raccontata con saporosa<br />
magniloquenza da Alessandro Blasetti e da Augusto Genina.<br />
Un altro personaggio chiave della cultura cinematografica di <strong>Majano</strong> è<br />
Carmine Gallone, per il quale scrisse soggetto e sceneggiatura del film<br />
Biraghin, la storia di una ragazza di modeste origini che diventa un’étoile<br />
della Scala, un film che sembra la trasposizione cinematografica en tableau<br />
vivant di un quadretto di genere di fine Ottocento. Da Gallone, famoso anche<br />
per i suoi film ispirati ai capolavori della lirica, <strong>Majano</strong> riprese il senso per<br />
la musicalità, che in alcuni casi trasforma gli sceneggiati televisivi del <strong>regista</strong><br />
della Cittadella in “opere liriche in prosa”, dove si coglie una spiccata<br />
ritmicità, tanto nei cori <strong>dei</strong> pirati dell’Isola del tesoro o <strong>dei</strong> ribelli della<br />
Freccia nera, quanto nella coralità delle azioni, come si vede nelle sequenze<br />
molto coreografate dell’Eredità della priora o della Pietra di luna.<br />
Tra i temi che affiorano nell’opera di <strong>Majano</strong> c’è anche il<br />
soprannaturale. Quel filone scorre come un fiume sotterraneo: al cinema<br />
invertebra film come Seddok, uno psycho thriller con implicazioni<br />
vampiristiche, e Terrore sulla città, dominato dalla paura della diffusione<br />
del morbo della peste. Negli sceneggiati il senso del mistero si ripresenta<br />
puntuale in Romeo Bar, con le allucinazioni di Ubaldo Lay, in Jane Eyre,<br />
dietro le porte chiuse, nella Pietra di luna, con le visioni di Lucy, la<br />
ragazza zingaresca interpretata da Mariella Fenoglio, e la presenza<br />
inquietante <strong>dei</strong> tre bramini, nell’Eredità della priora, con le streghe del<br />
bosco, e nell’aura neopagana di Castigo, per non dire del Mago di<br />
Sondrio, il finto veggente della prima serie di Qui Squadra Mobile.<br />
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