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1Stamperia DGR 1616_09 allegato A - Regione Veneto

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liberalizzazione dei mercati, accresciuta domanda internazionale, variabilità degli andamenti<br />

climatici e da ultimo, lo sviluppo delle utilizzazioni bioenergetiche. Nel caso delle colture<br />

industriali la produzione vendibile raggiunge 240-260 milioni di euro pari al circa il 20-22% del<br />

totale nazionale e ciò per la coltivazione della soia. La dinamica di questo comparto si<br />

contraddistingue per una flessione fino ai primi anni del 2000 per effetto del forte calo di<br />

investimenti a soia, seguita da una leggera ripresa in concomitanza del rialzo delle quotazione e<br />

riforma della politica agricola comunitaria.<br />

Figura 3.1.12 – Evoluzione della produzione vendibile cereali e colture industriali ai prezzi di base<br />

Produzione vendibile (Mio euro)<br />

900<br />

800<br />

700<br />

600<br />

500<br />

400<br />

300<br />

200<br />

100<br />

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005<br />

Cereali (valori correnti) Cereali (val. reali)<br />

Industriali (val. correnti) Industriali (val. reali)<br />

Fonte: elaborazioni su dati Istat (conti economici e territoriali del settore agricolo, 2006)<br />

La superficie investita a frumento ha registrato una fase di stagnazione nel corso dell’ultimo<br />

decennio a causa della minor convenienza rispetto alle colture primaverili estive che si<br />

avvantaggiano di maggiori premi comunitari. Nell’ultimo biennio registra una fase di ripresa in<br />

concomitanza della riforma della PACe attualmente si aggira sui 60 mila ettari, pari a quasi il<br />

3% della superficie nazionale, con una produzione di 387 mila tonnellate.<br />

La superficie investita a mais, è raddoppiata negli ultimi 15 anni, raggiungendo, nel 2005 , 307<br />

mila ettari e una produzione di circa 3 milioni di tonnellate pari a quasi il 30% della<br />

produzione nazionale. Nel corso dell’ultimo quinquennio gli investimenti a mais si sono<br />

stabilizzati in conseguenza della riduzione dei margini assottigliati dalle ripetute siccità estive e<br />

dall’aumento del costo delle materie prime.<br />

La superficie investita a soia nel 2005 è stata di 75 mila ettari con una produzione raccolta di<br />

286 mila tonnellate. Con una variazione del 66% rispetto al 2003 , la produzione regionale di<br />

soia rappresenta il 52% della produzione nazionale. Il <strong>Veneto</strong> è infatti il primo produttore<br />

nazionale di soia, una coltura che ha trovato il consenso degli agricoltori veneti soprattutto negli<br />

anni ottanta quando veniva premiato da un’elevata protezione nel mercato interno. Attualmente<br />

gli investimenti a soia sono favoriti dai minori costi di produzione e dai vantaggi agronomici<br />

associati all’introduzione di questa leguminose nella rotazione con i cereali.<br />

Nel <strong>Veneto</strong> le grandi colture sono particolarmente diffuse nelle aree di pianura, grazie all’ampia<br />

disponibilità di terreni vocati, all’impiego della meccanizzazione, dell’acqua, e dei sistemi<br />

irrigui. Il settore è caratterizzato dalla presenza di produttori professionali e di produttori<br />

residuali e part time in connessione con la presenza di imprese agromeccaniche efficienti.<br />

Gli imprenditori professionali si distinguono per la forte specializzazione delle aziende,<br />

l’elevata professionalità , e più in generale, per l’applicazione di tecnologie particolarmente<br />

avanzate sia per la fase di coltivazione, che per quella di raccolta delle produzioni.<br />

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