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1Stamperia DGR 1616_09 allegato A - Regione Veneto

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Questa produzione viene per lo più destinata all’essiccazione e allo stoccaggio ad opera di<br />

strutture specializzate (55% del totale) in prevalenza non afferenti al settore della cooperazione.<br />

Una quota importante della produzione di frumento viene stoccata invece direttamente in<br />

azienda (circa il 30% del totale), mentre la restante parte è destinato direttamente ai mangimifici<br />

(frumento foraggiero: 10%) oppure ai molini (solo 5% della produzione costituisce il flusso<br />

diretto tra azienda e industria).<br />

Questa frammentazione non favorisce il rapporto con l’industria che richiede omogeneità e<br />

costanza della fornitura sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo. La principale<br />

destinazione del prodotto condizionato sono i molini (65-70% della produzione), che lavorano<br />

prodotto destinato prevalentemente all’alimentazione umana e che, pertanto, richiedono una<br />

materia prima con caratteristiche e requisiti (peso elettrostatico, tenore proteico, ecc), tasso di<br />

umidità e tempi di essiccazione idonei. Per l’ottenimento di questo obiettivo risulta<br />

fondamentale instaurare un rapporto efficiente tra i vari attori della filiera (produttori agricoli e<br />

industria di trasformazione), in quanto sottende all’intera logistica del settore.<br />

I mangimifici assorbono circa il 15-20% della produzione mentre mentre le amiderie assorbono<br />

una quota leggermente inferiore (10-15%) del prodotto disponibile a livello regionale.<br />

La prima parte della filiera rileva problematiche legate alla logistica che possono individuarsi<br />

nei costi di movimentazione e stoccaggio, nell’inadeguatezza delle reti di trasporto, nella<br />

carente presenza di figure professionali in grado di gestire e valorizzare qualitativamente le<br />

produzioni a livello di azienda agricola.<br />

Nella seconda parte della filiera, quella caratterizzata dalla fase finale, ovvero la<br />

commercializzazione, dal punto di vista logistico risulta fondamentale la scelta dei canali<br />

distributivi attraverso cui il prodotto giunge al consumatore finale.<br />

La logistica nella filiera del mais: la produzione di mais in <strong>Veneto</strong> si concentra per la maggior<br />

misura in un elevato numero di imprese di piccole dimensioni. L’84% della produzione agricola<br />

è destinata alle aziende di condizionamento per l’essiccazione e/o stoccaggio, mentre circa il<br />

10% viene essiccato direttamente in azienda e solo una piccola porzione, pari al 6%, viene<br />

inviato direttamente ai mangimifici (5%) e ai molini (1%).Per quanto riguarda le utilizzazioni, il<br />

mais prodotto in <strong>Veneto</strong> risulta in sostanza destinato per l’80-85% alle strutture mangimistiche,<br />

per il 10-15% alle amiderie e solo la restante parte ai molini per la produzione di alimenti per il<br />

consumo umano.<br />

Come per la filiera del frumento, nella sua prima parte, anche quella maidicola rivela, quali<br />

problematiche principali, quelle legate ai costi di movimentazione e stoccaggio, al trasporto dei<br />

prodotti, alla gestione spesso carente dal punto di vista professionale delle aziende agricole, alla<br />

eccessiva frammentazione dell’offerta di materia prima. Per quanto riguarda la fase finale della<br />

filiera, ovvero la commercializzazione, il mais trasformato prevalentemente in mangimi,<br />

individua come consumatori finali le aziende zootecniche, che vengono raggiunte attraverso<br />

l’utilizzo di mediatori, anche dipendenti delle stesse industrie mangimistiche, che generalmente<br />

forniscono servizio di consulenza nutrizionale ai clienti stessi.<br />

La logistica nella filiera della soia: il prodotto, preventivamente essiccato, nelle strutture<br />

specializzate (aziende di condizionamento), viene destinato a oleifici e a strutture di<br />

tostatura/estrusione che operano l’estrazione della frazione grassa. Il principale prodotto del<br />

processo di estrazione è l’olio grezzo, mentre attraverso l’estrazione meccanica si ottengono<br />

inoltre i pannelli proteici, e con l’estrazione chimica, le farine, destinate ai mangimifici per la<br />

produzione di alimenti zootecnici. La produzione di olio di soia, pertanto risulta strettamente<br />

legata alla domanda di farina proteica.<br />

L’intera produzione veneta, che proviene per oltre il 50% da aziende agricole di medie<br />

dimensioni, viene destinata per l’82% alle strutture di essiccazione e stoccaggio (cooperative e<br />

non), per il 10% all’essiccazione in azienda, per il 5% agli oleifici e per il rimanente 3% alle<br />

strutture di tostatura/estrusione.<br />

Nel complesso, il seme grezzo viene lavorato per l’80% dagli oleifici, mentre il 20% dalle<br />

imprese che operano tostatura/estrusione.<br />

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