29.08.2017 Views

Tecnologie Alimentari 5 Giugno e Luglio 2017

Tecnologie Alimentari da oltre 20 anni è una testata di riferimento per manager, tecnologi dell’industria alimentare ed imprenditori che operano nel settore.

Tecnologie Alimentari da oltre 20 anni è una testata di riferimento per manager, tecnologi dell’industria alimentare ed imprenditori che operano nel settore.

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

sicurezza<br />

Sull’etichetta del riso<br />

dovranno essere riportati<br />

i Paesi dove la materia<br />

prima è stata coltivata,<br />

lavorata e confezionata.<br />

Le paste di semola<br />

di grano duro dovranno<br />

invece indicare<br />

i Paesi di coltivazione<br />

e molitura del grano.<br />

di Gianluca<br />

Favagrossa*<br />

e Mauro<br />

Scorsone*<br />

ORIGINE IN ETICHETTA: PRESTO<br />

L’OBBLIGO PER PASTA E RISO<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.5 <strong>2017</strong><br />

*Area legale e delle<br />

relazioni industriali<br />

di Union<strong>Alimentari</strong><br />

Le iniziative del Ministero delle Politiche agricole alimentari e<br />

forestali e dal Ministero dello sviluppo economico sembrano<br />

basarsi ormai sull’assunto che l’origine, riportata in etichetta,<br />

costituisca la soluzione alle difficoltà in cui versa anche il settore<br />

primario nel nostro paese. A nostro avviso gli impatti limitati<br />

al territorio nazionale e non a quello comunitario di tali<br />

norme, piuttosto che le problematiche nella gestione degli<br />

stoccaggi e degli incarti, rischiano momentaneamente di gravare<br />

in termini economici solo sulle imprese nazionali di trasformazione,<br />

riducendone la competitività, senza per questo<br />

avere un effetto positivo sul livello della produzione primaria,<br />

in particolarità se pensiamo al grano duro.<br />

Prima di entrare nel merito delle bozze di questi due schemi<br />

di decreto interministeriale, concernenti l’origine in etichetta<br />

del riso e del grano duro per le paste secche, potrebbe essere<br />

utile fare alcune considerazioni sull’impiego di tali indicazioni<br />

quale possibile leva di marketing.<br />

In base ai dati della consultazione pubblica, richiamata nei<br />

considerando delle due bozze di decreto, a testimonianza<br />

della maggiore trasparenza che i consumatori chiedono dalle<br />

etichette, la consultazione non va a sconfessare la percezione<br />

che molti consumatori danno all’indicazione di origine, quando<br />

gradita. Infatti, è percepita in molti casi alla stregua di un<br />

brand commerciale qualificante.<br />

Alla domanda “lei sarebbe disposto a spendere di più per<br />

avere certezza dell’origine e provenienza italiana del prodotto<br />

che acquista? Se si, quanto sarebbe disposto a spendere di<br />

più?” il 30,26 % ha risposto che sarebbe disposto a pagare<br />

fino al 5% in più, il 40,33% dal 5% al 20% in più, mentre il<br />

12,01% ha risposto che sarebbe disposto a pagare oltre il<br />

20% in più. In sostanza l’82,60% ha risposto di essere disposto<br />

a spendere di più per il prodotto italiano e solo il 17,39%<br />

ha risposto di non esserlo.<br />

Ma chi scrive si chiede quale valore abbia un’indagine su un<br />

46<br />

www.interprogettied.com

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!