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LA TOSCANA OTTOBRE

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Firenze<br />

Mostre<br />

Arte e profumo all’Officina de’ Tornabuoni. Una nuova fragranza<br />

ed una scultura di Lea Monetti, entrambe dedicate alla ginestra<br />

di Barbara Santoro / foto courtesy dell’artista<br />

La ginestra era una pianta molto<br />

apprezzata già nell’antichità<br />

sia dai Greci sia dai Romani che<br />

la coltivavano per attirare le api e produrre<br />

miele. Fu Plinio il Vecchio a citarla<br />

più volte in età classica perché<br />

si credeva che nelle sue ceneri ci fosse<br />

l’oro. Durante il Medioevo con i rami<br />

tagliati della ginestra si facevano ottime<br />

scope. In Inghilterra fu considerata<br />

una pianta nobile e famosa, forse perché<br />

lo stemma della famiglia del re Enrico<br />

II (1133-1189) raffigurava un ramo<br />

di ginestra. In Francia, durante il regno<br />

di Luigi IX (1214-1270), fu fondato l’ordine<br />

cavalleresco della Ginestra, al quale<br />

parteciparono 100 membri scelti della<br />

guardia Reale. In Spagna fu molto apprezzata<br />

per le sue radici, le quali venivano<br />

lavorate per creare robuste corde<br />

per le imbarcazioni. Dalla fibra delle radici<br />

si possono ottenere indumenti pesanti<br />

e resistenti e spesso è usata anche<br />

nella confezione di abiti. La frutta veniva<br />

spesso messa a seccare su cannicci fatti<br />

dai rami della ginestra e “giugliai” erano<br />

coloro che li intrecciavano. Oggi è ancora<br />

molto utilizzata perché dai residui di<br />

lavorazione del suo legno si ottiene una<br />

cellulosa di ottima qualità. La ginestra<br />

spartium junceum, appartiene alla famiglia<br />

delle leguminose. Cresce nelle regioni<br />

mediterranee e contenendo azoto<br />

può consolidare i terreni franosi, aridi e<br />

rocciosi. Molte le leggende nate intorno<br />

a questo fiore; una davvero divertente è<br />

quella scozzese che narra di una ragazza<br />

alla quale l’uomo che amava chiese<br />

una “prova” per conoscere l’illibatezza<br />

della giovane. La famiglia per paura che<br />

ricevuta la prova d’amore l’uomo non la<br />

sposasse più, su consiglio di una strega<br />

portò il giovanotto in un bosco di ginestre.<br />

Stordito dai baci della ragazza e<br />

inebriato dal profumo dei fiori, il ragazzo<br />

cadde in un sonno profondo. Al risveglio<br />

convinto di aver posseduto la donna come<br />

voleva, acconsentì alle nozze. Da pochi<br />

giorni all’Officina de’ Tornabuoni (via<br />

Tornabuoni 19) è nato il profumo Ginestra<br />

ispirato alla scultura di Lea Monetti,<br />

artista di fama internazionale, dal<br />

titolo Ginestra e la lucertola. La bellissima<br />

statua bronzea, esposta a Palazzo<br />

Larderel - sede dell’Officina - in concomitanza<br />

con la Biennale Internazionale<br />

dell’Antiquariato di Firenze, è stata creata<br />

in omaggio alla sua figlia, allora adolescente,<br />

che ha questo curioso nome.<br />

Nella meravigliosa location dell’Officina,<br />

dove si producono cosmetici naturali e<br />

profumi dalle fragranze personalizzate<br />

grazie alle tecnologie innovative e alle<br />

materie di prima qualità, i nostri sensi<br />

saranno ammaliati, quindi, dalla bellezza<br />

dell’opera e dagli effluvi del magico<br />

profumo. Arte e fragranze coinvolgeranno<br />

gli spettatori in uno scenario di grande<br />

raffinatezza.<br />

Il profumo Ginestra creato dall’Officina de’ Tornabuoni ispirandosi<br />

all’omonima scultura di Lea Monetti<br />

Lea Monetti<br />

Ginestra e la lucertola, bronzo<br />

Palazzo Larderel, sede dell’Officina de’ Tornabuoni<br />

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