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canonizzazione con la proclamazione di
“santa” nel 2016. Ho voluto far conoscere
in breve la vita di questa straordinaria
donna prima di parlare delle due
opere in bronzo di Lea Monetti per la
chiesa di Grosseto. Anzitutto, la statua
alta 2 metri di Madre Teresa è collocata
davanti ad una grande vetrata ed è
quindi visibile anche dall'esterno. La figura
della santa, in bronzo lucido, ha un
volto sofferente e uno sguardo pieno di
dolcezza verso i fedeli che a lei si rivolgono
fiduciosi in preghiera. Dalla veste
bianca bordata d’azzurro spuntano due
piccoli piedi dai quali s’intuisce la figura
di un bambino nascosto sotto il manto
della santa. Una piccola croce, al termine
di alcuni grani di un rosario, è posata
sulla spalla sinistra. Curata in ogni particolare,
la statua riceve luce sia dall’esterno
tramite la vetrata che dai fari
collocati in modo da illuminarla dal basso.
La parete di fondo accoglie Madre
Teresa in una bolla chiaroscurale che
sembra inglobarla in una nebbia leggera.
Il candore fosforescente del manto
che avvolge il corpo della santa sembra
un riverbero del bagliore interiore. Solo
un’artista che come Lea Monetti unisce
ad una straordinaria sensibilità interiore
doti espressive coltivate con pazienza,
tenacia e passione, poteva rendere in
scultura lo spirito di una mamma che,
La Laocoonte, bronzo patinato a fuoco (Fonderia Mariani Pietrasanta) Ragazzo con il galleggiante, bronzo patinato
pur non avendo messo
al mondo alcun figlio, ne
ha amati tanti fino a consumarsi
nell’amore. L’altra
scultura è la Madonna
della Pasqua posizionata
sulla navata sinistra della
chiesa. Rappresenta una
madre che accoglie l'umanità
e la invita a rivolgersi
a lei con fiducia alla
sua immagine.
L'artista al lavoro in fonderia
Portata al ritratto per dote naturale,
Lea Monetti ha completato
la sua formazione con il
maestro Pietro Annigoni. Affermatasi
come ritrattista, ha lavorato in questo
campo per molti anni riscuotendo un
grande successo e ritraendo innumerevoli
personalità anche nel mondo diplomatico
internazionale. Desiderosa
di ampliare le proprie conoscenze tecniche
ed artistiche, ha studiato l’affresco,
nel quale si è più volte cimentata
con opere all’interno di chiese e palazzi
pubblici, spesso in collaborazione
con l’architetto Carlo Boccianti. Ha lavorato
come assistente di Bruno Saetti
per lo strappo di affresco nello studio
di Montepiano, esperienza culminata
con l’esposizione di affreschi staccati
organizzata dal Ministero degli Esteri
al Cairo negli anni Ottanta e inaugura-
ta dal magnifico rettore dell'Università
di Heluan e dall’ambasciatore Migliulo.
E’ stato Giovambattista Remo Bianco,
studio RGB, a suggerirle di dedicarsi
alla scultura che negli anni diventerà
la sua principale passione artistica. Negli
anni Novanta, lavora in Germania come
ritrattista e paesaggista, esponendo
a Berlino, Monaco, Stoccarda, Amsterdam,
Wolfsburg e Seesen. Di quel periodo
sono le sue famose Der Strand
des Lebens, cioè nature morte come
spiagge della vita. Tornata in Italia,
apre un agriturismo in Maremma e poi
si trasferisce a Firenze dove, nell’atelier
di via del Parioncino, si dedica completamente
alla scultura. Più volte insignita
di importanti premi e riconoscimenti,
tra cui il titolo di Commendatore della
Repubblica e Paiolante d’Onore, è stata
nominata di recente Accademico Cor-
Lea Monetti
rispondente della Classe di Scultura
dell’Accademia delle Arti del Disegno
di Firenze. Attualmente realizza le sue
sculture presso la Fonderia Mariani di
Pietrasanta.
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LEA MONETTI