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Tecnologia & Innovazione - #1

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TECNOLOGIA & INNOVAZIONE | MARZO 2020

Gli spazi collaborativi come

luoghi dell’open innovation

Gli spazi collaborativi e di coworking sono

spazi aperti e attrezzati in cui soggetti diversi

si ritrovano per svolgere le loro attività

lavorative; sono frequentati da freelancer e

dipendenti in regime di smart working o di

aziende che hanno la loro sede o parte di

essa all’interno dello spazio collaborativo,

impegnati in settori ad alta densità di innovazione.

Gli spazi di collaborazione sono in genere

frutto di progetti di riqualificazione urbana

e offrono, oltre a spazi di lavoro condivisi,

ristoranti e spazi per attività ricreative, e presentano

un alto grado di attenzione all’estetica,

risultando gradevoli allo sguardo e dando

dignità al tessuto urbano circostante.

Solitamente gli spazi di coworking sono separati

fisicamente dal resto, e sono strutturati

in sale di lavoro grandi e luminose, sale

riunioni, angoli relax e luoghi dedicati alla

preparazione e alla consumazione dei pasti.

Un altro elemento caratterizzante gli spazi

collaborativi è la presenza di vaste aree verdi

tutt’intorno, che aumentano la percezione di

apertura e ariosità.

Ma finora abbiamo parlato degli spazi collaborativi

dal punto di vista dei lavoratori, ma

che benefici portano alle aziende che li occupano?

Il Professor Montanari, docente di

Organizzazione Aziendale presso l’università

di Modena e Reggio Emilia, ci ha parlato dei

vantaggi che le organizzazioni possono trarre

dall’adozione di nuovi modelli collaborativi.

“Adottare un approccio aperto, anche in termini

di accesso a spazi interni all’azienda,

permette alla stessa di inserirsi in comunità

e pratiche che possono portare nuove idee

ed opportunità, basti pensare alle innovazioni

tecnologiche ideate e realizzate nei

laboratori universitari e le loro applicazioni

industriali. Inoltre, la condivisione di spazi

da parte di soggetti diversi, con obiettivi

mansioni e competenze diverse, stimola la

collaborazione e la comunicazione, dando

vita ad uno scambio molto fruttuoso per le

aziende, che possono far fruttare le idee che

ne derivano.”

Le PMI, che non hanno le possibilità finanziarie

delle grandi aziende, possono risultare

importanti a livello di sistema; è notorio che

le aziende non si trovano mai isolate dal contesto,

ma operano spesso in distretti in cui

sono presenti altre realtà aziendali, enti pubblici

e istituti di formazione, la collaborazione

tra questi attori può arricchire il territorio in

cui si trovano o il settore in cui operano, e

le aziende potrebbero trarre vantaggio dallo

scambio con altre organizzazioni.

Perché la contaminazione sia efficiente e

produttiva, però, c’è bisogno di motivare le

persone, sia i dipendenti, che devono percepire

il reale beneficio traibile da questo modello,

che gli altri attori coinvolti, che devono

potersi identificare in un modello di comunità;

a tal fine è necessario che l’azienda si apra

verso l’esterno, condividendo informazioni e

know how, in un’ottica di inbound/outbound

innovation, in cui tutte le realtà coinvolte

traggono beneficio dallo scambio garantendo

reciprocità e costruendo relazioni.

Investire su formule organizzative innovative,

quindi, può rappresentare un indubbio

vantaggio per le organizzazioni, a patto che

queste siano pronte a rivedere anche i paradigmi

che le governano, aprendosi a modelli

diversi ma indubbiamente vincenti di organizzazione

aziendale.

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