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Tecnologia & Innovazione - #1

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TECNOLOGIA & INNOVAZIONE | MARZO 2020

Dal primo piano Industria 4.0 del governo,

il cosiddetto “Piano Calenda” sono state

fatte alcune variazioni, come il cambio di

nomenclatura, da “Industria 4.0” a “Impresa

4.0”, a testimoniare che la Quarta

Rivoluzione Industriale riguarda le imprese

di tutti i settori. Adesso il governo ha introdotto

il piano “Transizione 4.0”, nome scelto

per sottolineare che le misure mirano a

supportare il processo di trasformazione

delle imprese.

Il Piano Transizione 4.0 nasce dall’osservazione

che le misure passate hanno avuto risultati

ottimi, ma migliorabili. Il valore degli

investimenti in beni materiali e immateriali

relativi alle tecnologie 4.0 è stato di circa 13

miliardi di euro, effettuati da circa 53mila

imprese. Da notare però che due terzi degli

investimenti è stato effettuato da aziende

medio-grandi.

La conclusione è che molte imprese hanno

usufruito delle misure disponibili, ma moltissime

non lo hanno fatto. E questo è una

delle motivazioni che hanno spinto il governo

ad effettuare alcune modifiche rispetto

al piano precedente.

Innanzitutto è stata data un’ottica pluriennale

per dare una maggiore possibilità di

pianificazione alle imprese e quindi una

maggiore possibilità di usufruire degli incentivi.

È stato poi dato maggiore rilievo

alla modalità di accesso propria del credito

di imposta, che è diventato il canale principale

per usufruire degli incentivi, rendendo

alcune misure alla portata di aziende senza

utili o in regime non ordinario.

Tutto questo è stato fatto mantenendo alta

l’attenzione alla formazione come elemento

imprescindibile per la trasformazione

digitale.

Scendendo nel dettaglio le principali azioni,

tutte usufruibili con la modalità del credito

di imposta, riguardano gli investimenti in

beni strumentali, la ricerca e sviluppo, innovazione

e design, e la formazione.

Credito di imposta per

investimenti in beni strumentali

Il credito di imposta per investimenti in

beni strumentali è la misura che, in sostituzione

dei precedenti iper- e super-ammortamento,

mira a supportare gli investimenti

in beni strumentali materiali e immateriali

correlati con la digitalizzazione.

Per quanto riguarda i beni strumentali materiali

per cui è possibile beneficiare del

credito di imposta il riferimento è rimasto

invariato, ovvero l’allegato A della legge 11

dicembre 2016, n. 232, e credito di imposta

riconosciuto è pari al:

40%

20%

6%

del costo del bene per

investimenti fino a 2,5

milioni di euro

del costo del bene per

investimenti superiori ai

2,5 milioni di euro (fino ad

un limite di costi ammissibili

pari a 10 milioni di euro)

del costo del bene per altri

beni strumentali materiali

non inclusi nell’allegato

A (fino ad un limite

massimo di costi ammissibili

pari a 2 milioni di euro)

Per quanto riguarda i beni strumentali immateriali

invece il credito di imposta riconosciuto

è pari al 15% del costo del bene

fino ad un limite massimo di costi ammissibili

pari a 700.000 euro, e il riferimento

per l’elenco di beni ammissibili è anche in

questo caso contenuto nella legge 11 dicembre

2016, n. 232 (allegato B).

Il credito di imposta per investimenti in

beni strumentali si applica agli investimenti

effettuati tra il 1 gennaio 2020 e il 31

dicembre 2020, ovvero entro il 30 giugno

2021 a condizione che sia accettato dal fornitore

l’ordine entro la fine del 2020 e sia

stato pagato un acconto pari ad almeno il

20% del costo del bene.

Permane inoltre la necessità di una perizia

tecnica rilasciata da un ingegnere o perito

industriale iscritti al proprio albo professionale

o da un ente di certificazione

accreditato per attestare la rispondenza

dell’investimento fatto ai requisiti previsti

(per investimenti inferiori ai 300.000 euro è

sufficiente una autodichiarazione da parte

del legale rappresentante).

Per maggiori dettagli si visiti il sito:

https://www.mise.gov.it/index.php/

it/incentivi/impresa/credito-d-imposta-beni-strumentali

Credito d’imposta per ricerca,

sviluppo, innovazione e design

L’obiettivo di questa misura è quello di

accrescere e supportare gli investimenti

privati in ricerca e sviluppo e innovazione

tecnologica, suddivisa in 3 tipologie di investimenti.

Per la ricerca e sviluppo è riconosciuto

un credito di imposta pari al 12%

delle spese ammissibili (fino ad un limite

massimo di spese pari a 3 milioni di euro).

Per le attività di innovazione tecnologica

aventi come scopo l’ideazione o il miglioramento

di prodotti o processi è riconosciuto

il 6% delle spese ammissibili (fino ad un limite

massimo di spese pari a 1,5 milioni di

euro) e il 10% delle spese ammissibili nel

caso le attività abbiano come obiettivo la

“transizione ecologica” o l’innovazione digitale

4.0.

Infine, per le attività di design e ideazione

estetica il credito di imposta riconosciuto è

pari al 6% delle spese ammissibili (fino ad

un limite massimo di spese pari a 1,5 milioni

di euro). Il credito di imposta si applica

alle spese ammissibili sostenute nel periodo

di imposta successivo a quello in corso

al 31 dicembre 2019 dietro produzione di

>

apposita documentazione.

Per maggiori dettagli si visiti la pagina:

https://www.mise.gov.it/index.php/

it/incentivi/impresa/credito-d-imposta-r-s

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