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Tecnologia & Innovazione - #1

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TECNOLOGIA & INNOVAZIONE | MARZO 2020

Parlando di processi di digitalizzazione,

è una convinzione abbastanza comune

che per trasformarsi in smart factory siano

necessarie macchine che nascono

4.0 e per questa ragione molti pensano

che il paradigma 4.0 sia costoso e difficilmente

accessibile alle PMI.

Qual è la sua idea al riguardo?

Parlando con il “cappello” dell’imprenditore,

devo dire la verità: la maggior parte

delle piccole e medie imprese vede il 4.0

come un mezzo per poter accedere alle

agevolazioni fiscali offerte dalle istituzioni,

mentre ottenere dati, da cui successivamente

ricavare informazioni, è secondario.

Quando l’analisi del dato è l’ultima delle

necessità, non viene fatto un lavoro di

progettazione adeguato che consenta alle

imprese di beneficiare realmente dei dati

raccolti. Partendo da questo presupposto,

quindi, molti imprenditori credono ancora

che adottare il paradigma 4.0 sia costoso

e hanno difficoltà nel valorizzare concretamente

le tecnologie acquisite sfruttando

gli incentivi governativi.

D’altra parte, se un imprenditore contatta

un produttore per cambiare una pressa,

difficilmente il produttore proporrà

il modello base con il piccolo add-on che

permette di collegarsi ai sistemi gestionali

aziendali. Al contrario, visto che oggi sono

disponibili una grandissima varietà di macchine

progettate per integrare sistemi 4.0

molto sofisticati, la soluzione offerta sarà

spesso sovradimensionata rispetto alle

reali esigenze dell’imprenditore e dunque

eccessivamente costosa.

Esiste una strada alternativa?

Diversi studi ci dicono che l’implementazione

di progetti di Industrial

IoT spesso genera delle criticità per le

imprese, che consigli darebbe agli imprenditori

per incrementare le possibilità

di successo di queste iniziative?

Il problema principale dei progetti di Industrial

IoT è che spesso non se ne definisce

in modo chiaro l’obiettivo. Prendiamo ad

esempio l’edge computing, ossia l’elaborazione

preliminare dei dati.

La rielaborazione del dato comporta sempre

una perdita di informazioni e se non

si ha in mente cosa si vuole ottenere, si rischia

di perdere informazioni preziose.

Per estrarre valore dai dati serve un modello

ben definito, altrimenti potremmo

prendere grossi abbagli guardando falsi

insights e correlazioni non vere.

Acquisire tutti i dati per un anno e poi

analizzarli potrebbe rivelarsi uno spreco

irrecuperabile: potremmo accorgerci troppo

tardi di non avere a disposizione i dati

necessari.

Per soddisfare le aspettative di un progetto

di Industrial IoT, si dovrebbe utilizzare

la tecnologia per lo scopo per cui è nata,

ossia la misurazione e il monitoraggio, tenendo

conto delle specificità del processo.

Per quanto si tratti di questioni molto

tecniche, le sue riflessioni fanno intendere

che la variabile umana incide

notevolmente sulla corretta implementazione

dei processi di digitalizzazione

delle imprese.

È chiaro che l’introduzione delle tecnologie

digitali all’interno di sistemi che spesso non

sono stati progettati con lo scopo di raccogliere

dati in maniera automatizzata, crea

nuove sfide per imprenditori e manager.

La capacità di creare un ponte concettuale

tra le performance economico-finanziarie

e i dati di processo ottenuti con tecnologie

digitali rappresenta la chiave di volta per il

successo di questo tipo di azioni. A questo

scopo sono necessarie figure professionali

che integrino competenze molto diverse

tra loro, quelle tecnologiche da un lato e

quelle manageriali dall’altro.

Queste figure, chiamate Digitalization Manager

saranno chiamate a progettare e

implementare i processi di digitalizzazione

individuando le aree aziendali su cui intervenire

in funzione degli obiettivi prefissati

andando così ad ottimizzare il percorso di

investimento. In questo modo sarà possibile

valorizzare davvero le agevolazioni offerte

dalle istituzioni per ottenere dei risultati

concreti, senza dover snaturare quello

che l’azienda ha fatto finora.

In realtà, esistono molte soluzioni che consentono

di dare nuova vita a macchine già

presenti in azienda grazie all’integrazione

di sistemi digitali di ultima generazione. Ad

esempio, grazie all’integrazione di sistemi

IoT di acquisizione dei dati, è possibile trasformare

il 90% del parco macchine presenti

in azienda in macchine 4.0. Torniamo

all’esempio della pressa: poniamo che all’azienda

serve sapere quanti colpi ha dato la

pressa per contare i pezzi prodotti. Tutto

questo è possibile con un investimento di

qualche centinaio di Euro. Pertanto, se si

vogliono digitalizzare i processi aziendali

traendone benefici concreti e puntuali, è

possibile individuare soluzioni che valorizzano

i macchinari già presenti.

Daniele Mazzei

Assistant Professor at Computer Science

Department of University of Pisa.

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