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EDITORIALE <strong>DM</strong>M Sogno di una notte di primavera Qualche giorno fa ho fatto un sogno. Mi trovavo in un centro commerciale, all’interno di un supermercato. Era una bella giornata, soleggiata. Un bel sabato pomeriggio di primavera. Molta gente, come d’abitudine. Carrelli pieni, qualche spintone, code alle casse. Terminata la spesa, prima di raggiungere l’affollato parcheggio, mi fermavo ad acquistare delle scarpe da ginnastica in un negozio presente in galleria e poco dopo a bere un aperitivo al bar con degli amici incontrati per caso. Poi mi sono improvvisamente svegliato. E non ho potuto fare a meno di pensare a come stiano realmente le cose. Quando torneremo alla normalità, sempre ammesso che ci si possa tornare per come l’abbiamo finora concepita? La risposta non ce l’ha nessuno. Al momento quel che regna è l’incertezza. Incertezza sulla durata della crisi sanitaria. Ma soprattutto sulla gravità di quella economica. Con riflessi che inevitabilmente riguarderanno da vicino anche il mondo del retail, a cominciare da quello non alimentare. Mentre riflettevo su queste cose mi sono nuovamente addormentato. E ho sognato uno scenario completamente cambiato rispetto al passato. In cui la politica dedichi al settore distributivo la considerazione e l’attenzione che si meriterebbe in rapporto al ruolo che svolge nel paese (sul piano economico e lavorativo) e alla ricchezza che genera. Nel quale i rapporti tra industria e distribuzione, al di là delle dichiarazioni formali, siano davvero ridisegnati con lo scopo di creare valore condiviso (anche con i consumatori e i territori), superando la mera logica del profitto. In cui la sensibilità e l’aiuto concreto rivolto dalla politica e dalle imprese alle persone e alle famiglie più bisognose diventi un fatto ordinario e non straordinario come è ora. Un mondo nel quale, un po’ alla volta, l’Italia possa tornare a fiorire e prosperare. Poi, aiutato da un raggio di sole filtrante dalle tapparelle, mi sono definitivamente svegliato. Quello che ho visto sarà stato anche un sogno. Ma in fondo ogni cosa, prima che diventi realtà, deve essere in primo luogo immaginata e “sognata”. Armando Brescia, Direttore Distribuzione Moderna <strong>DM</strong> MAGAZINE 3