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LeStrade n.1566 aprile 2021

Strade Barriere made in Italy sul mercato francese Gallerie Le opere ferroviarie della nostra Penisola Macchine Arriva la finitrice con il radiocomando

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30<br />

31<br />

LS<br />

3<br />

3. Logica del metodo di<br />

quantificazione del Bilancio<br />

Ecologico del Suolo<br />

4 Servizi Ecosistemici<br />

stimabili con SimulSoil<br />

5<br />

Infrastrutture<br />

4<br />

Qualunque sia il livello di applicazione scelto, all’interno del<br />

processo di bilanciamento del valore ecologico del suolo l’obiettivo<br />

è quello di ricostruire le tipologie di unità ambientali<br />

interessate dalle opere in progetto. Il metodo non fornisce<br />

indicazioni di validità generale sulla scelta delle tipologie di<br />

unità ambientali da realizzare o riqualificare ma la scelta è<br />

di tipo progettuale. Si potrà procedere con il ripristino delle<br />

specie esistenti interessate dalle nuove opere oppure traguardare<br />

porzioni anche differenti ma ecologicamente connesse<br />

purchè sia sempre volta alla salvaguardia del territorio<br />

in cui il progetto infrastrutturale si inserisce, in modo<br />

da conservare o potenziare le funzioni ecologiche dell’area.<br />

Dal punto di vista operativo, il metodo STRAIN prevede i seguenti<br />

passaggi (fig. 3):<br />

• Definizione delle aree di studio distinguendo l’area di progetto<br />

(A) da un’area esterna a quella di progetto (B), utilizzabile<br />

per gli interventi di naturalizzazione;<br />

• Rilevamento e valutazione delle unità ambientali presenti<br />

allo stato attuale in (A) e (B);<br />

• Definizione delle unità ambientali presenti allo stato futuro<br />

in (A) e (B);<br />

• Definizione delle tipologie di interventi previsti di rinaturalizzazione<br />

e incremento del valore ecologico del territorio<br />

al fine di ottenere un bilancio ecologico del suolo almeno<br />

pari a zero.<br />

Il modello di calcolo individua principalmente due grandezze<br />

rappresentative del Valore Ecologico specifico attribuibile<br />

all’area di studio nella sua configurazione attuale e al Valore<br />

Ecologico dell’area nella sua configurazione di progetto.<br />

Dall’applicazione del metodo è possibile ricavare in funzione<br />

della tipologia di aree interessate e della tipologia di interventi<br />

previsti la superficie minima su cui prevedere questi<br />

ultimi interventi al fine di ottenere un bilancio ecologico<br />

idoneo. Grazie, quindi, all’applicazione di un metodo come<br />

STRAIN, è possibile contribuire fattivamente nell’ambito della<br />

progettazione alla salvaguardia e conservazione del territorio<br />

inteso nel suo valore ecologico. In tal modo si cerca<br />

sempre più di racchiudere in un unico momento lo sviluppo<br />

tecnologico proposto dalle iniziative progettuali ed un’attenzione<br />

volta al territorio e alla salute dell’uomo. In altre parole,<br />

con l’implementazione nel progetto del bilancio ecologico<br />

del suolo, il suolo stesso viene nel suo complesso trasformato<br />

ma non consumato, grazie ad un bilanciamento ecologico<br />

che fa sì che ad un’occupazione di suolo corrisponda<br />

una azione di riequilibrio di altro suolo che nel corso del<br />

tempo ha perso la sua funzione naturale.<br />

Un caso applicativo<br />

di servizi ecosistemici<br />

La definizione dei Servizi Ecosistemici in termini quantitativi<br />

ed economici è un tema ampio e complesso in quanto<br />

intervengono diversi e differenti fattori, tra i quali la scaladi<br />

riferimento (ampiezza della porzione di territorio considerata)<br />

e la disponibilità di dati che caratterizzano il territorio<br />

in studio. Considerando che le funzioni ecosistemiche<br />

vengono definite come la capacità dei processi e dei componenti<br />

naturali di fornire beni e servizi che soddisfino, direttamente<br />

o indirettamente, le necessità dell’uomo e garantiscano<br />

la vita di tutte le specie, si può far riferimento al<br />

Millennium Ecosystem Assessment (cfr. life+mgn) ove è indicata<br />

un’ampia e approfondita sistematizzazione delle conoscenze<br />

fino ad oggi acquisite sullo stato degli ecosistemi<br />

del mondo. Questa ha fornito una classificazione utile suddividendo<br />

le funzioni ecosistemiche in 4 categorie principali:<br />

• Supporto alla vita (Supporting): queste funzioni raccolgono<br />

tutti quei servizi necessari per la produzione di tutti gli altri<br />

5 Classi di uso del suolo<br />

(software SimulSoil)<br />

1. Sviluppato nell’ambito del progetto Life<br />

Sam4cp (Soil Administration Model For<br />

Community Profit), finanziato nel quadro<br />

del programma LIFE + (2007-2013 Environment).<br />

Capofila: Città metropolitana di<br />

Torino; Partner: ISPRA Istituto Superiore<br />

per la Protezione e la Ricerca Ambientale,<br />

CSI Piemonte Consorzio per il Sistema<br />

Informativo, Politecnico di Torino -<br />

Dipartimento Interateneo di Scienze Progetto<br />

e Politiche del Territorio, CREA - Consiglio<br />

per la ricerca in agricoltura e l’analisi<br />

dell’economia agraria.<br />

servizi ecosistemici e contribuisce alla conservazione (in situ)<br />

della diversità biologica e genetica e dei processi evolutivi.<br />

• Regolazione (Regulating): oltre al mantenimento della salute<br />

e del funzionamento degli ecosistemi, le funzioni regolative<br />

raccolgono molti altri servizi che comportano benefici<br />

diretti e indiretti per l’uomo (come la stabilizzazione del<br />

clima, il riciclo dei rifiuti), solitamente non riconosciuti fino<br />

al momento in cui non vengono persi o degradati;<br />

• Approvvigionamento (Provisioning): queste funzioni raccolgono<br />

tutti quei servizi di fornitura di risorse che gli ecosistemi naturali<br />

e semi-naturali producono (ossigeno, acqua, cibo, ecc.).<br />

• Culturali (Cultural): gli ecosistemi naturali forniscono una<br />

essenziale “funzione di consultazione” e contribuiscono al<br />

mantenimento della salute umana attraverso la fornitura di<br />

opportunità di riflessione, arricchimento spirituale, sviluppo<br />

cognitivo, esperienze ricreative ed estetiche.<br />

Nello scenario mondiale sono tantissimi gli studi, le proposte<br />

e le metodologie in continua evoluzione, atte a determinare<br />

in modo oggettivo ed efficace le funzioni ecosistemiche<br />

offerte dall’ambiente e come l’intervento dell’uomo<br />

possa incidere su di esse (sia in senso negativo che positivo)<br />

e sono stati sviluppati diversi metodi di elaborazione<br />

molti dei quali anche supportati da software specifici di calcolo.<br />

Tale ultimo aspetto evidenzia un’importante opportunità<br />

che è quella di poter gestire analisi quantitative e non<br />

solo di giudizi soggettivi e come tale particolarmente idonea<br />

alla fase progettuale. Quindi non solo utile per poter definire<br />

lo stato dell’ambiente di una porzione di territorio, ma anche<br />

per poter comprendere come sia possibile intervenire<br />

modificando lo stato dei luoghi per prevederne l’evoluzione<br />

e poter operare sia il confronto di interventi differenti sia gli<br />

equilibri che ci si può attendere nel post operam. Quantificazioni<br />

essenziali in fase di progettazione e delle conseguenti<br />

valutazioni ambientali. Sono state proprio queste possibilità<br />

che hanno portato il gruppo di lavoro di IRIDE a verificare<br />

se si riscontravano gli estremi per una loro applicazione al<br />

mondo della progettazione delle infrastrutture. Il risultato è<br />

decisamente positivo e di seguito si riportano alcuni spunti.<br />

In particolare, sulla scorta delle precedenti considerazioni,<br />

la scelta del software su cui effettuare le prime sperimentazioni<br />

applicative è ricaduta sul simulatore SimulSoil 1 , perché<br />

è sembrato corrispondere al meglio alle necessità specifiche.<br />

Il software permette di stimare alcuni dei servizi ecosistemici<br />

offerti dal suolo come indicati in fig. 4.<br />

L’applicazione per il calcolo è abbastanza semplice e si svolge<br />

in ambiente GIS. Si tratta di individuare l’area di riferimento<br />

(in fig. 5 un esempio elaborato da IRIDE per un’area<br />

urbana di Roma) e di questa definirne l’uso del suolo se-<br />

Infrastrutture<br />

4/<strong>2021</strong> leStrade<br />

4/<strong>2021</strong>

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