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LeStrade n.1566 aprile 2021

Strade Barriere made in Italy sul mercato francese Gallerie Le opere ferroviarie della nostra Penisola Macchine Arriva la finitrice con il radiocomando

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70<br />

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LS<br />

8<br />

© TELT<br />

scun trasporto;<br />

• I responsabili di cantiere dei siti di deposito intermedio o di<br />

destinazione finale dei materiali disporranno di palmari con<br />

cui effettuare la presa in carico del materiale, respingere il carico,<br />

o evidenziare eventuali commenti al trasporto (es. carichi<br />

difformi da quanto riportato nella bolla di trasporto, anomalie,<br />

pesi difformi a quanto dichiarato ecc.).<br />

La predisposizione di un set informativo completo e mirato<br />

alle esigenze, esaminato e validato congiuntamente agli Enti<br />

di controllo, consentirà di rendere il processo di tracciabilità<br />

dei materiali di scavo del tutto informatizzato, inclusa la produzione<br />

di DDT con modalità automatizzata, sicura e certificata.<br />

A valle di un affiancamento iniziale al tradizionale documento<br />

cartaceo, previsto dall’Allegato 6 del DM 161/12, la<br />

volontà è quella di operare una completa transizione digitale<br />

di tutta la documentazione di processo, con evidenti vantaggi<br />

operativi di semplificazione, dematerializzazione dei documenti<br />

e accessibilità agevolata, assicurando trasparenza<br />

completa e la più severa garanzia di legalità.<br />

L’approccio binazionale<br />

e il quadro sovranazionale<br />

L’Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo<br />

della Repubblica francese del 30 gennaio 2012 e quello per<br />

l’avvio dei lavori definitivi della sezione transfrontaliera della<br />

nuova linea ferroviaria Torino-Lione del 24/2/2015, costituiscono<br />

i documenti di riferimento per la costruzione dell’opera<br />

e, nello specifico, prevedono che le procedure relative<br />

all’ambiente, che integrano la gestione dei materiali di scavo,<br />

debbano essere conformi alle normative nazionali. Il riferimento<br />

comune, nella materia, è quello definito dalla direttiva<br />

comunitaria 2008/98/CE che definisce le nozioni di rifiuto<br />

e sottoprodotto. Il motivo di tale distinzione è legato alle conseguenze<br />

in termini di responsabilità (amministrativa, civile<br />

e penale), di tracciabilità dei materiali, nonché di procedure<br />

contrattuali e di eventuali trasferimenti transfrontalieri. Ma la<br />

direttiva non è stata recepita negli stessi termini in Francia e<br />

in Italia: l’Italia ha infatti emanato il decreto n. 152 del 2006<br />

e, successivamente, il decreto n. 161/2012, nonché il Regolamento<br />

recante la disciplina semplificata della gestione delle<br />

terre e rocce da scavo contenuta nel DPR 13 giugno 2017,<br />

n. 120, in cui sono specificate le condizioni in cui terre e rocce<br />

di scavo si possono considerare sottoprodotti e non rifiuti.<br />

La Francia ha invece recepito la direttiva con l’ordinanza<br />

del 17 dicembre 2010, senza adottare un decreto attuativo.<br />

Tuttavia, come già rappresentato, la legge è tuttora in evoluzione,<br />

come conferma la linea tracciata dalla legge in materia<br />

di transizione energetica votata dal Parlamento francese<br />

nel 2015. In tale quadro, la politica nazionale di prevenzione<br />

e gestione dei “rifiuti” è fattore essenziale per la transizione<br />

verso l’economia circolare fondata sul consumo sobrio e responsabile<br />

delle risorse naturali, che tenga conto del ciclo di<br />

vita di un prodotto, dalla sua fabbricazione, fino al ciclo finale<br />

di smaltimento e recupero. Ciò premesso, ma in continuità<br />

con le scelte operate, l’attività per la gestione dei materiali<br />

di scavo del Grant Agreement (l’accordo tra Unione Europea,<br />

Italia e Francia nell’ambito della Connecting Europe Facility,<br />

CEF, per il finanziamento comunitario all’opera) prevede l’obbligo<br />

del riutilizzo per quanto possibile dei materiali di scavo<br />

prodotti durante la costruzione.<br />

In coerenza con l’adesione nel novembre 2015 al programma<br />

Global Compact delle Nazioni Unite e al Global Compact<br />

8, 9, Produzione di conci<br />

nello stabilimento francese<br />

France, TELT ha assunto l’impegno di rispettare i suoi 10 principi<br />

tra cui la promozione di una maggiore responsabilità ambientale,<br />

il principio precauzionale, lo sviluppo e la diffusione<br />

di tecnologie rispettose dell’ambiente. In questo senso la<br />

decisione ministeriale del 2 giugno 2015, indirizzata al Presidente<br />

di TELT e relativa all’approvazione del progetto di riferimento<br />

della sezione transfrontaliera, ha ricordato la necessità<br />

di perseguire il programma di studio di valorizzazione<br />

dei materiali in modo da ottimizzare le possibilità d’impiego<br />

nei rilevati o nella produzione di inerti, limitando così gli impatti<br />

connessi alla movimentazione e al conferimento in deposito.<br />

Ne consegue il percorso logico che, oltre al ricorso<br />

massivo a tecnologie e strumenti di efficientamento del processo,<br />

si confronta con la consapevolezza che la quota di riutilizzo<br />

dei materiali potrebbe aumentare se fosse consentita<br />

una valorizzazione in chiave binazionale. Una procedura il<br />

cui quadro giuridico è ancora da definire. Infatti, atteso che<br />

la produzione e il fabbisogno di materiali sullo stesso sito di<br />

scavo non sono concomitanti, la mobilitazione e l’utilizzo dei<br />

materiali da una parte e dall’altra della frontiera/del cantiere<br />

sarebbe ipotizzabile e di forte valore aggiunto del progetto.<br />

Un cantiere unico<br />

In questo contesto generale si collocano due azioni orientate<br />

all’esigenza di poter considerare il cantiere nel suo insieme<br />

come un ambiente unico e coerente, senza distinzioni di<br />

frontiera. Da un lato Regione Piemonte, Auvergne Rhône-<br />

Alpes e TELT, rispondendo alla Consultazione pubblica della<br />

Commissione ENVE del Comitato europeo delle Regioni sul<br />

New Circular Economy Action Plan, su cui sta lavorando l’Europa,<br />

hanno proposto di uscire dalle logiche nazionali per considerare<br />

il perimetro delle aree di lavoro delle grandi opere<br />

transnazionali come un unico cantiere europeo e poter così<br />

incentivare il riutilizzo del materiale estratto dove serve, indipendentemente<br />

dalla nazionalità dello scavo. Il tema è entrato<br />

tra i punti dell’opinione adottata dalla sessione plenaria<br />

9<br />

© TELT<br />

del Comitato, il cui documento programmatico è stato inviato<br />

alla UE per il percorso legislativo sul nuovo piano di economia<br />

circolare. Il 27 gennaio <strong>2021</strong> il Parlamento europeo<br />

ha adottato una proposta di risoluzione finale sul nuovo piano<br />

di circular economy e il 9 febbraio è stata votata una relazione<br />

d’iniziativa in cui viene recepita la proposta di gestione<br />

transfrontaliera dei materiali. L’ultimo passaggio spetta alla<br />

Commissione europea che dovrà ora trasformare il piano in<br />

proposta di legge in cui si vedrà come sarà declinato il punto<br />

sui materiali di scavo. Parallelamente è operativo un gruppo<br />

di lavoro all’interno della Conferenza intergovernativa della<br />

Torino Lione (CIG), per verificare la fattibilità di istituire una<br />

gestione binazionale dei materiali, da un punto di vista regolamentare<br />

e tecnico-operativo. Infatti, nell’attesa di un testo<br />

più specifico in merito alla declinazione dell’economia circolare,<br />

occorre operare nel contesto giuridico attuale, continuando<br />

a valorizzare i materiali di scavo nelle condizioni più<br />

sicure, garantendo la piena tracciabilità dei materiali ed evitando<br />

al contempo di stravolgere il mercato di riferimento.<br />

Conclusioni<br />

La costruzione della sezione transfrontaliera della Nuova Linea<br />

Ferroviaria Torino-Lione è destinata a costituire un grande<br />

campo sperimentale per un arco di tempo non breve, dove<br />

tecnologia, visione e modernizzazione possono fornire strumenti<br />

nuovi e utili alla trasparenza e all’efficienza nella gestione<br />

di grandi quantità di materiale di scavo, risolvendo i<br />

rischi e le diffidenze che sempre accompagnano questa tipo<br />

di attività. Il rigoroso rispetto delle disposizioni di legge non<br />

può infatti prescindere da una strategia globale di gestione,<br />

centrata sulla massimizzazione del reimpiego, preservazione<br />

delle risorse naturali e dell’ambiente attraversato, con una<br />

gestione attenta e commisurata dei costi. Strategia che impegna<br />

la stazione appaltante in un percorso non facile di rigorosa<br />

pianificazione, severo controllo e ricerca costante delle<br />

soluzioni e delle risposte necessarie. nn<br />

Gallerie<br />

Gallerie<br />

12/2015 4/<strong>2021</strong> leStrade<br />

4/<strong>2021</strong>

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