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Nel film Ritorno a casa Gori, del 1996, film del quale sei
regista, attore, scrittore del soggetto e sceneggiatore,
c’è un momento da Premio Oscar in cui Adele – ruolo
interpretato dalla straordinaria attrice Ilaria Occhini –,
deceduta, vede, dall’alto della sua camera da letto, se
stessa esposta e tutti i suoi cari addolorati, e lei prova
una pace nostalgica e distaccata. Hai reso questi fotogrammi
davvero unici: come hai fatto?
Ho pensato che quello fosse l’unico modo per raccontare
la cosa: un mondo parallelo il cui pavimento è fatto di liquida
trasparenza. L’acqua ha a che fare con l’emotività.
Quando si fa cinema si è costretti ad avere delle intuizioni.
A volte arriva quella giusta. Capita. Tutto qui.
Hai riportato il dialetto toscano ai vertici dell’italianità.
Passione, lavoro, molta fatica, ma anche tante rinunce
dietro a questo tuo grande successo. È così?
Beh, se è per consolarmi, ti ringrazio. Mi spiego. Ho molta
difficoltà a stare nel mondo artistico. Problemi di asocialità,
voglia di solitudine, difficoltà di mantenere le mie
radici; distrazione colpevole verso il prossimo. Partito dal
mio paese è vero che vivo a Roma, ma senza sentirmi in
una nuova patria per nessuna ragione. Un po’ mi frega l’egoismo,
in questo sono proprio uno specialista, un po’ è
che non riesco a dare più importanza a quasi nulla. Non
mi va di chiacchierare, per cui non riesco neppure più ad
esprimermi tanto bene. Parlo a caso o per sintesi comiche
quasi dovessi eludere o difendere la mia persona dalle
parole. Ed ecco che lo scrivere è l’unica cosa che mi
tiene ancorato al mondo. Metti che io viva una situazione…
bene, sarò convinto di averla vissuta solo se la sera
la metterò per iscritto, altrimenti mi chiedo: ma sarà
veramente accaduta? Non so dunque dove ho portato il
dialetto toscano. So solo che non mi va di essere un becero.
Forse è per questo che ho tanto rispetto per la nostra
lingua.
Attore, regista, commediografo, sceneggiatore, musicista
e scrittore. Ma qual è il ruolo che ami di più?
Ma che ne so! Se sto dentro a tutti e sei, vuol dire che quei
ruoli mi servono tutti e sei, altrimenti sarei incompleto.
36 ALESSANDRO BENVENUTI