TuttoBallo20 Settembre EnjoyArt 2021
Bentrovati cari amici e lettori di Tuttoballo20. Dopo la pausa estiva rieccoci qua (anche se l’estate non è completamente finita!) e speriamo che il nostro numero passato vi abbia fatto compagnia sulla spiaggia, sdraiati a bordo piscina, in montagna o, comunque, in qualsiasi luogo abbiate scelto di vivere giorni di relax. Tuttoballo20 torna molto più “energica” e con tanti articoli interessanti, che vanno dai viaggi, alle riflessioni artistiche, alla cucina, all’oroscopo. In questo numero troverete articoli su: Orietta Berti, Blackpool, Fellini, Gruppo Storico Romano, Noa, PFM, la mostra di Bruce Nauman, Edwin De La Torre, Benessere, Make-Up, libri e… Scarica ora la rivista, sfoglia e scopri gli altri articoli. Molti sono gli amici che ci seguono, che ci apprezzano e che stanno dando un contributo, in qualsiasi modo alla vita della Rivista, con le proprie esperienze, con i propri articoli, ed in questo numero vi presenteremo tanti nuovi artisti, pronti a condividere con voi tutti la propria Arte. Certo…tornare dalle vacanze è dura, ma ricorda che la nostra Rivista ti supporta in ogni momento… Tuttoballo: la Rivista che ti informa e ti tiene in forma! Buona lettura
Bentrovati cari amici e lettori di Tuttoballo20. Dopo la pausa estiva rieccoci qua (anche se l’estate non è completamente finita!) e speriamo che il nostro numero passato vi abbia fatto compagnia sulla spiaggia, sdraiati a bordo piscina, in montagna o, comunque, in qualsiasi luogo abbiate scelto di vivere giorni di relax.
Tuttoballo20 torna molto più “energica” e con tanti articoli interessanti, che vanno dai viaggi, alle riflessioni artistiche, alla cucina, all’oroscopo. In questo numero troverete articoli su: Orietta Berti, Blackpool, Fellini, Gruppo Storico Romano, Noa, PFM, la mostra di Bruce Nauman, Edwin De La Torre, Benessere, Make-Up, libri e… Scarica ora la rivista, sfoglia e scopri gli altri articoli.
Molti sono gli amici che ci seguono, che ci apprezzano e che stanno dando un contributo, in qualsiasi modo alla vita della Rivista, con le proprie esperienze, con i propri articoli, ed in questo numero vi presenteremo tanti nuovi artisti, pronti a condividere con voi tutti la propria Arte.
Certo…tornare dalle vacanze è dura, ma ricorda che la nostra Rivista ti supporta in ogni momento… Tuttoballo: la Rivista che ti informa e ti tiene in forma!
Buona lettura
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A T T U A L I T Á<br />
Estate <strong>2021</strong><br />
GLOSSA GRÈCA TIS KALAVRÌA<br />
GRIKO: UNA LINGUA DI PADRE IN FIGLIA”<br />
DI<br />
GIOVANNI BATTISTA GANGEMI<br />
Metti una sera d’estate, un antico Borgo, il percorrere in macchina<br />
una strada consumata dal tempo, e vedere da lontano un Paesino,<br />
disperso tra le montagne dell’Aspromonte e appena arrivi ti sembra<br />
di tornare indietro nel tempo. Un paesaggio incantato, tra case<br />
costruite di pietra, anziani seduti sull’uscio della propria abitazione,<br />
la bottega “ A Putìa” del Vino e ad rappresentare il tutto una<br />
locomotiva a carbone, ferma, quasi a voler rappresentare un tempo<br />
andato e un tempo che ti porta a tante memorie. Invaghito dal<br />
paesaggio, ti incammini per tutto il Borgo di Bova. Percorri quelle<br />
piccole strade , quasi tutte in salita, e le persone del luogo che ti<br />
salutano con “Kalispera”, l'augurio che si scambiano i greci per<br />
augurarsi una "buona sera".<br />
È qui che l’arte incontra la cultura, la storia e la memoria di un<br />
popolo. Il Grecanico, le sue leggende e la storia portate in scena.<br />
Il Grecanico è un dialetto della lingua greca moderna parlato in<br />
provincia di Reggio, in Calabria. È formalmente una lingua<br />
minoritaria appartenente alla minoranza linguistica greca d'Italia.<br />
Tale lingua era parlata in tutta la Calabria meridionale fino al XV-<br />
XVI secolo, quando fu progressivamente sostituita dal dialetto<br />
romanzo, influenzato comunque dal Grecanico nella grammatica e<br />
in molti vocaboli (nel XVIII secolo il dialetto calabrese aveva ancora<br />
moltissimi grecismi).<br />
Durante il periodo fascista le minoranze linguistiche, tra queste anche la comunità linguistica del<br />
Greco di Calabria, venivano osteggiate. È sintomatico di un clima così sfavorevole l'usanza,<br />
invalsa negli anni trenta, di apostrofare una persona con l'espressione proverbiale «mi sembri<br />
un greco», utilizzata con intenti offensivi. L'uso di altre lingue che non fossero l'italiano, dunque<br />
considerate dialetti, era considerato dagli stessi parlanti come simbolo di arretratezza e i<br />
maestri punivano quegli alunni che venivano sorpresi a parlare in classe un dialetto anziché<br />
l'Italiano.<br />
Scende la sera e mi affretto per raggiungere il luogo dove si svolgerà lo spettacolo “Na<br />
Apòchuome” realizzato in collaborazione dalla Scuola di Recitazione della Calabria e i suoi<br />
allievi: Vincenzo Pillari, Alessia Traviglia, Naomi Barbagallo, Giuseppe Pellicanò, Sergio<br />
Nicolaci, Silvia Pisanti e dall’Associazione Jalò tu vua.<br />
E’ uno spettacolo che nasce all’interno di un progetto specifico “Griko: una lingua di padre in<br />
figlia” e che, tra i diversi obiettivi, ha quello di far rivivere la storia ed i luoghi del cuore dell’area<br />
Grecanica della provincia di Reggio Calabria, ed in particolare di Roghudi e della Rocca del<br />
Drako.<br />
Lo spettacolo narra la favola del Drako o meglio la storia, perché ciò che è narrato fa parte della<br />
realtà di quei luoghi. Il Drako non è un drago ma un essere mitologico, un caprone o un uomo<br />
con un solo occhio. Tutto ci riporta alla tradizione più antica e facilmente troviamo delle<br />
similitudini e dei punti di incontro con il mondo greco della tragedia. La narrazione è composta<br />
da due parti: un prologo in cui gli attori sono stati chiamati ad indagare tematiche quali il<br />
sacrificio che ci porta ad incrociare la tragedia di Ifigenia, e il dissotterrare, che diventa uno<br />
scavare dentro di sé. Una seconda parte in cui si narra la vera storia del Drako e che ci trascina<br />
dentro l’Odissea, attraverso il Drako e il Pronipote che per lo spettacolo diventano Ulisse e<br />
Polifemo. E nello sviluppo della trama incrociamo le Narade o Anarade, che ci riportano<br />
l’immagine delle streghe del Macbeth.<br />
Parlando con La Regista Renata Falcone ci dice che è uno spettacolo che ci fa scoprire ancora<br />
una volta la ricchezza della memoria e l’universalità dei linguaggi. Le coreografie,<br />
magistralmente curate dal docente Giovanni Battista Gangemi, i suoni e i canti creati in<br />
collaborazione con la cantante e docente Chiara Tomaselli, hanno donato alla narrazione quella<br />
completezza del narrare che in una storia così non poteva essere affidata esclusivamente al<br />
racconto orale ed alla recitazione.<br />
Come è stato lavorare con dei giovani attori in formazione ?<br />
E’ stato un privilegio poter lavorare con una libertà d’azione e di ricerca massima e con la<br />
disponibilità di allievi attori pronti sempre a farsi delle domande ed a sperimentare.<br />
Rappresentare un testo Grecanico, una lingua che appartiene alla storia Calabra, ma che,<br />
ahimè, è sempre meno parlata . Ha portato delle difficoltà?<br />
Il testo tradotto dal Grecanico e narrato è stato da un lato la nostra più grande difficoltà e<br />
dall’altro la più grande ricchezza perché ci ha permesso di lavorare sull’immaginazione e la<br />
creazione. Inoltre il doversi adattare a luoghi non teatrali, ci ha permesso di lavorare e studiare<br />
lo spazio e trasformarci in esso e con esso.<br />
Concludo dicendo che “Na Apòchuome” è uno spettacolo che oltre a raccontare la storia di un<br />
popolo ci ha permesso di sognare e di rivivere le nostre radici.