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Ritratti
d’artista
Maria Paola Spadolini
Una rappresentazione silenziosa e meditata dell’infinito
di Jacopo Chiostri
C’è nella pittura di Maria Paola Spadolini, artista fiorentina,
una rappresentazione silenziosa e meditata dell’infinito
che si riverbera in paesaggi, creature, profusione
di luce e piccoli oggetti che sono i suoi soggetti: mondi che tutti
noi abbiamo intorno, per lo più senza curarcene o accorgercene
e che, nei dipinti della Spadolini, assumono un ruolo ed una
significazione pari all’infinitamente grande, con uguale dignità,
pur senza modificarne la sostanza. Come a dire che l’universo,
che rimane un’immensa domanda, è attorno a noi e dentro
di noi se sappiamo vedere, concetto che quest’artista ci ricorda
per tramite della sua pittura. Nata a Firenze, dove vive, Maria
Paola Spadolini ha lavorato come grafica pubblicitaria con importanti
agenzie nazionali. Con la pittura ha un rapporto piuttosto
recente intrapreso dopo aver frequentato corsi di disegno
animato, modellato, acquerello, disegno e pittura a olio e con
gli insegnamenti ricevuti nello studio del pittore Nazareno Malinconi.
I suoi primi lavori erano marine e in genere paesaggi,
con un occhio di riguardo a quella forma essenziale di vita che
sono gli alberi, poi piccoli animali – esseri che la vita la rappresentano
– i fiori, che riuniscono forma e colore ma anche
raccontano, simbolicamente, di stati d’animo, e infine un guazzabuglio
di oggetti, vasi, strumenti musicali, pupazzi, libri, soprattutto
libri, assemblati assieme in un sapiente gioco di pesi
e contrappesi in una composizione minuziosa che sembra dover
mutare da un momento all’altro e che invece, sorprendentemente,
trasmette l’impressione di un ordine immoto, magari
inconsueto e inedito, ma pur sempre tale. Davanti ai nostri occhi
vecchi oggetti, a noi familiari, riprendono vigore, tornano a
vivere, a far sentire la loro voce. I libri sono a volte aperti con le
pagine come mosse da un soffio di vento, ci sono fogli che cadono,
oggetti posti in un equilibrio apparentemente instabile ed
è come se l’artista avesse fermato il tempo, lo avesse cristallizzato
prima che riprendesse il suo scorrere naturale. E questo
ha una sua logica, perché quello della Spadolini, in fondo, è un
racconto per immagini che passano lente davanti ai nostri occhi,
affiorando indifferentemente dal libro della memoria e dalla
vita contemporanea. Non è, infatti, un’operazione nostalgica,
neppure melanconica, è anzi un lavoro vitale che guarda avanti.
Del resto la stessa artista tiene a sottolineare che i suoi sfondi,
abbastanza scuri, non sono neri bensì blu, una colorazione
elegante piuttosto che cupa. Ed è ancora lei a spiegare che si
possono immaginare e costruire mondi fantastici con oggetti e
scenari reali. Dal punto di vista pittorico, le opere della Spadolini
hanno il sapore della precisione miniaturistica. Siamo, con
tutta evidenza, nel campo del figurativo, anche se, a dispetto di
un’istintiva e approssimativa lettura, non in quello del realismo.
Perché in ogni tocco di pennello più che una riproduzione rigida
del soggetto si avverte la traduzione di un sentimento e di
uno stato d’animo, quindi di un’immagine non visibile. C’è una
ricerca attenta e di gran livello tecnico dei particolari; la composizione
è studiata minuziosamente nella disposizione dei soggetti
che animano la scena – sia che si tratti di nature morte
che di paesaggi – e nella resa prospettica e ottica; i colori sono
sì fedeli all’originale – un pianoforte ha i tasti bianchi e neri, un
violino il colore del legno – ma i mazzi di fiori ci parlano anche
della capacità di assemblarli della pittrice in modo da ottenere
il massimo risalto emotivo. Numerose le esposizioni nel carnet
della Spadolini; queste le personali: 2011, Finestra sulla natura,
Centro Civico di Bolgheri, Livorno; 2013, Luci, ombre e trasparenze,
Gadarte, Firenze; 2014, La donna nell’arte, Hotel Residence
Esplanade, Viareggio; 2018, Particolari e altro, Centro Civico
di Bolgheri; 2018, L’ora dei balocchi, Gadarte, Firenze.
Bianco metafisico, olio su tela, cm 50x50
Incontri, olio su tela, cm 40x40
MARIA PAOLA SPADOLINI
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