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Rivista Novembre_21

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Ritratti

d’artista

Maria Paola Spadolini

Una rappresentazione silenziosa e meditata dell’infinito

di Jacopo Chiostri

C’è nella pittura di Maria Paola Spadolini, artista fiorentina,

una rappresentazione silenziosa e meditata dell’infinito

che si riverbera in paesaggi, creature, profusione

di luce e piccoli oggetti che sono i suoi soggetti: mondi che tutti

noi abbiamo intorno, per lo più senza curarcene o accorgercene

e che, nei dipinti della Spadolini, assumono un ruolo ed una

significazione pari all’infinitamente grande, con uguale dignità,

pur senza modificarne la sostanza. Come a dire che l’universo,

che rimane un’immensa domanda, è attorno a noi e dentro

di noi se sappiamo vedere, concetto che quest’artista ci ricorda

per tramite della sua pittura. Nata a Firenze, dove vive, Maria

Paola Spadolini ha lavorato come grafica pubblicitaria con importanti

agenzie nazionali. Con la pittura ha un rapporto piuttosto

recente intrapreso dopo aver frequentato corsi di disegno

animato, modellato, acquerello, disegno e pittura a olio e con

gli insegnamenti ricevuti nello studio del pittore Nazareno Malinconi.

I suoi primi lavori erano marine e in genere paesaggi,

con un occhio di riguardo a quella forma essenziale di vita che

sono gli alberi, poi piccoli animali – esseri che la vita la rappresentano

– i fiori, che riuniscono forma e colore ma anche

raccontano, simbolicamente, di stati d’animo, e infine un guazzabuglio

di oggetti, vasi, strumenti musicali, pupazzi, libri, soprattutto

libri, assemblati assieme in un sapiente gioco di pesi

e contrappesi in una composizione minuziosa che sembra dover

mutare da un momento all’altro e che invece, sorprendentemente,

trasmette l’impressione di un ordine immoto, magari

inconsueto e inedito, ma pur sempre tale. Davanti ai nostri occhi

vecchi oggetti, a noi familiari, riprendono vigore, tornano a

vivere, a far sentire la loro voce. I libri sono a volte aperti con le

pagine come mosse da un soffio di vento, ci sono fogli che cadono,

oggetti posti in un equilibrio apparentemente instabile ed

è come se l’artista avesse fermato il tempo, lo avesse cristallizzato

prima che riprendesse il suo scorrere naturale. E questo

ha una sua logica, perché quello della Spadolini, in fondo, è un

racconto per immagini che passano lente davanti ai nostri occhi,

affiorando indifferentemente dal libro della memoria e dalla

vita contemporanea. Non è, infatti, un’operazione nostalgica,

neppure melanconica, è anzi un lavoro vitale che guarda avanti.

Del resto la stessa artista tiene a sottolineare che i suoi sfondi,

abbastanza scuri, non sono neri bensì blu, una colorazione

elegante piuttosto che cupa. Ed è ancora lei a spiegare che si

possono immaginare e costruire mondi fantastici con oggetti e

scenari reali. Dal punto di vista pittorico, le opere della Spadolini

hanno il sapore della precisione miniaturistica. Siamo, con

tutta evidenza, nel campo del figurativo, anche se, a dispetto di

un’istintiva e approssimativa lettura, non in quello del realismo.

Perché in ogni tocco di pennello più che una riproduzione rigida

del soggetto si avverte la traduzione di un sentimento e di

uno stato d’animo, quindi di un’immagine non visibile. C’è una

ricerca attenta e di gran livello tecnico dei particolari; la composizione

è studiata minuziosamente nella disposizione dei soggetti

che animano la scena – sia che si tratti di nature morte

che di paesaggi – e nella resa prospettica e ottica; i colori sono

sì fedeli all’originale – un pianoforte ha i tasti bianchi e neri, un

violino il colore del legno – ma i mazzi di fiori ci parlano anche

della capacità di assemblarli della pittrice in modo da ottenere

il massimo risalto emotivo. Numerose le esposizioni nel carnet

della Spadolini; queste le personali: 2011, Finestra sulla natura,

Centro Civico di Bolgheri, Livorno; 2013, Luci, ombre e trasparenze,

Gadarte, Firenze; 2014, La donna nell’arte, Hotel Residence

Esplanade, Viareggio; 2018, Particolari e altro, Centro Civico

di Bolgheri; 2018, L’ora dei balocchi, Gadarte, Firenze.

Bianco metafisico, olio su tela, cm 50x50

Incontri, olio su tela, cm 40x40

MARIA PAOLA SPADOLINI

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