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Ritratti
d’artista
Varren
Dalle forme naturali all’armonia in pittura
di Mario Bizzoccoli
Qualificare Adelco Cesari, in arte Varren, soltanto come
pittore può essere per molti aspetti limitativo. La
sua esperienza artistica inizia nella prima giovinezza,
quando, costretto anche dai tempi in cui si è trovato a
vivere (anni Cinquanta, dopo la guerra e quindi in epoca di piena
ricostruzione), ha dovuto ingegnarsi prestissimo col lavoro
che gli ha permesso di acquisire una manualità incredibile.
I suoi esordi artistici partono da un’istintiva adesione al parafigurativo,
ponendosi cioè “in mezzo al guado”, tra l’onirico e
il costruttivo; scoprendo, innanzitutto, come linguaggi diversi,
prendendone prima coscienza e poi studiandoli attentamente,
possano sposarsi senza problemi. Ed ecco quello che è il suo
imprinting: un geometrismo sostanziale che si sviluppa sulle
lezioni dirette di Klee e Kandinsky, corroborato dal visionario
ambiente surrealista di Dalì, pur senza esserne un epigono.
Varren si pone di fronte ai grandi contemporanei dell’arte come
il musicista che, in un primo tempo, ristrumenta la sinfonia
dei maestri, poi, a sua volta, compone e crea un suo stile,
variegato e connotativo al tempo stesso. In Varren sono forti
gli elementi naturali (foglie, uova, prati, etc.) e artificiali (impalcature
architettoniche, condotti e tunnel, città geometriche,
etc.), sino ad arrivare ad un altro dei suoi fondamenti vitali,
la musica, percepita essenzialmente come arte astratta che
si concretizza nella scrittura e nell’evocazione emotiva. Quindi,
spirali vorticose che sospingono figure geometriche pure
(Varren predilige il triangolo, in tutte le sue flessioni, e il cerchio,
perfezione assoluta), linee parallele libere ma sempre
ben definite e azioni naturali incrociate. La natura, in Varren,
è un elemento basilare: sfondo, dettaglio, individuazione metaforica
fanno già di questo elemento pittorico un’opera a sé
stante. Su questa scena, agisce l’ulteriore processo metaforico
dei soggetti “vivi”: i triangoli e i cerchi che si muovono in
sviluppi quasi filmici o fotografici, le strutture presentate prima
come soliste nel contesto generale, poi come sintesi e conduzione
armonica dell’opera. In tutto ciò, soprattutto nelle ultime
opere, compare la farfalla, geometria cromatica, effimera
eppure viva, presentata nel suo splendore assoluto e terminale,
sempre in volo disteso, sempre in primo piano e dettagliata,
esplosiva nei colori ma, al tempo stesso, destinata all’ago
feroce e selettivo del collezionista. Eccola bellissima, grande,
accesa, forse diretta alle geometrie coinvolte e sconvolte, forse
in fuga da un mondo che violenta e uccide la natura, per uccidere
se stesso. Ecco la grande diffusione dei colori sulle sue
ali che si replicano nei diversi elementi naturali ed artificiali
dell’opera, perché Varren impiega colori “crudi”, con la tecnica
dello smalto ad acqua. La farfalla, però, può essere a sua
volta violentata: in certe opere appare scissa, o meglio, un’ala,
pur rimanendo nella perfetta posizione di volo, è staccata,
quasi che un bisturi crudele l’abbia colpita (Varren proviene
da una lunga militanza nel comparto sanitario). Ma la farfalla,
anche mutilata, continua il suo volo, spesso avvicinandosi
ai pentagrammi verticali che, frequentemente, concludono
l’opera dell’artista, e non cade schiacciata dalle forme geometriche,
in cui dobbiamo riconoscere molte parafrasi umane. E
questo mondo, questo melodramma artistico, corredato da geometrie
in rilievo ligneo, sorgono da uno sfondo completamente
nero, non dal buio ma dalla conoscenza, dunque, come nel
Medioevo le figure dei santi che emergevano dall’oro dell’eternità.
Dunque, le farfalle di Varren vengono eternizzate dall’allegoria
vitale, anche con la tecnica personalissima dell’artista
che inserisce le proprie opere in
cornici che non sono cornici ma
autentiche opere connotative, il
vero accompagnamento dell’opera
centrale; mai rigidamente
inquadrate come da tradizione,
ma sagomate, quasi a definizione
araldica, veri stemmi-targhe di
una visione forte, convinta. Varren
non raffigura l’uomo nella sua
prospettiva ritrattistica o anatomica,
lo presenta con la tecnica
della convinzione intima, ad un
tempo materiale e spirituale, in
un gesto continuamente evolutivo
e sorprendente.
Geometria scomposta, cm 40x50
Farfalla - Distruggiamo la natura, cm 40x62
www.artistidibottega.it
www.arteitaliana.org/varren
VARREN
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