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Rivista Novembre_21

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A cura di

Emanuela Muriana

Psicologia

oggi

Le relazioni dipendenti

Quando l’altruismo diventa patologico

di Emanuela Muriana

Se si poetesse prevedere tutto il male che può nascere

dal bene che crediamo di fare!» scrive Luigi

Pirandello nel suo libro Sei personaggi in cerca

«di autore. L’altruismo sembra così ovvio e la nostra cultura

occidentale ne sembra così compenetrata, che pare un’eresia

suggerire possa avere anche un lato oscuro. La qualità

emergente di questa ricerca è proprio l’eccesso di altruismo

con le sue conseguenze problematiche o schiettamente patologiche.

Spesso identità fragili, dotate di scarsa autostima,

utilizzano modalità relazionali improntate a un eccesso

di altruismo, con la “finalità egoistica” – spesso inconsapevole

–, di evitare la critica, il giudizio, il rifiuto, pur di garantirsi

accettazione, stima, affetto. Il bisogno prepotente di

essere riconosciuto, amato e identificato induce l’altruista

patologico a costruire una relazione di dipendenza morbosa

con coloro che inonda della propria disponibilità (partner,

con conseguenze talora tragiche, ma anche “altri” specifici

o generici). L’esito è nocivo, e spesso in modo severo, per

se stesso e talora per chi è il destinatario di tanta “generosità”.

L’altruismo patologico diventa un linguaggio comune

che può esprimersi con diversi “copioni”, ognuno con le

sue caratterizzazioni, specificità e peculiarità discriminanti.

Il temine copione fa riferimento alla sceneggiatura teatrale

e cinematografica, in cui l’azione è già nota prima di essere

messa in scena. Gli individui imparano attraverso esperienze

ripetute ad utilizzare le loro aspettative per costruire

copioni che rendono le cose più facili da fare sul piano cognitivo

o più sicure a livello di relazioni interpersonali. La loro

ripetizione, sostenuta appunto dalla funzionalità, li porta

a strutturarsi come “meccanismi automatici” che diventano

i mediatori delle relazioni tra sé, gli altri e il mondo. I copioni

però possono, ad un certo punto, non funzionare più: l’automatismo

non si adatta a situazioni diverse da quelle nelle

quali aveva funzionato, o non si adatta a situazioni che cambiano

e mutano nel loro opposto. Ciò nonostante continuano

ad essere utilizzati, in base alla convinzione implicita che, se

hanno funzionato nel passato, funzioneranno anche nel presente.

È come se diventasse usuale indossare lo stesso abito

per ogni occasione, indipendentemente dal contesto: un

vestito da sera anche per fare la spesa al mercato la mattina.

I copioni relazionali che se portati all’eccesso possono

portare alla dipendenza sono: la prostituzione relazionale

(mai deludere gli altri), la salvazione (io ti salverò) e il legame

indispensabile (se io ti amo, tu non puoi non amarmi). Il

lettore potrà scoprire facilmente come le migliori intenzioni

e l’eccesso di disponibilità possano trasformarsi in sofferenze

severe e trovare soluzioni terapeutiche. Il libro, frutto

di una ricerca clinica, è stato scritto in collaborazione con la

mia cara ed esimia collega Tiziana Verbitz e sarà in uscita in

tutte le librerie e store online da novembre.

Emanuela Muriana è responsabile dello Studio di Psicoterapia Breve

Strategica di Firenze, dove svolge attività clinica e di consulenza.

È stata professore alla Facoltà di Medicina e Chirurgia presso

le Università di Siena (2007-2012) e Firenze (2004-2015). Ha pubblicato

tre libri e numerosi articoli consultabili sul sito www.terapiastrategica.fi.it.

È docente alla Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Breve Strategica.

Studio di Terapia Breve Strategica

Viale Mazzini 16, Firenze

+ 39 055 242642 - 574344

emanuela.muriana@virgilio.it

RELAZIONI DIPENDENTI

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