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A cura di
Emanuela Muriana
Psicologia
oggi
Le relazioni dipendenti
Quando l’altruismo diventa patologico
di Emanuela Muriana
Se si poetesse prevedere tutto il male che può nascere
dal bene che crediamo di fare!» scrive Luigi
Pirandello nel suo libro Sei personaggi in cerca
«di autore. L’altruismo sembra così ovvio e la nostra cultura
occidentale ne sembra così compenetrata, che pare un’eresia
suggerire possa avere anche un lato oscuro. La qualità
emergente di questa ricerca è proprio l’eccesso di altruismo
con le sue conseguenze problematiche o schiettamente patologiche.
Spesso identità fragili, dotate di scarsa autostima,
utilizzano modalità relazionali improntate a un eccesso
di altruismo, con la “finalità egoistica” – spesso inconsapevole
–, di evitare la critica, il giudizio, il rifiuto, pur di garantirsi
accettazione, stima, affetto. Il bisogno prepotente di
essere riconosciuto, amato e identificato induce l’altruista
patologico a costruire una relazione di dipendenza morbosa
con coloro che inonda della propria disponibilità (partner,
con conseguenze talora tragiche, ma anche “altri” specifici
o generici). L’esito è nocivo, e spesso in modo severo, per
se stesso e talora per chi è il destinatario di tanta “generosità”.
L’altruismo patologico diventa un linguaggio comune
che può esprimersi con diversi “copioni”, ognuno con le
sue caratterizzazioni, specificità e peculiarità discriminanti.
Il temine copione fa riferimento alla sceneggiatura teatrale
e cinematografica, in cui l’azione è già nota prima di essere
messa in scena. Gli individui imparano attraverso esperienze
ripetute ad utilizzare le loro aspettative per costruire
copioni che rendono le cose più facili da fare sul piano cognitivo
o più sicure a livello di relazioni interpersonali. La loro
ripetizione, sostenuta appunto dalla funzionalità, li porta
a strutturarsi come “meccanismi automatici” che diventano
i mediatori delle relazioni tra sé, gli altri e il mondo. I copioni
però possono, ad un certo punto, non funzionare più: l’automatismo
non si adatta a situazioni diverse da quelle nelle
quali aveva funzionato, o non si adatta a situazioni che cambiano
e mutano nel loro opposto. Ciò nonostante continuano
ad essere utilizzati, in base alla convinzione implicita che, se
hanno funzionato nel passato, funzioneranno anche nel presente.
È come se diventasse usuale indossare lo stesso abito
per ogni occasione, indipendentemente dal contesto: un
vestito da sera anche per fare la spesa al mercato la mattina.
I copioni relazionali che se portati all’eccesso possono
portare alla dipendenza sono: la prostituzione relazionale
(mai deludere gli altri), la salvazione (io ti salverò) e il legame
indispensabile (se io ti amo, tu non puoi non amarmi). Il
lettore potrà scoprire facilmente come le migliori intenzioni
e l’eccesso di disponibilità possano trasformarsi in sofferenze
severe e trovare soluzioni terapeutiche. Il libro, frutto
di una ricerca clinica, è stato scritto in collaborazione con la
mia cara ed esimia collega Tiziana Verbitz e sarà in uscita in
tutte le librerie e store online da novembre.
Emanuela Muriana è responsabile dello Studio di Psicoterapia Breve
Strategica di Firenze, dove svolge attività clinica e di consulenza.
È stata professore alla Facoltà di Medicina e Chirurgia presso
le Università di Siena (2007-2012) e Firenze (2004-2015). Ha pubblicato
tre libri e numerosi articoli consultabili sul sito www.terapiastrategica.fi.it.
È docente alla Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Breve Strategica.
Studio di Terapia Breve Strategica
Viale Mazzini 16, Firenze
+ 39 055 242642 - 574344
emanuela.muriana@virgilio.it
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