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Rivista Novembre_21

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Ritratti

d’artista

Annalisa Cestelli

Riscoprire la natura con l’arte

di Jacopo Chiostri

Fiducia nella natura (2018), terracotta, ottone brunito, legno, cm 29x41x56

Autodefinirsi “artista del cavolo”, come ha scritto sulla

propria brochure, può sembrare una provocazione:

nel caso di Annalisa Cestelli, talentuosa artista,

laureata in Arte e Scultura all’Accademia di Firenze, non è

niente di tutto ciò. La sua autodefinizione, infatti, fa riferimento

al cavolo vero, quello romanesco per la precisione,

che nel linguaggio della sua produzione artistica, come vedremo,

diviene punto d’incontro tra scienza, in particolare

matematica, e purezza della natura declinata in arte. Questa

giovane e promettente artista porta avanti un discorso

concettuale che traduce in opere – manufatti, sculture, gioielli

e installazioni – realizzate con una pluralità di materiali:

bronzo, argento 925, fusione a cera persa, alabastro, marmo,

marmo giallo di Siena e ottone. Il principio (e il proposito)

cui fa riferimento la Cestelli è di legare l’arte a valori

etici, farne cioè – come del resto è stato fin dai tempi del

Rinascimento – un’arma potente per educare, perché la conoscenza

non è un fatto privato dello scibile scientifico, ma

anche l’arte ne è fonte. «Quando studiavo all’accademia –

spiega la Cestelli – mi sono appassionata alla teoria di Goethe

che affermava che arte e scienza nascono da un’unica

fonte». Gli elementi primari su cui si fonda il suo lavoro sono

quelli della triade platonica – bene, sapienza e bello – in

stretta connessione con la natura, perché – ci ricorda – sono

le forze della natura che creano arte. Non per nulla, l’altro

punto cardine della sua poetica sono le interazioni tra prodotti

naturali e matematica, a conferma della stretta relazione

tra quello che crea la natura e ideazioni dovute all’uomo.

Nelle opere della Cestelli compaiono elementi vegetali nei

quali si rintracciano proporzioni matematiche, la sequenza

di Fibonacci, la sezione aurea, la spirale aurea; su tutti il cavolo

romanesco di cui abbiamo detto, esempio conosciuto

di frattale (oggetto geometrico dotato di omotetia interna:

si ripete nella sua forma allo stesso modo su scale diverse)

che personifica il punto d’incontro tra scienza e arte ed

è un’espressione formale di perfezione assoluta. Da qui il ni-

ckname della Cestelli, e anche il titolo (ironico e dissacratore)

della sua prima esposizione Mostra del cavolo tenutasi

a San Casciano Val di Pesa, dove ha dimostrato che anche

l’utilizzo di un modesto elemento vegetale, come appunto il

cavolo romanesco, può arrivare al cuore dell’arte. Per meglio

capire questa complessa artista possiamo proporre un

ricordo, significativo del suo percorso: Arte e Natura nella

Val di Pesa, con opere installate lungo la pista ciclopedonale

da Bargino a Calzaiolo. Tre le opere: Allegoria della Pesa

(terracotta), LiberiAlberi (corde di juta a pigmenti naturali

e olio di lino), Pan e Siringa (terracotta). Allegoria della Pesa

è una donna sinuosa e fertile (come il luogo adiacente),

in apparenza timida ma, come dimostra il suo volto, invece

determinata e autonoma; in LiberAlberi le corde che avvolgono

gli alberi sono fatte di juta naturale, biodegradabile e

riciclabile. L’imprigionamento evoca dolore, ma le fibre, col

tempo, cadranno e lasceranno libero l’albero. Pan e Siringa,

invece, fa riferimento alle Metamorfosi di Ovidio, che l’artista

considera una sorta di Bibbia da cui trarre continuamente

ispirazione. Oggi la Cestelli allarga ancor più il suo

orizzonte in direzione di un’arte militante e sensibile

alle grandi tematiche sociali. Attualmente,

sta lavorando infatti ad un progetto ispirato a

Zapatos rojos (scarpette rosse) di Elina Chauvet,

arte pubblica che punta il dito contro l’omertà

nei confronti della violenza sulle donne. Cestelli

ha inoltre esposto al Museo Ghelli di San Casciano,

presentata dall’eno-artista Elisabetta Rogai,

alla Fortezza di Montalcino e alla XII edizione di

Florence Biennale.

Giumella (2019), dittico, specchi, ottone brunito,

fusione a cera persa, terracotta, cm 50x50x20

Una fase di lavorazione dell'opera Giumella

annalisaceste@gmail.com

ANNALISA CESTELLI

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