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I libri del
mese
Promethéus
L’attualità di un mito classico nel nuovo libro di Roberto Mosi
di Lucia Raveggi
Promethéus / Il dono del fuoco è un libro prezioso da approfondire
nelle sue molteplici sfaccettature poetiche,
dalla narrazione del mito al ritmo musicale. Il dono del
fuoco rubato agli dei è un topos rappresentato ed esaltato dalle
arti e dalla scienza, che sono elementi essenziali alla base di ogni
civiltà e a questi l’autore rivolge lo sguardo dell’uomo di oggi. Fin
dall’inizio dell’opera (Movimento I / Quadri), per il mondo delle arti
Roberto Mosi pone in primo piano l’espressione libera degli artisti
di strada contro le restrizioni della società: «Cerco nelle città
/ spazi lontani / dove s’accende / la fantasia dei colori / strade
periferiche / muri della ferrovia / sottopassi nell’ombra / saracinesche
abbassate / Parlano lingue / nuove, antiche / messaggi
/ sorprendono il quotidiano / stupiscono / accendono sogni
/ deflagrano in sorrisi / Inseguono la vita / sfidano / conformità,
paure / murales poster matrici / adesivi / Sono folla / nei quartieri
lontani / sul fianco delle case popolari / ritratti di gente comune
/ illuminati dall’arte». L’artista di strada porta nel formicaio
grigio delle città, il colore, una nuova fantasia delle forme con venature
di follia, arriva a “correggere” i cartelli stradali:« Il Giullare
s’intrufola, follia / dei segnali, lo spray nella mano / la freccia stradale
infilza un cuore / il Cristo pende dall’incrocio / La forma della
gogna sul divieto / d’accesso, la lisca di un pesce sul / senso
obbligatorio, s’intrecciano / strisce bianche della strada / La follia
del Giullare dipinge / di nuovo i volti della città» (Movimento I
/ Cartelli stradali). Il volto della città cambia di continuo, specie
nei suoi angoli più lontani, anche nel momento triste della pandemia:
«Cambiano i volti della strada, / rinascono in altri luoghi
/ per altre mani, forme e colori / Quello che c’era la sera / non è
detto / sia lì al mattino, un muro bianco / può infiammarsi di colori
la notte / Nella galleria di quadri viventi / una sequenza infinita
di creazioni / scene varie della commedia umana / L’epidemia ha
foderato di silenzio / i quartieri, ha dipinto l’angoscia / sul volto
smarrito dei passanti / Giorni di speranza sorgeranno / al suono
di nuove poesie, alla / luce di nuove scintille d’arte» (Movimento
III / Metamorfosi). Nella prima parte del componimento l’autore
“dipinge” trenta quadri di arte di strada ripresi dal vero nel
suo girovagare per la città, sul modello della suite per pianoforte
di Modest Petrovic Musorgskij Quadri di un’esposizione (1874).
Come la musica descrive e rende vivi i quadri della mostra dell’amico
pittore Victor Hartmann, così la poesia di Mosi interpreta le
opere dell’arte di strada in cinque movimenti: Quadri, Confini, Metamorfosi,
Grotte, Follia. Le poesie di Roberto Mosi sono “poesie
animate” (Virginia Bazzechi) anche grazie allo straordinario
potenziale dei suoi versi. La letteratura è piena di esempi altissimi
di poeti che si sono cimentati illustrando o commentando
quadri o oggetti d’arte, fin dalla descrizione dello scudo di Achille
nell’Iliade. Ma l’ecfrasi, il tentativo cioè di un’arte di riprodurre
con i propri strumenti un’opera di un altro sistema artistico, avviene
non solo dall’immagine alla parola, ma anche nell’altra direzione:
dalla parola all’immagine, dal raccontare con le parole al
mostrare con immagini ferme o in movimento, come appare nei
progetti realizzati dall’autore con il critico d’arte Virginia Bazzechi.
Nella seconda parte del libro, il mito di Prometeo ancora una
volta viene accostato ad alcuni profili della scienza, in particolare
alla speranza che l’umanità ripone nella scienza, in relazione
a Giacomo Leopardi, all’angoscia con cui l’uomo talvolta guarda
alla scienza, in relazione a Jorie Graham, alla salvezza che porta
la scienza, come riporta Eschilo nel Prometeo incatenato, martire
per amore degli uomini: «La sua colpa, ha carpito agli dei / la
fiamma radice di vite, d’industrie / Eschilo canta la generosità /
di Prometeo, fonte di tutte / le scienze per i viventi. Fu suo, / per
il bene degli uomini, il dono / del calcolo, primizia d’ingegno, / e il
tesoro dei segni tracciati» (Tempo I / Mito della scienza). In tempi
incerti e bui come quelli attuali, le poesie di Roberto Mosi brillano
come stelle, indicando la strada ai naviganti desiderosi di
affrontare nuove rotte alla scoperta di scrigni magici pieni di premesse
fantastiche.
Roberto Mosi
Promethéus / Il dono del fuoco
Giuliano Ladolfi Editore, Borgomanero (NO) 2021, pp. 60, € 10
mosi.firenze@gmail.com
PROMETHÉUS
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