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La Toscana nuova Dicembre 21

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I libri del

mese

Indelebile come un tatuaggio

Riflessi d’Europa a Napoli tra anni '50 e '60 nel romanzo storico di Francesco Testa

di Luca Filipponi

Ogni romanzo storico che ambisca a definirsi tale

deve fare i conti, oltre che con la propria specifica

ambientazione, con il più generale contesto socio-politico

di riferimento, specialmente se le sue vicende si

svolgono nel più recente passato, caratterizzato da un’incidenza

crescente di fenomeni di portata globale. Indelebile

come un tatuaggio non fa eccezione, caricando il suo ritratto

della Napoli degli anni Cinquanta e Sessanta di riflessi

europei e internazionali. I fenomeni della Ricostruzione

e del successivo miracolo economico italiano, impensabili

senza il progressivo rafforzarsi dei rapporti tra Stati Uniti

e paesi europei, ad esempio, vengono osservati nei loro effetti

locali attraverso lo sguardo inconsapevole della parte

più umile della popolazione che ne percepisce unicamente

le conseguenze. La maggior parte dei napoletani ignora, infatti,

le ragioni precise per cui il suo tenore di vita inizia improvvisamente

a migliorare, ma ne attribuisce il merito agli

aiuti degli americani di cui ha sentito parlare di sfuggita alla

radio. Anche la famiglia del protagonista, trapiantata a

Da sinistra, il professor Luca Filipponi con l’autore Francesco Testa

Napoli di recente, beneficia della situazione internazionale

e della nuova floridezza economica italiana che le rende

possibile trasferirsi in una nuova abitazione. Un singolare

punto di vista sull’Europa del periodo è offerto da John Smith,

soldato americano disertore rimasto a vivere a Napoli in

clandestinità. John trova nell’Europa la salvezza da una vita

di obblighi non richiesti, rappresentando un ribaltamento

del ben più comune archetipo dell’emigrante europeo che

cerca fortuna negli Stati Uniti. Per lui l’Europa rappresenta

un’occasione e una novità ma, al tempo stesso, la perdita

della propria patria che, sotto certi aspetti, continua a essere

percepita come superiore. Da questa impressione si sviluppano

notevoli critiche alla diffusa corruzione politica e

all’assenza di una coscienza civica pienamente sviluppata.

Attraverso la figura di John è, inoltre, possibile cogliere un

riflesso delle aspirazioni, dei sentimenti e delle percezioni

di tanti migranti che, in un mutato contesto storico, hanno

trovato nell’Europa la salvezza ma, al tempo stesso, tanti

limiti e ostacoli inattesi. Il tema dell’emigrazione e della

drammaticità della condizione degli esuli è centrale anche

nella vicenda del protagonista costretto da una decisione

“europea” – il memorandum di Londra – a lasciare la nativa

Istria per venire a Napoli. Egli incarna il dramma dei migranti

di seconda generazione che, pur percependo sé stessi come

italiani, non vengono visti come tali da buona parte della

popolazione. La sua vicenda personale è, al tempo stesso,

una celebrazione dei processi d’integrazione di stampo europeo

e una critica della loro parzialità. Indelebile come un

tatuaggio porta, quindi, in filigrana i segni dell’Europa di oggi

e di quella di ieri, analizzati nella loro dimensione più locale

senza l’ambizione di giungere a un giudizio definitivo

ma con la volontà di mostrarli in tante possibili sfaccettature.

Un’analisi che, spingendo ad apprezzare i punti di forza

e a correggere gli elementi di debolezza strutturale di un’Europa

ancora in divenire, porta in sé le tracce di una viva e vibrante

fiducia nelle sue potenzialità.

INDELEBILE COME UN TATUAGGIO

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