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I libri del
mese
Indelebile come un tatuaggio
Riflessi d’Europa a Napoli tra anni '50 e '60 nel romanzo storico di Francesco Testa
di Luca Filipponi
Ogni romanzo storico che ambisca a definirsi tale
deve fare i conti, oltre che con la propria specifica
ambientazione, con il più generale contesto socio-politico
di riferimento, specialmente se le sue vicende si
svolgono nel più recente passato, caratterizzato da un’incidenza
crescente di fenomeni di portata globale. Indelebile
come un tatuaggio non fa eccezione, caricando il suo ritratto
della Napoli degli anni Cinquanta e Sessanta di riflessi
europei e internazionali. I fenomeni della Ricostruzione
e del successivo miracolo economico italiano, impensabili
senza il progressivo rafforzarsi dei rapporti tra Stati Uniti
e paesi europei, ad esempio, vengono osservati nei loro effetti
locali attraverso lo sguardo inconsapevole della parte
più umile della popolazione che ne percepisce unicamente
le conseguenze. La maggior parte dei napoletani ignora, infatti,
le ragioni precise per cui il suo tenore di vita inizia improvvisamente
a migliorare, ma ne attribuisce il merito agli
aiuti degli americani di cui ha sentito parlare di sfuggita alla
radio. Anche la famiglia del protagonista, trapiantata a
Da sinistra, il professor Luca Filipponi con l’autore Francesco Testa
Napoli di recente, beneficia della situazione internazionale
e della nuova floridezza economica italiana che le rende
possibile trasferirsi in una nuova abitazione. Un singolare
punto di vista sull’Europa del periodo è offerto da John Smith,
soldato americano disertore rimasto a vivere a Napoli in
clandestinità. John trova nell’Europa la salvezza da una vita
di obblighi non richiesti, rappresentando un ribaltamento
del ben più comune archetipo dell’emigrante europeo che
cerca fortuna negli Stati Uniti. Per lui l’Europa rappresenta
un’occasione e una novità ma, al tempo stesso, la perdita
della propria patria che, sotto certi aspetti, continua a essere
percepita come superiore. Da questa impressione si sviluppano
notevoli critiche alla diffusa corruzione politica e
all’assenza di una coscienza civica pienamente sviluppata.
Attraverso la figura di John è, inoltre, possibile cogliere un
riflesso delle aspirazioni, dei sentimenti e delle percezioni
di tanti migranti che, in un mutato contesto storico, hanno
trovato nell’Europa la salvezza ma, al tempo stesso, tanti
limiti e ostacoli inattesi. Il tema dell’emigrazione e della
drammaticità della condizione degli esuli è centrale anche
nella vicenda del protagonista costretto da una decisione
“europea” – il memorandum di Londra – a lasciare la nativa
Istria per venire a Napoli. Egli incarna il dramma dei migranti
di seconda generazione che, pur percependo sé stessi come
italiani, non vengono visti come tali da buona parte della
popolazione. La sua vicenda personale è, al tempo stesso,
una celebrazione dei processi d’integrazione di stampo europeo
e una critica della loro parzialità. Indelebile come un
tatuaggio porta, quindi, in filigrana i segni dell’Europa di oggi
e di quella di ieri, analizzati nella loro dimensione più locale
senza l’ambizione di giungere a un giudizio definitivo
ma con la volontà di mostrarli in tante possibili sfaccettature.
Un’analisi che, spingendo ad apprezzare i punti di forza
e a correggere gli elementi di debolezza strutturale di un’Europa
ancora in divenire, porta in sé le tracce di una viva e vibrante
fiducia nelle sue potenzialità.
INDELEBILE COME UN TATUAGGIO
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