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La Toscana nuova Gennaio

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Andrea del Verrocchio, Tomba di Cosimo il Vecchio (1465-1467), marmi intarsiati, cripta

della Basilica di San Lorenzo

da un medico incapace. Una tradizione che sembra risalire

al decennio successivo alla morte di Donatello riferisce che

questi era omosessuale e che si sentiva attratto dai graziosi

apprendisti del suo studio. L’omosessualità era diffusa nella

Firenze del Quattrocento e fu un aspetto tipico dell’umanesimo

rinascimentale. Si dice che Donatello sia stato molto generoso

perché metteva i suoi soldi in una gerla a disposizione

dei discepoli. Infatti morì povero e malato di Parkinson. Al suo

ritorno da Padova, dove aveva realizzato la statua equestre

del Gattamelata, fu incaricato dell’esecuzione dei due pulpiti

di San Lorenzo, eseguiti in parte dagli allievi (lo stiacciato) da

cui, successivamente, Girolamo Savonarola arringò i fiorentini

a combattere il malcostume che ammorbava la città. Tanti

sono i lavori di Donatello, ma la sua arte si esprime principalmente

nel rappresentare le sculture attraverso una indagine

umana e psicologica. Vale per esempio il bronzeo David, la

cui espressione facciale rivela soddisfazione e compiacenza

di vittoria e forti tensioni emotive. Altri molto significativi come

la collaborazione alle formelle del Ghiberti oppure l’antropomorfo

Marzocco (da Martius) scolpito nella pietra simbolo

di Firenze in sostituzione di quello portato via dall’alluvione

del Trecento sul Ponte Vecchio, il crocifisso ligneo criticato

dal Brunelleschi, il Giuditta e Oloferne e altri. Durante l’alluvione

del 4 novembre 1966 la cripta in San Lorenzo fu invasa

Donatello, Pulpito della Passione (1460 ca.), Basilica di San Lorenzo, Firenze

dalle acque dell’Arno. Le bare in quel luogo accatastate furono

aperte e distrutte dalla violenza delle acque. L’unica che si

salvò fu quella di Cosimo, murata entro il pilastro centrale della

cripta citata. Nella pubblicazione Artedossier dal titolo Donatello

(edizioni Giunti), l’autrice Beatrice Paolozzi Strozzi, già

direttrice del Museo del Bargello, a proposito della tomba di

Donatello scrive: «Verrà sepolto nella Basilica di San Lorenzo

per espressa volontà di Piero dei Medici, erede di Cosimo

il Vecchio, al quale Donatello era stato profondamente legato

per tutta la vita e l’aveva preceduto il primo di agosto del

1464. Del sepolcro dell’artista tuttavia non resta traccia». La

citazione, scritta attualmente davanti alla lapide di Donatello

nella cripta, recita tra l’altro “in occasione dei lavori compiuti

tra il 1738 e 1741 per volontà di Anna Maria Luisa de’

Medici, nei pressi della tomba di Donatello fu posta la lapide

commemorativa che vediamo ancora oggi”. Nel libro La scultura

di Donatello di Francesca Petrucci, con introduzione di

Antonio Paolucci (edizioni Le Lettere) del 2003, si legge: «Il

10 dicembre 1466 Donatello concluse, ottantenne, la sua esistenza

terrena in una povera casetta… ridotto alla inoperosità

dal parletico e dall’abbassamento della vista». Prima del

Concilio di Trento e la relativa Controriforma non esisteva l’anagrafe;

con la Controriforma fu stabilito che si dovevano registrare

le nascite e le morti dei parrocchiani.

TOMBA DI DONATELLO

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