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La Plastica Oggi e Domani - n° 4 Novembre / Dicembre 2021

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attualità<br />

<strong>La</strong> Plastic Tax è stata ancora<br />

rimandata, questa volta al<br />

2023. Le industrie esultano,<br />

gli ambientalisti protestano.<br />

E intanto circolano voci su una<br />

possibile definitiva abolizione<br />

dell’imposta.<br />

<strong>La</strong> tassa più discussa<br />

d’Italia<br />

di Eva De Vecchis<br />

Tra i fogli del Documento programmatico<br />

di bilancio per il 2022, approvato<br />

dal Consiglio dei Ministri,<br />

c’è anche il rinvio al 2023 di plastic<br />

tax e sugar tax, le imposte che riguardano<br />

rispettivamente gli imballaggi in plastica e<br />

le bevande zuccherate. Il comparto plastico,<br />

agevolato da questa decisione, esulta,<br />

mentre l’associazione ambientalista Greenpeace<br />

critica l’ennesimo “inaccettabile”<br />

rinvio che mette a repentaglio la salute del<br />

clima. Ma l’entusiasmo non si frena e molti<br />

operatori del settore chiedono, oltre al rinvio,<br />

la totale abolizione delle due imposte<br />

definite “antieconomiche” e “antistoriche”<br />

nonché di difficile definizione e applicazione.<br />

Una misura punitiva, secondo il Presidente<br />

Unionplast, Marco Bergaglio, che<br />

sottolinea gli alti rischi per un settore strategico<br />

che in Italia vale almeno 12 miliardi<br />

di euro.<br />

Ma in questo modo il rischio è quello di rimanere<br />

indietro. A dimostrarlo sono gli altri<br />

Paesi Europei come Francia, Spagna e<br />

Germania dove, oltre alla tassa sulla plastica,<br />

verranno imposte altre restrizioni.<br />

Il Documento programmatico<br />

Filiera Italia, Federalimentare, Agrinsieme,<br />

Coldiretti, Assobibe e altri esponenti del<br />

settore plastico delle bevande e del comparto<br />

alimentare sembrano molto felici per<br />

il rinvio della plastic (e della sugar) tax deciso<br />

nel Documento programmatico di bilancio<br />

approvato dal Consiglio dei Ministri.<br />

A criticare l’“inaccettabile” rinvio è solo<br />

Greenpeace che si preoccupa per i dati<br />

allarmanti mostrati dall’Unione Internazionale<br />

per la Conservazione della Natura<br />

(IUCN), che mostrano come l’Italia sia seconda<br />

solo all’Egitto per immissione di plastica<br />

nel Mediterraneo.<br />

L’imposta sulle plastiche infatti, nasce proprio<br />

a questo scopo. Istituita con la legge<br />

di Bilancio 2020, entrata in vigore formalmente<br />

1° gennaio del 2020 e viene rinviata<br />

una prima volta al 1° luglio <strong>2021</strong> e una seconda<br />

al 1° gennaio 2022, la plastics tax<br />

italiana (che non deve essere confusa con<br />

quella europea) colpisce i Macsi, manufatti<br />

in plastica di singolo impiego, con un’imposta<br />

di 450 euro a tonnellata. Dalla tassazione<br />

vengono escluse invece tutte<br />

le plastiche compostabili secondo la UNI<br />

EN 13432 e quelle ottenute da riciclo, oltre<br />

che tutti i dispositivi medici e gli imballaggi<br />

per prodotti farmaceutici.<br />

<strong>La</strong> soddisfazione di aziende<br />

e associazioni<br />

<strong>La</strong> decisione del governo Draghi è stata<br />

positiva per molte associazioni e rappresentanti<br />

di industrie che hanno visto trion-<br />

10 ı <strong>La</strong><strong>Plastica</strong><strong>Oggi</strong>e<strong>Domani</strong><br />

<strong>Novembre</strong>/<strong>Dicembre</strong> <strong>2021</strong><br />

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