WineCouture 1-2/2022
WineCouture è la testata giornalistica che offre approfondimenti e informazione di qualità sul vino e quanto gli ruota attorno. È una narrazione di terroir, aziende ed etichette. Storytelling confezionato su misura e che passa sempre dalla viva voce dei protagonisti, dalle riflessioni attorno a un calice o dalle analisi di un mercato in costante fermento. WineCouture è il racconto di un mondo che da anni ci entusiasma e di cui, con semplicità, vogliamo continuare a indagare ogni specifica e peculiare sfumatura, condividendo poi scoperte e storie con appassionati, neofiti e operatori del comparto.
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La prima immagine che si fissa nella mente e nel<br />
calice quando si scatta una fotografia della Valpolicella<br />
di Tedeschi è quella di una famiglia<br />
(nella foto a destra). Ed è da qui che occorre<br />
partire per comprendere lo stile e i vini di una<br />
tra le più storiche realtà della zona Classica. Una famiglia,<br />
dunque, presente in queste terre fin dal 1630. Una famiglia,<br />
cresciuta di generazione in generazione assieme alle<br />
sue vigne, che hanno progressivamente esteso i loro orizzonti,<br />
di pari passo con quello che è stato lo sviluppo di un<br />
mercato che da locale si è fatto con il lento incedere del<br />
tempo mondiale. Da osti di paese e commercianti, grazie<br />
all’opera delle ultime generazioni, a partire da Lorenzo per<br />
giungere oggi ai tre figli Antonietta, Sabrina e Riccardo, il<br />
nome Tedeschi è giunto ora a indicare una delle cantine<br />
tra le più rinomate dell’intera Valpolicella. Una realtà vitivinicola<br />
che dall’alta collina nella zona Classica, con i cru<br />
Capitel Monte Olmi, situato nella frazione di Pedemonte,<br />
nel comune di San Pietro in Cariano, e La Fabriseria, in località<br />
Le Pontare, tra i comuni di Sant’Ambrogio di Valpolicella<br />
e di Fumane, si è spinta fino ai comuni di Tregnago<br />
e di Mezzane di Sotto, dopo l’acquisizione nel 2006 della<br />
tenuta di Maternigo. Ed è proprio la parola cru<br />
a definire il primo e più importante tratto<br />
della filosofia produttiva Tedeschi. Una<br />
sana ossessione ereditata proprio dal padre<br />
Lorenzo, quella oggi coltivata da Antonietta,<br />
Sabrina e Riccardo. Partendo da La Fabriseria,<br />
proseguendo con lo storico Capitel<br />
Monte Olmi, intuizione di Lorenzo, fino<br />
a Maternigo, passo che ha definito l’ultima<br />
generazione, è la scelta di focalizzarsi sulla<br />
selezione dei singoli vigneti a definire in<br />
maniera indelebile la firma Tedeschi. Sostenitori<br />
dell’alta collina, come detto, è<br />
in “altitudine” che da sempre nascono<br />
i vini della famiglia, etichette oggi<br />
iconiche nel panorama della Valpolicella.<br />
Ma cosa le accomuna? Un<br />
tratto che si fa identità proprio grazie<br />
al contributo offerto da quella<br />
stessa alta collina. “Ricchezza aromatica,<br />
freschezza del frutto e verticalità,<br />
sono questi i tre elementi<br />
che regalano ai nostri vini il loro<br />
peculiare carattere”, spiega Sabrina<br />
Tedeschi. “Produzioni dove la<br />
struttura si avverte, ma a fronte<br />
di un equilibrio che rifugge l’eccessiva<br />
concentrazione e regala<br />
una piacevole bevibilità”. Ma cosa<br />
meglio definisce, per Tedeschi, le<br />
differenti sfumature dei terroir di<br />
Valpolicella in termini di produzioni?<br />
“In primis il Valpolicella<br />
stesso e subito dopo l’Amarone”, risponde<br />
Sabrina Tedeschi. “Il Ripasso è quello che<br />
invece possiamo definire più il vino di tecnica<br />
del nostro territorio”. Quel territorio<br />
che lascia dietro sé una traccia indelebile:<br />
precursori specifici, a seconda della zona,<br />
dell’altitudine e dell’esposizione. Ed è così<br />
che permette, anche dopo l’appassimento<br />
delle uve, di rendere identitario del vigneto<br />
di provenienza ciascuna espressione.<br />
La composizione del terreno è, infatti,<br />
uno dei fattori in grado d’influenzare<br />
l’aroma di un vino. Ben consapevole<br />
di questo aspetto, la famiglia Tedeschi,<br />
in modo pionieristico in Valpolicella,<br />
ha intrapreso uno studio<br />
di caratterizzazione aromatica dei<br />
vigneti. Dalle ricerche svolte, è<br />
certo che la frazione calcarea dei<br />
suoli dona intensità e complessità<br />
aromatica, oltre a generare<br />
vini eleganti. Da un’analisi più<br />
approfondita, la presenza di ossidi<br />
di ferro e di manganese favoriscono<br />
le note speziate e di frutta<br />
rossa, come amarena e ciliegia,<br />
che caratterizzano l’Amarone di<br />
casa Tedeschi. Al tempo stesso,<br />
la frazione sabbiosa del terreno<br />
accentua le note di frutti di bosco,<br />
ribes e lampone in primis, come<br />
si può avvertire all’assaggio del<br />
Ripasso San Rocco. La presenza di<br />
argilla nel terreno, unita a minerali ferrosi e manganesiferi<br />
conferisce vini strutturati, di grande longevità, con buon<br />
estratto e contenuto tannico, oltre a vini ricchi di colore.<br />
Lo scheletro, poi, trattiene l’acqua rilasciandola lentamente<br />
insieme ai sali minerali. Una tessitura del terreno bilanciata<br />
favorisce vini equilibrati e longevi. La freschezza tipica<br />
del Valpolicella d’annata, ben marcata nel Lucchine<br />
Tedeschi, è invece incoraggiata dalla presenza di ghiaie e<br />
di terreni di origine alluvionale. “Lavorando bene si riesce<br />
a interpretare il territorio, tanto che noi presentiamo<br />
cinque diverse sfumature di Valpolicella e altrettante di<br />
Amarone a catalogo”, sottolinea Sabrina Tedeschi. “E nel<br />
calice la differenza di particella in particella<br />
si rende poi evidente”. Tra Corvina, Corvinone<br />
e Rondinella, si spazia così da interpretazioni<br />
fresche e di annata, ideali<br />
anche per sposare piatti più semplici,<br />
a selezioni di maggior struttura che<br />
conducono ad abbinamenti maggiormente<br />
elaborati. Una nuova<br />
tradizione di Valpolicella, quella<br />
che si è così imposta. E che in<br />
questo <strong>2022</strong> porterà sul mercato,<br />
a fine anno come d’abitudine,<br />
il frutto di una grande<br />
annata per l’Amarone, la<br />
2016, con il Capitel Monte<br />
Olmi combinazione<br />
di potenza ed eleganza,<br />
mentre con l’Amarone<br />
Maternigo il millesimo<br />
aveva già visto la luce in<br />
chiusura di 2021. Per il<br />
Marne 180, “base che<br />
base non è”, è invece<br />
la 2018 a far capolino.<br />
“Si tratta dell’Amarone<br />
che sa sorprendere”,<br />
chiosa Sabrina Tedeschi,<br />
“come ha dimostrato facendoci<br />
giungere nella Top 100 di Wine<br />
Spectator lo scorso anno”. Con la<br />
storia di Valpolicella della famiglia<br />
Tedeschi che è già pronta ad<br />
arricchirsi di nuovi capitoli.<br />
GIRAMONDO