Arnaldo MariniSurvival instinct (2021), olio su tela, cm 160x80www.arnaldomarini.comarnaldo.marini@gmail.comarnaldo.marini
A cura diRosanna BariNote dʼarteOratorio di San Niccolò del CeppoUn prezioso gioiello restauratodi Rosanna Bari / foto courtesy Edizioni PolistampaL’Oratorio di San Niccolò, come aFirenze viene detto Nicola, si trovain via Pandolfini, in prossimitàdi via Verdi. Fu realizzato nel 1561 perospitare la trecentesca Compagnia diSan Niccolò di Bari, detta del Ceppo, chenecessitava di una nuova sede. La Compagniafu chiamata così dal “ceppo”,base d’albero scavata e utilizzata perraccogliere le offerte o, più verosimilmente,dalla vicinanza con l’antico Ospedaledel Ceppo di cui non rimangono piùtracce. Ancora oggi, la Venerabile e NobileCompagnia continua a svolgere attivitàdi preghiera e opere di carità, cosìcome aveva fatto San Niccolò. L’edificio,dalla semplice facciata, oltreché preziosocustode della sua storia è anche preziosocontenitore di importanti opered’arte. Oltrepassato il vestibolo, nell’ampiaaula dell’Oratorio, utilizzata come sala riunioni, si ammirala grande pala d’altare Crocifissione e Santi di Francesco Curradi,mentre al centro dello scenografico soffitto a volta, arricchitoda finte architetture settecentesche, campeggia San Niccolòin gloria. Ma è nella piccola sagrestia che è esposta l’opera diuno dei più grandi artisti del primo Quattrocento: Cristo croci-Ricollocazione del Crocifisso di Beato Angelicofisso tra i Santi Niccolò e Francesco, tavola di Beato Angelicoa cui il recente restauro, curato dall’Opificio delle Pietre Dure,ha restituito la brillantezza dell’originale cromia. Adiacente allasagrestia, in un piccolo ambiente adibito a museo, altri duedipinti del Curradi costituiscono un’importante testimonianzadella pittura religiosa di inizio Seicento. Il recente restauro,iniziato nel 2007 e conclusosinel 2018, ha permesso di recuperareun importante tassello dellastoria di Firenze, riportando cosìall’originario splendore l’anticastruttura gravemente danneggiatadall’alluvione del 4 novembre1966. Orgogliosi dei risultati finoraottenuti, il guardiano UrbanoAlli Maccarani e il governatoreAlessandro Burberi così guardanoal futuro: «Il nostro prossimoobiettivo, a cui teniamo moltissimo,riguarda l’allestimento delmuseo. Il nuovo progetto, quindi,avrà come finalità l’arricchimentodell’esposizione con le opere dellapreziosa collezione, da secolivanto della Compagnia, che manmano verranno restaurate».Giovanni Antonio Sogliani, San Niccolò e due fanciullidella Compagnia (1520 ca.)Interno dell’Oratorio di San Niccolòrosannabariguida@gmail.comORATORIO DI SAN NICCOLÒ17