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La Toscana Nuova Maggio_2022

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Curiosità storiche

fiorentine

A cura di

Luciano e Ricciardo Artusi

Calendimaggio

L’antica festa dei fiori e dei piaceri della vita

di Luciano e Ricciardo Artusi

Maggio, quinto mese dell’anno nel calendario, il cui

nome deriva forse dalla dea romana Maia. Fin

dai tempi antichi maggio si distingue dagli altri

mesi per il rifiorire intenso della natura che in questo periodo

assume nuova vitalità con l’esplosione della vegetazione

e la profumata fioritura soprattutto delle rose dette,

appunto, “maggesi” e delle ginestre; di ciò, anche Dante

nel Purgatorio lascia testimonianza con i noti versi: E quale,

annunziatrice de li albori, l’aura di maggio movesi e olezza,

tutta impregnata da l’erba e da’ fiori. A maggio, quando

regnano sovrani i profumi ed i colori dei fiori, nei giardini

e nelle campagne intorno a Firenze, si celebrava il mese

con usanze galanti, feste, suoni e canti, che univano ai fiori

la passione del popolo per i canti d’amore, tanto da essere

definito, già in epoca medioevale, “maggio amoroso”.

Il mese era caratterizzato dalla particolare festa del Calendimaggio,

che si svolgeva nella prima settimana e rientrava

tra le feste “pagane” abolite da Cosimo III e ripristinate

da Gian Gastone. In epoca medioevale e rinascimentale la

festa aveva avuto grande importanza, anche perché terminava

con l’elezione della “regina di maggio”, un’antesignana

delle reginette di bellezza dei nostri tempi. Ma allora

era fondamentale per le famiglie nobili che una delle loro

rappresentanti divenisse la “regina”, per cui la competizione

era sentita e cercata senza esclusione di colpi. Nel Calendimaggio

del 1300 questa gentile usanza scatenò gravi

disordini: l’elezione della fanciulla più bella divenne il pretesto

per un ulteriore scontro tra i Guelfi di parte bianca

e quelli di parte nera, con nefaste conseguenze. Infatti,

quei festeggiamenti dettero origine ad una zuffa in Piazza

di Santa Trìnita tra i giovani dei due opposti schieramenti,

dietro ai quali vi era probabilmente la “mano” dei capi

più anziani. Vi furono diversi feriti, e di conseguenza vennero

presi severi provvedimenti per alcuni rappresentanti

delle due fazioni, che si concretizzarono, tra l’altro, in bandi

di esilio. È da notare che, fin dal periodo medioevale, troviamo

le “regine di maggio” anche nel mondo nordico: in

particolare in Inghilterra ed in Irlanda, dove le fanciulle più

Luciano Artusi, a sinistra, con il figlio Ricciardo

Lelio Rossi, Le Reginette del Majo

graziose, incoronate di fiori, facevano il “giro d’onore” del

villaggio sopra un apposito carro sempre decorato di foglie

e fiori. Nel mondo contadino toscano è rimasta invece

la tradizione di “cantare il maggio” con tipiche canzoni dette

“maggi”, cantate in forma di serenata da gruppi di giovani

“maggiaioli”, i quali, con strumenti musicali e “regine”

tutte adorne di fiori di campo, facevano il giro delle fattorie,

ricevendo in cambio di una stornellata il dono di salumi,

formaggi, pane e vino. Era usanza anche che i giovani innamorati

appendessero il “majo”, ramo fiorito e infiocchettato

simbolo della primavera, all’uscio o alle finestre delle

fanciulle. Proprio da tale uso derivò il modo di dire “E l’attacca

il majo ad ogni uscio” per indicare un “libertino” che

corteggiava molte ragazze senza sceglierne nessuna. Gli

intrattenimenti musicali itineranti andavano avanti tutta la

notte e, il giorno dopo, quanto racimolato

veniva allegramente consumato

su di un bel prato, sempre

con accompagnamento di canti e

danze. Tali festeggiamenti rappresentavano,

quindi, tutti gli aspetti

più piacevoli della vita: canto, gioco,

danza, amore, cibo, e quindi divertimento

spensierato.

Cornici Ristori Firenze

www.francoristori.com

Via F. Gianni, 10-12-5r

50134 Firenze

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CALENDIMAGGIO

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