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Occhio
critico
A cura di
Daniela Pronestì
Dora Mazzuto
Dall’idea all’immagine attraverso il colore
di Daniela Pronestì
Si può dipingere il mare anche senza averlo davanti
agli occhi. Bastano pochi colori – dall’azzurro al
bianco – e una pennellata fluida per rendere l’impressione
del movimento dell’acqua, l’andirivieni dell’onda sulla
battigia, le increspature della superficie, gli effetti di trasparenza.
Quello che conta non è riprodurre con esattezza lo
scampolo di mare che si ha di fronte, quanto cercare di restituire
l’insieme di sensazioni e di stati percettivi che alla
visione del mare si accompagnano, l’immagine interiore,
potremmo anche dire, che si forma come risultato dell’esperienza.
È così che Dora Mazzuto dipinge il mare, attingendo
proprio a questa immagine interiore e operando una sintesi
tecnico-cromatica che trasforma il paesaggio marino in
una composizione astratta di pennellate dinamiche, schizzi
e colature di colore. Quello raffigurato, quindi, non è più soltanto
il mare con alcune sue caratteristiche inconfondibili
– il moto dell’onda e la dominante cromatica dell’azzurro –,
ma è anche qualcosa d’altro: un condensato di emozioni, in
parte distillate dalla memoria, in parte vissute durante l’esecuzione
del dipinto. Non è sempre facile in pittura procedere
dall’idea all’immagine, esprimere su tela un concetto,
una poetica, una visione del mondo. È la sfida con la quale
ogni pittore deve confrontarsi: Dora Mazzuto lo sa bene. Ecco
perché da sempre cerca il modo di vincerla questa sfida,
di superare l’ostacolo che s’incontra quando l’ispirazione
deve tradursi in una forma, entrare nei confini di un’immagine,
passare dall’essere astrazione mentale al farsi oggetto
di visione. La difficoltà diventa ancora maggiore quando
il concetto da traslare non corrisponde a qualcosa di reale,
non è nulla di fisicamente concreto, ma descrive una dimensione
soltanto mentale. È il caso, ad esempio, del quadro Le
ali della libertà, nel quale Dora Mazzuto escogita di rappre-
Riflessi marini
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DORA MAZZUTO