WineCouture 7-8/2022
WineCouture è la testata giornalistica che offre approfondimenti e informazione di qualità sul vino e quanto gli ruota attorno. È una narrazione di terroir, aziende ed etichette. Storytelling confezionato su misura e che passa sempre dalla viva voce dei protagonisti, dalle riflessioni attorno a un calice o dalle analisi di un mercato in costante fermento. WineCouture è il racconto di un mondo che da anni ci entusiasma e di cui, con semplicità, vogliamo continuare a indagare ogni specifica e peculiare sfumatura, condividendo poi scoperte e storie con appassionati, neofiti e operatori del comparto.
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24<br />
PROTAGONISTI<br />
I grandi vini sono<br />
un affare di famiglia<br />
Tra nuovi consumi e un DNA che non mente, parlano<br />
Leonardo e Carlo Alberto, quarta generazione Sagna<br />
Tra le caratteristiche fondanti di Sagna S.p.A<br />
spicca l’essere un’azienda a gestione famigliare.<br />
Una peculiarità che influisce ancora<br />
oggi nelle scelte da prendere quando si tratta<br />
di dare il via a collaborazioni con nuove cantine.<br />
E nel ripercorre storia e tappe che hanno condotto<br />
all’acquisizione di mandati prestigiosi – si citino tra i molti<br />
il Cognac Delamain, la Maison di Champagne Louis Roederer<br />
(dopo Mumm), i Domaines Schlumberger e i vini<br />
della Loira del Baron Patrick de Ladoucette – si comprende<br />
quanto proprio i valori della famiglia e della tradizione<br />
risultino decisivi. Oltre all’aspetto familiare, infatti, ciò che<br />
accomuna i mandati del portfolio Sagna è una filosofia<br />
produttiva che prevede la presenza di una gamma di vini<br />
complessi ed eleganti. Poi, è l’assaggio di qualche referenza<br />
con alle spalle oltre 20 anni di vita a restituire l’immagine<br />
di quelle famiglie, composte da uomini e donne che lavorano<br />
da tempo al fine di preservare la cultura che si cela<br />
dietro ogni vocato areale produttivo, dalle uve ai suoli d’origine,<br />
per una costante rappresentazione di ciò che i francesi<br />
chiamano “goût du terroir”. Sorsi sinceri, riferimenti<br />
che confermano la politica rigorosa di Sagna, che rifugge<br />
mode passeggere e facili volumi, e hanno portato l’azienda<br />
ad occuparsi della distribuzione di prodotti a volte dal<br />
ristretto mercato, spesso molto rari, ma sempre altamente<br />
ricercati dai veri intenditori: si pensi al Cristal o ai vini<br />
della Romanée Conti, etichette non certo da “performance<br />
immediata”. L’expertise Sagna si comprende ancor meglio<br />
DI MATTEO BORRÈ<br />
analizzando lo sviluppo del mercato a fronte della scelta<br />
d’importare vini alsaziani: una collaborazione iniziata sulla<br />
scia di un memorabile assaggio di una vecchia release di<br />
Gewurztraminer Grand Cru Selezione di acini nobili. Si<br />
era a cavallo degli anni ’80 e ’90, all’epoca il mercato non<br />
era propenso a un consumo di vini così maturi, men che<br />
meno se stranieri. Sagna, incamminandosi su questa via,<br />
ha dato forma a un nuovo segmento, una domanda che<br />
non c’era di vini francesi longevi. Oggi, grazie a Leonardo<br />
e Carlo Alberto, la quarta generazione della famiglia piemontese<br />
perpetua la mission delle origini. Ed è con loro<br />
che abbiano scattato una fotografia dello stato dell’arte del<br />
vino, tra distribuzione, mercato e nuovi consumi, iniziando<br />
proprio col capire come viene approcciato questo mondo<br />
da chi è custode di un’eredità così importante? “Il mondo<br />
del vino, tradizionalmente statico, sta vivendo una lenta ma<br />
sostanziale evoluzione”, spiega a <strong>WineCouture</strong> Leonardo<br />
Sagna, “e da parte nostra c’è massima attenzione a quelle<br />
che sono le nuove tendenze di consumo, di distribuzione e<br />
di comunicazione. La sfida, ma anche il valore aggiunto, è<br />
riuscire a coniugare evoluzione ed esperienza. Pur cercando<br />
d’anticipare le novità del mercato ed ammodernando i<br />
processi interni, la nostra storia ci suggerisce uno stile di<br />
lavoro che ci impegniamo a preservare”. Fa eco a riguardo<br />
Carlo Alberto: “Una delle maggiori difficoltà che possiamo<br />
incontrare nel mercato di oggi è d’identificare con attenzione<br />
e serietà quali sono i trend da seguire. Sempre più<br />
spesso si generano mode guidate da obiettivi di vendita ma<br />
senza una base di qualità, che invece deve essere sempre<br />
il cardine di chi fa il nostro lavoro”. Ma come è cambiato<br />
consumo e percezione dei beni di lusso? “Nel mondo del<br />
vino ho visto due tendenze, una positiva e una negativa”,<br />
spiega Leonardo. “L’aspetto positivo è il numero sempre<br />
maggiore di appassionati che alimentati dalla loro curiosità<br />
sono portati ad assaggiare anche grandi vini, aumentandone<br />
il consumo. L’aspetto negativo, invece, è la speculazione<br />
con cui qualcuno prova a inquinare il mondo del vino.<br />
Una bottiglia, anche la più costosa, nasce dalla passione del<br />
produttore con il solo scopo di essere aperta, apprezzata e<br />
goduta dal consumatore finale. La speculazione interrompe<br />
questo percorso: la bottiglia acquista valore finché non<br />
viene aperta, si cerca quindi di rimandare il più possibile il<br />
momento, almeno fino al raggiungimento della cifra cui si<br />
mira. Ne consegue che i danneggiati sono sia i consumatori,<br />
costretti a pagare care le poche bottiglie disponibili, sia<br />
i produttori, che non riescono a raggiungere i loro appassionati”.<br />
Ma proprio la crescente curiosità tra i più giovani<br />
fa ben sperare. “È gratificante vedere un numero sempre<br />
maggiore d’appassionati evolversi verso prodotti più ricercati<br />
e di nicchia”, sottolinea Carlo Alberto. “Non solo c’è<br />
più interesse verso l’etichetta, ma anche su tutto ciò che la<br />
circonda e la porta in tavola: dalla sua storia ai luoghi dove<br />
nasce, quei dettagli che caratterizzano ogni vino e produttore”.<br />
A riguardo, come leggere l’attuale dinamica di prezzi<br />
alle stelle creatasi attorno a produzioni di primo livello, Borgogna<br />
in primis? “Il mercato dei vini bianchi francesi vale<br />
il 12% del nostro fatturato”, risponde Leonardo. “E come<br />
detto prima, siamo convinti che le bottiglie vadano aperte.<br />
Come distributori, nonostante tutti i costi che si sono<br />
aggiunti negli ultimi tempi per le più svariate motivazioni,<br />
siamo fedeli a una politica di rincaro allineata con quella<br />
del produttore. Cerchiamo di metterci al servizio della ristorazione,<br />
così da far lavorare e prosperare il mercato, ma<br />
poi, lungo la filiera, non è raro assistere a fenomeni speculativi<br />
su quei prodotti percepiti come particolarmente<br />
preziosi per via della loro rarità”. Cosa di nuovo, invece, ha<br />
portato la nuova generazione Sagna in azienda? “Di sicuro,<br />
il nostro apporto è stato quello di spingere verso una diversificazione<br />
del portfolio inserendo nuovi mandati ed in<br />
particolare aprendo il nostro catalogo ai prodotti italiani”,<br />
evidenzia Leonardo. “Credevamo, e crediamo tuttora, che<br />
i prodotti nazionali siano complementari con la nostra proposta<br />
estera e che una distribuzione sia la soluzione migliore<br />
per una cantina italiana di piccola o media dimensione.<br />
Si tratta di un ampliamento sempre guidato dalla ricerca di<br />
massima qualità e serietà. Ma oltre ad uno sviluppo esterno<br />
abbiamo anche portato uno sviluppo interno, puntando<br />
sulla digitalizzazione aziendale e su una comunicazione<br />
più ampia, che includesse anche nuovi canali”. Ma c’è altro.<br />
“Abbiamo lavorato su una ristrutturazione della forza vendita<br />
e su una riconsiderazione territoriale che riteniamo ci<br />
possa e ci renderà ancora più capillari sul territorio”, spiega<br />
Carlo Alberto. “La nostra è una clientela tradizionale che<br />
annovera ristoranti, hotel, enoteche e grossisti, mentre non<br />
lavoriamo con la Gdo. Le difficoltà logistiche e la poca disponibilità<br />
di prodotto non ci permettono in questo momento<br />
di sviluppare una numerosa clientela privata. Mentre<br />
un canale con cui lavoriamo con attenzione e selezione<br />
è l’online: assieme a partner storici riusciamo a rendere la<br />
nostra presenza su queste piattaforme non di disturbo per<br />
il mercato tradizionale raggiungendo ottimi risultati”. Ma<br />
dopo tutto questo parlar di vino, cosa piace bere alla nuova<br />
generazione Sagna “extra lavoro”? “Mi piacciono i vini fini<br />
ed eleganti, di buon corpo”, risponde Carlo Alberto. “La<br />
Toscana mi appassionano molto, ma anche Barolo e Barbaresco.<br />
Sono sempre curioso nel provare nuovi Champagne,<br />
salvo poi ritrovarmi a perfetto agio con quelli Louis Roederer”.<br />
E, da parte sua, Leonardo chiosa: “In questo periodo<br />
sono curioso di assaggiare novità o territori che conosco<br />
meno, anche metodi produttivi diversi, nonostante il mio<br />
gusto resti tradizionale. Ammetto infatti di tornare spesso<br />
alle origini, avendo sempre pronta in cantina qualche bottiglia<br />
di Champagne, di Pouilly Fumé, di Chablis, di Borgogna<br />
o di Nebbiolo”. Il DNA, si sa, non mente mai.