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Apollonio_Rodio_Le_Argonautiche_Libro_Te

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Chi, dopo essersi propiziata Daira,

la dea unigenita, con sacrifici notturni,

ne unge il corpo, non è vulnerabile ai colpi

del bronzo, né cede all'ardore del fuoco:

ma per tutto quel giorno è più forte e più grande.

Nacque la prima volta quando l'uccello carnefice

fece colare a terra, sulle montagne del Caucaso,

il sangue divino dell'infelice Prometeo.

Crebbe un fiore alto un cubito, che ha lo stesso colore

del croco coricio, e poggia su un duplice stelo;

dentro la terra, la radice pareva

carne appena tagliata. L'umore, simile al succo nero

delle querce, Medea lo aveva raccolto,

per farne un filtro, in una conchiglia del Caspio,

e si bagnò sette volte nelle acque perenni,

e sette volte invocò la dea Brimo, la grande nutrice,

Brimo notturna, infernale, la regina dei morti,

nella notte nera, coperta da abiti neri.

E quando tagliò la radice nata dal sangue titanico,

la terra scura si scosse con un muggito profondo;

e gemette lo stesso figlio di Giapeto, angosciato dalla sofferenza.

Prese il filtro e lo mise dentro la fascia

fragrante, che le cingeva il seno bellissimo.

Poi, uscita di casa, montò sul carro veloce,

e con lei, a destra e a sinistra, due ancelle.

Lei stessa prese in mano le redini, e nella destra la sferza

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