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Come preparare una presentazione di successo - E-prints Archive ...

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1990; a tutt’oggi, comunque, non mi risulta che siano stati messi a punto dei sistemi software a tale scopo<br />

e che siano commercialmente <strong>di</strong>stribuiti.<br />

In ogni caso alle classiche quattro fasi si deve aggiungere un quinto aspetto, oggi molto più rilevante <strong>di</strong><br />

quanto non lo fosse nell’antichità: quando abbiamo terminato la nostra <strong>presentazione</strong> e dobbiamo<br />

affrontare le domande del pubblico, detta, con terminologia anglosassone “Question & Answer”<br />

(abbreviato spesso in Q&A); per rispetto agli antichi maestri <strong>di</strong> retorica, mi sembrerebbe più opportuno<br />

denominare questa sezione con i rispettivi termini latini (Quaestio & Responsio).<br />

Prima <strong>di</strong> affrontare tutti gli aspetti necessari per organizzare <strong>una</strong> <strong>presentazione</strong> corretta possiamo<br />

tracciare, seguendo la Harvard Business School (AA.VV. 2004), <strong>una</strong> sorta <strong>di</strong> “decalogo” del presentatore<br />

efficace:<br />

20<br />

1. Rispetterai il tuo pubblico<br />

2. Manterrai il numero <strong>di</strong> luci<strong>di</strong> al minimo assoluto<br />

3. Non <strong>di</strong>rai al tuo pubblico quanto sei nervoso, ma gli <strong>di</strong>rai come ti senti<br />

4. Saprai sempre che ora è<br />

5. Imparerai dai tuoi maestri<br />

6. Non leggerai né imparerai a memoria un <strong>di</strong>scorso<br />

7. Ricorderai la <strong>di</strong>fferenza tra corteggiamento e <strong>presentazione</strong><br />

8. Attribuirai i meriti a chi spettano<br />

9. Darai un messaggio positivo<br />

10. Racconterai la tua vicenda personale<br />

D’accordo ? non al 100%, ma comunque possiamo iniziare da qui, e tenere comunque a mente che<br />

<strong>preparare</strong>, organizzare, gestire e tenere <strong>una</strong> <strong>presentazione</strong> richiede delle regole, che potremo anche<br />

mo<strong>di</strong>ficare e “personalizzare” secondo le nostre personali esigenze e caratteristiche, comunque non<br />

cercando <strong>di</strong> “improvvisare”: solo se si sono stu<strong>di</strong>ate delle regole, e poi si comprende come sfruttarle e se<br />

necessario mo<strong>di</strong>ficarle, si potrà progre<strong>di</strong>re e migliorare continuamente.<br />

Non tengo mai dei <strong>di</strong>scorsi “improvvisati”:<br />

ci vuole troppo tempo a prepararli<br />

(M.T. Cicerone)<br />

Scelta Scelta Scelta degli degli argomenti argomenti<br />

argomenti<br />

Contrariamente ad <strong>una</strong> traduzione “maccheronica”, la fase cosiddetta dell’ “inventio” non prevede <strong>di</strong><br />

“inventare” qualcosa, bensì <strong>di</strong> Ricercare (inventio deriva infatti da “invenire”, che in latino significa<br />

“trovare”), all’interno dell’argomento in questione, quali possano essere gli aspetti, caso per caso, più<br />

convincenti.<br />

La retorica classica era prevista, già da Aristotele, come <strong>una</strong> tecnica che permetteva <strong>di</strong> “parlare” <strong>di</strong> cose<br />

per le quali non esisteva <strong>una</strong> soluzione “logica”, quin<strong>di</strong> le varie opzioni in campo potevano essere tutte,<br />

parimenti, valide; non si tratta, pertanto, <strong>di</strong> esaminare il problema da un punto <strong>di</strong> vista <strong>di</strong> “vero o falso”,<br />

“giusto o sbagliato”, ma <strong>di</strong> cercare, tra tutte le varie sfaccettature presenti, quelle che maggiormente si<br />

prestano a “convincere” il nostro pubblico che la soluzione da noi “sponsorizzata” è la preferibile, rispetto<br />

ad altre, altrettanto valide, ma meno preferibili.<br />

L’inventio è anche, delle varie parti, quella che maggiormente può, e deve, essere influenzata dalla nostra<br />

etica, dalle nostre scelte morali: la selezione delle “facce” <strong>di</strong> un problema permetterebbe <strong>di</strong> mettere in<br />

ombra gli aspetti meno gradevoli, e <strong>di</strong> esaltare gli aspetti più gradevoli; non che questo sia negativo, anzi,<br />

è necessario, ma risente ed è guidato, su <strong>una</strong> sottile lastra <strong>di</strong> ghiaccio, dalle nostre scelte morali.<br />

Le vie per persuadere sono sud<strong>di</strong>visibili in tre :<br />

a) Convincere, parlando alla ragione<br />

b) Commuovere, stimolando le passioni<br />

c) Piacere, cercando <strong>di</strong> stimolare nel pubblico un’adesione <strong>di</strong> tipo estetico.<br />

Ovviamente noi dovremmo privilegiare, parlando <strong>di</strong> argomenti che hanno <strong>una</strong> sostanziale base scientifica,<br />

la prima, ma dobbiamo anche tenere conto delle altre due se vogliamo ottenere un risultato pieno.

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