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Come preparare una presentazione di successo - E-prints Archive ...

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andrà a osservare tale figura, e rischiamo <strong>di</strong> far “perdere” le prime parole che si <strong>di</strong>cono sulla<br />

slide stessa.<br />

c) Omogeneità. Omogeneità. Omogeneità in più sensi: <strong>di</strong> colore (che non deve contrastare con il colore <strong>di</strong><br />

fondo e con il colore dei testi scelto come “motivo” della <strong>presentazione</strong>), <strong>di</strong> tipologia <strong>di</strong> clipart<br />

(non è bene mescolare figure, ad esempio, <strong>di</strong> cartoni animati <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse serie molto <strong>di</strong>verse tra<br />

loro: se in <strong>una</strong> stessa <strong>presentazione</strong> mettiamo <strong>una</strong> immagine <strong>di</strong> Batman, <strong>una</strong> <strong>di</strong> Topolino, <strong>una</strong><br />

<strong>di</strong> Dylan Dog e infine <strong>una</strong> <strong>di</strong> Bugs Bunny otteniamo un effetto <strong>di</strong> confusione ben giustificato),<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione (non è bene mettere clipart <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni troppo <strong>di</strong>verse tra <strong>una</strong> slide e l’altra; il<br />

pubblico si chiederà ragione <strong>di</strong> tale “<strong>di</strong>fferenza”, pensando ad un nostro motivo <strong>di</strong><br />

evidenziazione <strong>di</strong> qualche tipo)<br />

d) Quantità. Quantità. Quantità. La raccomandazione, anche in questo caso, è: meglio poche che troppe; se la<br />

nostra <strong>presentazione</strong> non è <strong>di</strong> carattere strettamente lu<strong>di</strong>co, è meglio che le clipart siano<br />

poche, misurate e solo se decisamente significative.<br />

Potremo anche calibrare il tipo e la quantità <strong>di</strong> “clip-art” in base al tipo <strong>di</strong> <strong>presentazione</strong>; ovviamente <strong>una</strong><br />

<strong>presentazione</strong> con contenuti “<strong>di</strong>vertenti” (per coinvolgere maggiormente un pubblico non particolarmente<br />

preparato sull’argomento della nostra <strong>presentazione</strong>) si presta meglio ad inserimenti <strong>di</strong> figure tipo<br />

“cartoon” o a vignette simil “barzelletta”.<br />

Alcuni <strong>di</strong>segni “<strong>di</strong>vertenti” possono essere messi all’inizio, per creare un clima maggiormente “rilassato” e<br />

positivo, ma con l’accortezza anche in questo caso <strong>di</strong> non esagerare e <strong>di</strong> valutare bene il contesto: <strong>una</strong><br />

<strong>presentazione</strong> scientifica non dovrà essere introdotta come un cartone animato pena il rischio <strong>di</strong> cadere<br />

nel ri<strong>di</strong>colo.<br />

Si devono <strong>di</strong>stinguere tre tipi <strong>di</strong> effetti speciali possibili nella preparazione <strong>di</strong> <strong>una</strong> <strong>presentazione</strong>:<br />

• Effetti <strong>di</strong> animazione sulla singola slide<br />

• Effetti <strong>di</strong> transizione tra <strong>una</strong> slide e la successiva<br />

• Effetti sonori<br />

Effetti Effetti Special Speciali Special<br />

Cominciamo dall’ultimo tipo, per <strong>di</strong>re subito che non si possono usare nel modo più assoluto; solo se la<br />

<strong>presentazione</strong> fosse un tipo “rolling demo” da lasciare autonomamente in proiezione su <strong>una</strong> postazione <strong>di</strong><br />

lavoro, e senza la presenza <strong>di</strong> un presentatore, allora l’uso, moderato, <strong>di</strong> effetti sonori, rumori, musiche o<br />

simili potrebbe essere funzionale allo scopo; quando invece la <strong>presentazione</strong> è prevista solo come<br />

“supporto” per un presentatore gli effetti sonori non sono affatto appropriati, dato che hanno la tendenza<br />

a <strong>di</strong>strarre, apparire come troppo “lu<strong>di</strong>ci” e spesso poco significativi. Ve<strong>di</strong>amo gli altri:<br />

Effetti Effetti <strong>di</strong> <strong>di</strong> animazione animazione sulla sulla sulla singola singola slide slide<br />

slide<br />

I programmi <strong>di</strong> preparazione slide come ad esempio PowerPoint prevedono <strong>una</strong> nutrita e ricca galleria <strong>di</strong><br />

possibili effetti <strong>di</strong> animazione, che possono essere associati a ogni singolo elemento della slide (frasi,<br />

clipart, grafici ecc.). In linea <strong>di</strong> massima l’unico effetto veramente utile può essere quello che permette <strong>di</strong><br />

far apparire le righe <strong>di</strong> <strong>una</strong> slide <strong>una</strong> alla volta, con eventuale “attenuazione” delle righe già esaminate.<br />

Questo effetto corrisponde, in linea <strong>di</strong> principio, a quello che artigianalmente si otteneva all’epoca delle<br />

“lavagne luminose” sovrapponendo al lucido in proiezione <strong>una</strong> pagina bianca, che poi il presentatore<br />

faceva “scorrere” verso il basso scoprendo <strong>una</strong> riga alla volta. E’ <strong>una</strong> metodologia normalmente usata<br />

quando si hanno <strong>di</strong>versi punti sulla stessa slide, e si deve parlare abbastanza su ogni punto (anche<br />

quando i punti più in basso potrebbero, per loro natura, essere in qualche misura controversi); in questa<br />

situazione il fatto <strong>di</strong> non far apparire le righe tutte insieme permette <strong>di</strong> ottenere <strong>una</strong> “non <strong>di</strong>strazione” da<br />

parte del pubblico, che ovviamente ha la tendenza, quando viene proiettata <strong>una</strong> nuova slide, a leggerla<br />

comunque tutta fino in fondo; questa lettura richiede del tempo, <strong>di</strong> cui il presentatore accorto dovrà tenere<br />

conto per non “parlare sopra” al momento in cui il pubblico, intento a leggere, non ci ascolterà. Gli effetti<br />

<strong>di</strong> animazione possono risultare talvolta fasti<strong>di</strong>osi, sopratutto se percepiti come “fini a se stessi”, senza<br />

particolare significato; effetti come la scrittura carattere per carattere (cosiddetta “macchina da scrivere”) o<br />

effetti “a caduta” o “a capriola” appaiono solo come banali virtuosismi che fanno solo perdere tempo e<br />

<strong>di</strong>straggono il pubblico; saranno quin<strong>di</strong> da usare solo con molta parsimonia, quando proprio si ritengono<br />

necessari, e in ogni caso in modo “coerente” e “omogeneo” (se <strong>una</strong> “slide” titolo la preparo con un effetto<br />

“capriola” allora tutte le slide “titolo” dovranno essere preparate con lo stesso criterio).<br />

Di seguito l’elenco <strong>di</strong> tutti gli effetti possibili in un programma standard come PowerPoint, con qualche<br />

commento:<br />

Entrata Entrata<br />

Atterraggio; Boomerang; Capriola; Cascata; Cerchio; Comparsa improvvisa;<br />

Compressione; Cuneo; Discendente; Dissolvenza; Dissolvenza a punti; Effetti casuali;

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