1909TRA - Caroline Imbert
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Saggi<br />
teressa di ceramiche primitive”, dopo avere programmato una visita fin dal 1910 scrivendo<br />
al Franci 390 :<br />
So che in certi pozzi di costì sono stati rinvenuti numerosi cocci di ceramica medioevale. Interessandomi<br />
molto l’argomento le sarei gratissimo se volesse comunicarmi con tutto suo comodo dove si trova<br />
questo materiale e se è stato studiato da qualcheduno dove potrei trovare la relative illustrazioni.<br />
L’invito a Carlo Franci non dovette sembrare vero e, il 13 ottobre, scrisse una vera e propria<br />
memoria, una sorta di consuntivo dove, alle ricorrenti citazioni delle sentenze e delle<br />
contravvenzioni, aggiunse un po’ di storia recente 391 :<br />
Le ceramiche orvietane avrebbero potuto costituire un ragguardevole campionario dell’inizio di<br />
quell’arte che poi dette tanti capolavori a Deruta, Gubbio, Faenza, in Abruzzo e lo studio delle<br />
medesime ripartite nelle varie scuole avrebbe potuto procurare maggior lustro alla mia Città e<br />
sempre utili cognizioni alla gioventù apprendista.<br />
Non si è capita l’utilità che si sarebbe potuto ricavare da questi avanzi, se le loro ricerche si fossero<br />
potute fare con regole e sorveglianza, tanto più che i luoghi in cui furono gettati potevano recare<br />
delle sorprese. […]<br />
A seguito dell’epidemia antiquaria tuttora vigente, ma in grado decrescente, scoperte casualmente<br />
gli avanzi suddetti, e visto trattarsi di opere tuttora ignote, si sviluppò tale frenesia nel ritrovamento<br />
che fu messo sossopra tutto il sottosuolo Orvietano senza riguardo a proprietà o stabilità<br />
degli edifici soprastanti. […]<br />
[La non corretta intepretazione data dal magistrato] dette agio alla più sfrenata ricerca, che da<br />
principio mise in commercio la realtà rinvenuta, poi se ne impossessò la speculazione falsando i<br />
restauri con avanzi vari, quindi falsando per intero.<br />
The great fiasco<br />
Oltre la nota di Solon, quella di Franci sulla fase decrescente, e l’altra di Lucatelli, che nel<br />
1910 dichiarava “trascorsa l’epoca del passaggio dei forestieri in questa città” 392 , è una considerazione<br />
più generale a dare il segno che il clima favorevole alle ceramiche stava ormai<br />
1912. È venuto in Orvieto il Dott. Giorgio Càneva di Padova amico del Col. Ferrari Dirett. dell’Ufficio<br />
storico del Com. di St. Mag. medico legale che s’interessa di ceramiche primitive. / Mi conosce per l’artic.<br />
sulle Tov. in “Augusta Perusia” e per un Man. Vallardi [scritto su altra parola illeggibile] (da 0,50) sulle ceramiche<br />
med. in cui mi si cita. / Dice che a Pad. predominano gli stecchi a ingubbiatura graffiti con invetriatura<br />
di piombo. / Rari, d’importaz., i mod. orvietani. / I primitivi Orvietani con colori nella terra dirett.<br />
// e invetriatura di piombo. / mezza maiolica / Poi anche primitivi (ne acquista uno dai Baschini) [schizzo<br />
di una brocca, con indicazione della decorazione in nero verde] liscio vetrina a stagno biancastro. / Questo<br />
esemplare manca d’invetriatura a piombo (maiolica) / Poi ingubbiatura molto diluita, doppia, con vetrina<br />
di stagno e invetriatura di piombo. / Poi però smalto stannifero” (cat. 4.3.8).<br />
391 ASO, Ispettorato Monumenti e Scavi, b. 2, f. 4, pos. IX, 1154; parzialmente in Riccetti, 2001, pp. 25-26,<br />
con altra segnatura.<br />
392 La frase, cassata, è in una minuta di lettera di Lucatelli a Steinmann del 21 settembre 1910, edita in Satolli,<br />
2003, p. 236, doc. 9.<br />
393 Cit. in Balzani, 2003, p. 65.<br />
394 ASO, Ispettorato Monumenti e Scavi, b. 2, f. 4, pos. VIII, 1110.<br />
395 ASO, Ispettorato Monumenti e Scavi, b. 2, f. 4, pos. VIII, 1122.<br />
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