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1909TRA - Caroline Imbert

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29<br />

L. Riccetti<br />

per cronologia e importanza, dovranno essere richiamate: la collezione di Jules Soulanges<br />

messa insieme fra il 1830 e il 1840, più volte pubblicata fra il 1838 e il 1852, acquistata<br />

dal Museum of Ornamental Art di Londra ed esposta a Marlborough House nel mese di<br />

dicembre 1856 13 , con un catalogo, che ne ricostruisce la storia, scritto da John Charles<br />

Robinson, curatore del museo (e, dal 1857, direttore del South Kensington) 14 ; la collezione<br />

di Alessandro Castellani (conosciuto per le sue imitazioni dell’antico), messa in vendita<br />

a Londra da Christie’s, il 12 maggio 1871, all’Hôtel Drouot di Parigi, dal 27 al 29<br />

maggio 1878; quindi a Roma, nel Palazzo Castellani, dal 17 marzo al 10 aprile 1884, l’indomani<br />

della morte del noto orafo, connoisseur, collezionista e antiquario romano 15 ; la<br />

collezione di Émile Gavet di Parigi, il cui catalogo ragionato, pubblicato a Parigi nel 1889,<br />

e soprattutto il saggio introduttivo, Étude historique et archéologique, di Émile Molinier<br />

(conservatore del dipartimento di oggetti d’arte del Museo del Louvre), era destinato a diventare<br />

uno dei testi di riferimento nello studio della ceramica italiana del Rinascimento<br />

16 . Robinson pone l’accento sugli scopi scientifici di Soulanges, il cui obiettivo spiega<br />

“was the illustration of Art, and not the indulgence of a taste for the merely curious”, anche<br />

se deve ammettere “the taste for majolica, which is now becoming a passion with amateurs”<br />

e, con esso, il considerevole aumento dei prezzi. Sostiene, infatti, che mentre<br />

Soulanges è riuscito a mettere insieme, in pochi anni, “an infinity of interesting objects”<br />

presi un po’ in tutta Europa (“all over the Continent”) “and more especially in Italy, at the<br />

prices very much below their present values”, questo non è più possibile per il considerevole<br />

aumento dei prezzi, maturato negli ultimi cinque anni, “literaly risen in the proportion<br />

of shillings to pounds sterlins”, e sottolinea come proprio “the Italian Majolica ware<br />

may be instanced as a case in point”.<br />

Molinier, nel 1889, confermerà la cronologia proposta da Robinson sostenendo che “depuis<br />

trente ans les faïences italiennes sont recherchées par tous les collectionneurs”. Nonostante<br />

quest’interesse sia all’origine di numerosi studi e ricerche, “qui n’ont pas contribué<br />

à en mettre en lumière les origins et l’histoire”, i risultati sono talmente recenti che<br />

“n’ont pas ancore suffisamment pénétré dans le public”.<br />

I due autori, in modo forse larvato, tradiscono impostazioni diverse e specifiche preoccupazioni,<br />

mostrando l’articolazione della passione per la ceramica italiana: l’acquisizione di<br />

13 La collezione acquistata grazie al contributo di 75 sottoscrittori – fra gli altri, Henry Cole (100 sterline);<br />

J.C. Robinson (10 sterline); John Webb (50 sterline); C. Drury E. Fortnum (200 sterline), anonimi Artists,<br />

Carvers, and Workmen in the employ of Messrs Holland and Son (10 sterline) – sarebbe andata ad ampliare<br />

le scarne, ma significative, raccolte del museo, dove figurano: 9 maioliche già nella collezione di Augustus<br />

Welby Northmore Pugin, acquistate da Webb per il Marlborough House, durante l’asta Sotheby’s del<br />

12 febbraio 1853, e la collezione Bernal messa in vendita da Christie tra il 5 marzo e il 30 aprile 1855. Su<br />

Pugin collezionista v. Wainwright, 1994, pp. 91-103, 98-99 e anche Wilson, 1985, p. 71.<br />

14 Robinson, 1856. Su Robinson e la maiolica v. Wilson, 1999, pp. 203-218. Pezzi della collezione Soulanges<br />

sono editi in Du Sommerard, 1838-1846 e in Laborde, 1849-1852.<br />

15 Catalogue of One Hundred anf Fifty, 1871; Catalogue des faïences italiennes, 1878; Catalogue des Objets<br />

d’Art antiques, 1884.<br />

16 Collection Émile Gavet, 1889. La collezione Gavet sarà messa in vendita dal 31 maggio al 9 giugno 1897<br />

presso la Galerie Georges Petit di Parigi: Catalogue des Objets d’Art, 1897. Le ricerche e gli studi di Émile<br />

Molinier restano delle pietre miliari per la definizione stessa della ceramica quattrocentesca italiana: Molinier,<br />

1883 e 1888.

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