1909TRA - Caroline Imbert
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il Bode, nel 1924, quando parlava degli ambiziosi abitanti di Orvieto, che negli anni del<br />
boom delle ceramiche hanno aperto negozi di antichità a Londra e a Parigi 263 , perché, accordando<br />
credito a quanto scrive Luigi Bellini, Fuschini rifornisce di maioliche anche<br />
l’antiquario Achille De Clemente, con pezzi comprati sul mercato londinese 264 . È lo stesso<br />
Fuschini, il 7 febbraio 1908, ad acquistare refurtiva, non meglio identificata, proveniente<br />
dallo svuotamento di un antico pozzo in via de’ Dolci, e a vendere al Museo del<br />
Bargello, nello stesso anno, alcune ceramiche, in particolare tazzine con varie decorazioni<br />
(Agnus Dei, pesci, foglie, figure geometriche) (cat. 6.9.2-5) 265 .<br />
L’entità delle vendite e delle sottrazioni, a parziale ridimensionamento della lacuna documentaria<br />
sugli scavi e ritrovamenti, è data, soprattutto, dalle fotografie, che riproducono<br />
scaffali e credenze piene zeppe di ceramiche (cat. 4.1.11). Anche in questo caso, dovrà essere<br />
richiamata l’attività di Pericle Perali. Lo studioso, che già nei taccuini, come visto, intercala<br />
testo a schizzi grafici, alla nota scritta alterna, quando possibile, la ripresa fotografica,<br />
con mezzi propri o utilizzando le fotografie dei professionisti orvietani Raffaelli e Armoni 266 .<br />
Tali raccolte fotografiche 267 , benché documento prezioso, sono da leggere e interpretare con<br />
la massima attenzione e cautela, perché risentono del “talento […] fotografico, vale a dire<br />
un preciso senso della composizione” proprio dell’autore; che sia Pericle Perali o i fotografi<br />
Armoni e Raffaelli 268 . Le immagini mostrano, infatti, raccolte di ceramiche già ben allineate<br />
e composizioni ‘artistiche’, collegamenti arditi ma interessanti, con confronti fra produzioni<br />
di epoche diverse. In alcuni casi assumono particolare importanza per la presenza di<br />
brevi note autografe sul retro, che offrono spiragli, minimi – luogo di scoperta, attuale proprietario,<br />
dimensioni, profili, ecc. –, per la comprensione delle dinamiche dell’attività di<br />
vandalismo per sottrazione che caratterizza la realtà orvietana del primo Novecento.<br />
In quest’ottica, anche la semplice nota autografa “Collez(ione) Marcioni / Negativa mia”,<br />
scritta sul retro di una fotografia con quattro boccali, con decorazioni a rilievo, ramificati<br />
alberi della vita, e emblemi araldici (fig. 12) 269 o, “Conca Marcioni con sirena”, sul re-<br />
263 Vedi supra, p. 28. Fuschini, a Parigi, aveva residenza in Boulevard Magenta 4.<br />
264 Bellini, 1947, p. 220: “Riuscì [De Clemente, nda] a mettere insieme una galleria abbastanza importante<br />
e si specializzò, più che altro, nelle maioliche acquistandole quasi sempre dal Fuschini, il quale a sua volta<br />
le portava da Londra. La raccolta delle maioliche De Clemente attinse con larghezza a codesta fonte. Difatti<br />
i migliori pezzi erano stati comprati dal Fuschini nelle più famose raccolte inglesi”. Nell’asta della collezione<br />
De Clemente, che ha avuto luogo a New York nel 1931, è indicato un solo pezzo orvietano, indicato<br />
come “Orvieto Primitive Plate”: un catino decorato a graticcio in bruno di manganese (melanzana) e<br />
ramificazioni floreali, Italian Forniture, 1931, p. 61, n. 263. Stando però a Jandolo, 1938, p. 154, “le prime<br />
majoliche false italiane” vennero in Italia, fin dal 1868, proprio dall’Inghilterra, “dove si fecero bei piatti<br />
di Mastro Giorgio e di altri grandi majolicari italiani”.<br />
265 Conti, 1971, nn. 378-397, in part. 394, 395, 396, 390; Bernardi, 1987, pp. 42-45.<br />
266 a Sulla Ditta Raffaelli, Armoni e Moretti, v. Mormorio - Toccaceli, 1989 .<br />
267 Una raccolta di fotografie proveniente dalla produzione di Perali e dei due fotografi professionisti (probabilmente<br />
integrata da fotografie di <strong>Imbert</strong>) è conservata nell’archivio di Bode, oggi al Kunstgewerbemuseum - Staatliche<br />
Museen di Berlino (ringrazio Susanne Netzer per l’informazione); un’altra, di più modeste proporzioni, è<br />
conservata presso il British Museum di Londra, donata da David Whitehouse nel 1986 (Poole, 1995, p. 38).<br />
268 b Cfr. Il fondo fotografico, 1989 e Mormorio -Toccaceli, 1989 , p. 29.<br />
269 Tranne diversa indicazione, le foto d’epoca con note di Perali di seguito pubblicate sono conservate in una<br />
collezione privata di Orvieto.<br />
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L. Riccetti