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1909TRA - Caroline Imbert

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zontale ‘a nodi’ e di un boccale con protomi leonine alternate a embricazioni in verde ramina<br />

e bruno di manganese e foglie stilizzate (cat. 8.1.1 e fig. 25) 303 .<br />

Sempre nel catalogo Volpi del 1916 è presente la brocca decorata con protomi a ‘pigne’<br />

sul corpo e una, leonina, sul collo, subito sotto il beccuccio, fotografata da Pericle Perali<br />

nel 1909-10. La brocca, in tutto simile, ma non uguale, all’altra vista nel catalogo Canessa<br />

del 1915 304 , sarà acquistata, per 200 dollari, da William H. Johnson durante la vendita<br />

newyorkese del 1916 (fig. 19b) 305 .<br />

Non deve essere esclusa, infine, una sorta di ‘deposito in conto vendita’ fra collezionisti.<br />

A questo fa pensare una brocca orvietana, presente nel catalogo della vendita Volpi, del<br />

1910, e in quello della vendita Marcioni, del 1914 306 (fig. 26), sia la presenza, sullo stesso<br />

catalogo Volpi, di due brocche, oggi al Metropolitan Museum di New York, provenienti<br />

dalla raccolta Ceci. La prima, su fondo bianco, presenta sui due lati l’insegna araldica<br />

della famiglia Atti di Todi (“di rosso alla palma sradicata sostenuta da due leoni controrampanti<br />

al tronco, il tutto d’oro”); l’altra, decorata con un motivo geometrico, oggi<br />

molto sbiadito, esibisce ancora, sul beccuccio ‘a pellicano’, due ‘occhi’ di derivazione classica<br />

(cat. 8.1.16-17). La provenienza dalla raccolta dell’antiquario tudertino è dichiarata<br />

dalla scritta “Ceci”, a matita, alla base dell’ansa di entrambi le brocche (fig. 27) 307 .<br />

303 Ferrazza, 1994, p. 169, fig. 158; Townsend - Guglielmetti, 1916, lot. 694 e 633, venduti rispettivamente<br />

a 725 e 190 dollari (FARL). Anche la prima brocca della fig. 25 è indicata come orvietana nel catalogo del<br />

1916 (lot. 622) e venduta per 32,5 dollari (FARL).<br />

304 La due brocche differiscono nella decorazione del collo. In quella Volpi, ai lati della protome leonina<br />

compaiono tre foglie parallele, strette e allungate; quella Canessa è invece decorata con due losanghe racchiuse<br />

in riquadri campiti a graticcio.<br />

305 Townsend - Guglielmetti, 1916, lot. 651 (FARL); Ferrazza, 1994, p. 271.<br />

306 Catalogue de la vente, 1910, lot. 465, tavv. XXXII e XXXV; Catalogue of the Collections, 1914, lot. 52, tav.<br />

II. La brocca è decorata in verde e bruno e presenta, entro riquadri, figure femminili a mezzo busto, di cui<br />

una coronata, che tiene un disco con un volto umano iscritto, forse la luna.<br />

307 Townsend - Guglielmetti, 1916, lot. 683 e 684 (FARL), vendute, rispettivamente, per 400 e 325 dollari<br />

a William M. Milliken per il Metropolitan Museum di New York (Ferrazza, 1994, p. 272). Nel catalogo le<br />

due brocche sono indicate “Fourteenth Century Todi Primitive Majolica Pitcher” e lo stemma Atti è letto<br />

come Orsini: cfr. supra, nota 89. La presenza di alcune ceramiche della raccolta Ceci nella collezione Volpi<br />

è indicata anche in Bode, 1911, p. 7.<br />

93<br />

L. Riccetti<br />

24 a-c. Boccale orvietano con drago riprodotto in: a) foto orvietana ante 1910; b) foto degli allestimenti<br />

di palazzo Davanzati, 1910; c) catalogo della vendita della collezione “Dr Bak”, 1965.

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