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extra - Fragile Suisse

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ultimi anni dell’infanzia di Simon», ammette<br />

piuttosto imbarazzata, ma soprattutto triste.<br />

Ricorda soltanto alcuni episodi del campo<br />

scolastico o qualche buon voto; le gioie e gli<br />

interessi di suo figlio sono spariti nel nulla.<br />

«Improvvisamente mi sono ritrovata con un<br />

figlio adulto», racconta Anita con voce malferma:<br />

«Anche per Simon non è stato facile.<br />

Quanto mi dispiace!»<br />

distinguere ciò che è importante dal materiale<br />

pubblicitario. Tutti i documenti vengono<br />

ordinati in un classificatore e questo<br />

crea ordine e sicurezza. A intervalli prestabiliti,<br />

le due donne s’incontrano per risolvere<br />

le questioni amministrative. Questa<br />

regolarità dà ad Anita la struttura necessaria<br />

e il sentimento confortante di essere al<br />

riparo da una crisi finanziaria.<br />

Essere tolleranti con sé stessi<br />

«Sono tutti così impegnati che spesso mi<br />

sembra difficile non aver nulla da fare.» Per<br />

A contatto con la natura, Anita ritrova il suo equilibrio. «Talvolta è<br />

anche una tattica di rimozione, una via di fuga.»<br />

La confusione si insinua regolarmente nella testa di Anita. Talvolta,<br />

riesce a ritrovare un po' di pace grazie al disegno.<br />

Nulla è più come prima<br />

Anche le difficoltà nel trovare le parole possono<br />

creare malintesi. «Una volta ho spiegato<br />

al meccanico che il mio toast Hawaii<br />

non funzionava più. Intendevo l’impianto di<br />

climatizzazione!» Il sorriso indulgente del<br />

meccanico l’ha colpita come un pugno allo<br />

stomaco. Si vergognava. E la fiducia in sé<br />

stessa diminuiva ad ogni ulteriore malin -<br />

teso. «Ci si sente proprio stupidi, ma si tratta<br />

soltanto di applicare un altro criterio»!<br />

La signora N. se l’è presa a lungo con il<br />

destino prima di riuscire ad accettare il<br />

fatto che nulla sarà mai più come prima.<br />

«Sono sempre ancora<br />

io, semplicemente<br />

diversa.»<br />

«È tempo di accettare»<br />

Oggi Anita, 51 anni, ha trovato la sua strada.<br />

A volte è felice, e a volte terribilmente<br />

sola. A volte è contenta di avere tanto<br />

tempo a disposizione, e a volte tutto questo<br />

tempo la opprime. Si offende se qualcuno<br />

dice che tutti possono lavorare, basta volerlo!<br />

«Talvolta, la volontà da sola non<br />

basta.» Vorrebbe tanto non essere di peso<br />

per nessuno, non dover chiedere continua-<br />

mente favori. Anita vive fuori città, in una<br />

fattoria. Il suo appartamento è la sua oasi<br />

di pace. Qui la sua testa si sente bene: luce<br />

soffusa, niente computer né televisore.<br />

L’inverno è la stagione peggiore per Anita.<br />

La luce artificiale brilla ovunque, trafiggendola.<br />

No, non gli occhi. La luce abbagliante<br />

le incendia direttamente il cervello. È come<br />

se il mio cervello si stesse ritirando», cerca<br />

di spiegare Anita: «I dolori alla testa diventano<br />

insopportabili.» Perciò cerca di evitarlo<br />

e si rifugia spesso per ore nella natura, in<br />

compagnia del suo cane. Leila non è soltanto<br />

sua: «Da sola, non potrei permettermi<br />

di tenere un cane, perciò lo divido con<br />

un amico.» Grazie a questo simpatico terremoto<br />

a quattrozampe, Anita mantiene il<br />

contatto con amici e conoscenti e frequenta<br />

persino una scuola per cani. «Due anni<br />

fa, non avrei mai osato.»<br />

Chiedere e ottenere aiuto<br />

«Sono sempre alla ricerca di un oggetto<br />

smarrito.» È pesante per Anita. Se viene<br />

interrotta mentre sta facendo qualcosa,<br />

può capitare che infili la tazzina piena di<br />

caffè nell’armadio dei vestiti. «Ho spesso<br />

confusione in testa.» Anita è confusa, perciò<br />

vive costantemente con la paura di<br />

dimenticare un appuntamento importante.<br />

Per lei, purtroppo, le lettere più complicate<br />

ormai rimangono senza senso. Una situazione<br />

logorante, che però ora riesce a gestire<br />

dopo aver chiesto aiuto a Paula Gisler<br />

della Helpline di <strong>Fragile</strong> <strong>Suisse</strong>. L’operatrice<br />

sociale con una formazione complementare<br />

in consulenza psicologica sostiene Anita<br />

nel disbrigo della corrispondenza. La aiuta<br />

a gestire le sue finanze, la sostiene nei<br />

diversi accertamenti, le spiega che cosa<br />

deve inviare ai vari uffici, le insegna a<br />

fortuna, non si annoia mai. La sua famiglia<br />

è molto presente, lavora volentieri a ma -<br />

glia, le piace leggere (libri piuttosto semplici)<br />

e organizzare le festicciole per i bambini del<br />

vicinato, ad esempio la festa di Halloween.<br />

Incanta i più piccoli narrando loro con voce<br />

teatrale storie appassionanti. «Poi ho mal<br />

di testa per giorni, ma perlomeno so perché.»<br />

Anita è diventata pragmatica. «Vorrei<br />

fare così tante cose! Ci provo, ma spesso<br />

non ci riesco», constata con tristezza.<br />

«Devo imparare ad essere più tollerante,<br />

più flessibile.» Quando le capita di mettere<br />

l’acqua sul fuoco e dimentica di versare la<br />

pasta, si accontenta di pane e formaggio. E<br />

pensa: «Tanto la nostra società è troppo<br />

perfetta!»<br />

Autrice: Verena Paris<br />

Foto: Paula Gisler<br />

FRAGILE EXTRA 4/2008 9

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