Ein Jahr in Florenz - dis.uni-bonn.de - Universität Bonn

icchieri di Chianti (se non è buonoqui…).Ci avviciniamo alla baracca della frittura,un vero spettacolo: su una gran piastra c’èuna padella grandissima di ca. due metridi diametro, piena d’olio. Intorno unadecina di persone, uomini e donne congrembiule e cuffia. Ognuno ha il suocompito: c’è chi da una ciotola di pastaforma le frittelle, c’è chi le fa scivolarenell’olio e la maggiorità è occupata nelscolare le frittelle pronte.Il profumo è irresistibile e prendiamo ilnostro chilo di frittelle fresche, ancoracalde, spolverate con zucchero a velo. Cisediamo su una panchina e finalmente leassaggiamo. Sono troppo buone! IlChianti si abbina benissimo e rimaniamoincantati da questa perfetta miscelad’impressioni: peccati di gola incombinazione con lo scenario di unvecchio borgo e una splendida vista sullecolline.Il signore alla cassa aveva ragione: unchilo lo mangiamo presto. Resistiamoall’impulso di prenderne un altro efacciamo un giro per il paesino. Propriodietro la piazza si eleva una chiesa, e inuna casa accanto è in corso una mostra difotografie, fatte da un abitante del paese.C’interessiamo per le sue foto e dopo averparlato un po’ ci dà il suo biglietto davisita (dobbiamo aver dato l’impressionedi veri intenditori).C’è una bell’atmosfera, accogliente edisinvolta. Mentre giriamo per il paeserincontriamo sempre le stesse persone equasi ci sentiamo come ospiti abituali.Verso le cinque ritorniamo giù a Greve.L’autobus che ci riporta a Firenze passaper diversi paesi e dal finestrinoguardiamo il paesaggio, colorato dal soletramontando. Siamo stanchi ma sereni.Anna Schweisfurth31